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"Mamma, grazie per averci accompagnato in aeroporto."

Disse Harry rivolgendosi a sua madre seduta con noi al tavolo.

"Tesoro, è stato un piacere, abbiamo potuto pranzare insieme e noi due ci siamo potute conoscere meglio."

Ammiccò Anne nella mia direzione.

"Quando avremo modo di rivederci?"

Le chiesi io mentre lei continuava a stringermi una mano sul tavolo.

"Beh cara, potremmo accordarci, questo è il mio numero, non esitare a chiamarmi, ok?"

Era così gentile, come poteva Harry crescere con valori diversi?

"Siete davvero una bella coppia voi due!"

"Grazie mamma, lo credo anche io."

Le rispose il figlio avvicinandosi a me e baciandomi sulla fronte.

"Tesoro, stai attento ok? Non affaticarti prima del tour!"

Il tono di voce con cui Anne salutò Harry mi stranì leggermente. Era sembrata quasi severa o forse... preoccupata?

"Haarry! Devi muoverti! Hanno chiamato il nostro volo ben dieci minuti fa! L'aero sta per partire!"

Grugnii esasperata nella speranza che il mio bellissimo - ed in super ritardo - ragazzo la smettesse di mangiare patatine e muovesse il suo bel culetto nella mia direzione.

"Muovitimuovitimuoviti."

Ripetei in continuazione con le mani giunte e la testa bassa, sperando che qualcuno lassù ascoltasse le mie preghiere.

"Piccola, devi darti una calmata o rischierai di farmi perdere l'aereo!"

Harry, in tutta la sua bellezza, se ne stava di fronte a me con i nostri bagagli tra le mani e quel sorriso dannatamente perfetto che rischiava di uccidermi ogni volta che lo sfoderava. Mi stava sfottendo e quel suo sguardo da "sono un diavoletto, molto carino e so di saperlo quindi ne approfitto", mi mandava letteralmente fuori di testa.

"Già... beh sarò sicuramente io a farci correre questo rischio. Non tu e la tua mania per le patatine, gli hot-dog, i pop-corn..."

"Ok ok te lo concedo. Adesso corri!!"

Detto ciò, lo vidi passarmi davanti a mille all'ora. Stava ridendo come un ragazzino il primo giorno al luna park e lo amavo. Lo amavo con tutta me stessa.

"Mi scusi Signorina, siamo in ritardo ma sono sicuro che potrà farci passare comunque..."

Eccolo lì, mentre sfoderava la sua arma migliore contro quella poveretta di fronte a noi. Potevo vedere le sue gambe tremare nonostante non fossi così vicina a loro. La giovane hostess dopo aver chiesto i nostri documenti, si fece scappare qualche risatina acuta di troppo e ci lasciò andare.

"Lo sapevo che ce l'avremmo fatta."

Cantò vittoria lui una volta raggiunti i nostri posti su quel dannatissimo aeroplano.

"Hai usato la tattica alla Harry Styles! Quella in cui fissi le persone negli occhi e sorridi. Chiunque ce l'avrebbe fatta!"

Lo presi in giro mettendo su un finto broncio ed incrociando le braccia al petto.

"Signorina, lei non sarà mica gelosa."

Insinuò lui portandomi un dito sotto al mento affinché voltassi il mio sguardo nella sua direzione. Due pozzi verdi, liquidi e luminosi si scagliarono contro i miei finendo per scivolare e prendere a pugni il mio povero cuore.

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