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Harry's Pov:

Non avevo sue notizie da ore e stavo iniziando a preoccuparmi. Avevo dovuto consegnare il mio telefono non appena varcata la soglia d'ingresso dello stadio per evitare di perderlo durante la confusionaria preparazione che ci aspettava prima di salire sul palco.

Mancava circa mezz'ora all'inizio del concerto ed io ero seduto sulla poltrona rossa del mio camerino con lo sguardo perso nel vuoto e la mano destra attorno al collo.

Mia madre mi aveva sempre detto che una volta divenuto grande, avrei trovato una bella ragazza che mi avrebbe fatto innamorare e mi avrebbe fatto dimenticare tutte quelle stranezze cui ero solito portare dentro di me.
Alla fine, l'amore l'avevo trovato davvero, e quei sentimenti non erano arrivati in punta di piedi, erano piombati nella mia vita a gamba tesa ed avevano stravolto tutto.

Quell'amore era lo stesso che in quel momento mi costringeva la gola, mi affaticava solo al pensiero di poterne essere privato all'improvviso. Accesi una sigaretta per alleviare lo stress e mi alzai dirigendomi verso il mio guardaroba a grandi falcate. Una volta aperto l'armadio mi misi a sfogliare la collezione di camicie e optai per quella nera trasparente, che in quel momento rispecchiava esattamente il mio fragile umore.
Arrivato davanti allo specchio, mi guardai attentamente prima di fare una smorfia di disprezzo indirizzata alla mia immagine riflessa, e un 'vaffanculo' sussurrato uscì dalle mie labbra rosse. "Sei un idiota Harry!" continuai a dire guardando dritto davanti a me.

Venti minuti al concerto e di lei nessuna traccia, non si era ancora presentata e quella cosa mi stava mandando fuori di testa. La stanza aveva iniziato a girare intorno a me un po' più del dovuto. Buttai la testa all'indietro e chiusi gli occhi, sperai quasi di addormentarmi. Mi sentivo così combattuto. Volevo mollare tutto ed andare cercarla, volevo che lei fosse sotto al palco o dietro alle quinte per vedere un nostro concerto. Ma dove diavolo era finita?! Non avrebbe mai saltato un evento così importante per me.

Un rumore sordo interruppe i miei pensieri e mi fece balzare il cuore in gola per una manciata di secondi. Sperai con tutto me stesso che chiunque fosse se ne andasse cogliendo al volo le mie intenzioni di non aprire la porta, ma non fu così. Un altro tonfo sordo, quella volta più forte, rimbombò tra le pareti del camerino e una voce urlò il mio nome. Fu allora che mi alzai e mi decisi ad aprire quella dannata porta.

"Harry! Mancano dieci minuti al concerto e non hai ancora finito di sistemarti, e perché cazzo non sei ancora venuto a fare lo shot di porta fortuna?!" tuonò il moro di fronte a me. Era Louis... la persona più ottimista ed entusiasta sul pianeta terra, in qualunque momento!

"Non mi andava okay? Adesso mi preparo e arrivo, tu intanto avviati." risposi liquidandolo con una smorfia della bocca.

"Harry smetti di fare così! Arriverà, so che arriverà!" Continuò lui appoggiando una mano sulla mia spalla, probabilmente gli facevo pena.

"Guardami in faccia e dimmi che non sono un coglione che rovina sempre tutto!" Gli chiesi disperato.

"No che non lo sei! Avremmo reagito tutti come te. Nessuno vuole vedere la propria ragazza corteggiata da altri. Credo solo che tu abbia sbagliato ad attaccare lei quando la poverina è incastrata tra due fuochi." Sospirai alle sue parole ed annuii.

L'ansia saliva mentre mi avvicinavo al palco, poggiai il palmo della mano su di esso, era un rito scaramantico per me, lo facevo ogni volta. Il sorriso era inevitabile, così come le preoccupazioni che affollavano la mia mente e mi facevano aggrottare le sopracciglia.

E guardavo il palco quello su cui di lì a poco sarei salito. Quello da cui tutti mi avrebbero visto e sentito.

Avevamo un potere immenso tra le mani, avevamo il potere di emozionare, di far sognare, avevamo il potere di catturare l'attenzione di molte persone, solo facendo ciò che amavamo di più.

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