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Harry's Pov:

Il paesaggio era fantastico, le case, le chiome degli alberi, tutto era ricoperto da un'atmosfera quasi surreale. Anna si guardava in giro, meravigliata. E per me che venivo dall'Inghilterra era tutta una cosa nuova.
Non avevo mai avuto l'occasione di visitare quel paese così bene e grazie a lei ci stavo riuscendo e lo stavo facendo in tranquillità. Gli alti alberi lungo il fiume arrivavano così in alto che parevano sfiorare il cielo, pensai che dovessero avere moltissimi anni.

Mi concentrai su ciò che c'era ai piedi della montagna: un poco nascosto dal folto bosco in cui ci trovavamo, c'era un piccolo laghetto ghiacciato. Riuscivo a scorgere con chiarezza le persone che pattinavano, erano poche, non più di cinque o sei, ed erano tutti ragazzi e ragazze giovani. Quella era una situazione rischiosa per me, avrei potuto essere riconosciuto ma in quel momento non m'importava.

Eravamo entrambi coperti fino alla punta dei capelli per il freddo ed indossavamo un cappello con degli occhiali da sole scuri.

C'erano anche i bambini, imbacuccati come pinguini seguiti da una scia di mamme preoccupate per paura che scivolassero sulla lastra ghiacciata sotto di loro.

Continuando a percorrere la strada, Anna mi aveva raccontato dell'esistenza di questo piccolo albergo a conduzione familiare, dove si poteva bere qualcosa di caldo. Percorremmo il sentiero mano nella mano attenti a non scivolare a nostra volta. Prima di fare una sosta alla casetta per riscaldarci un po' incontrammo molte persone ma grazie al nostro abbigliamento riuscimmo a sorpassare la folla senza il ben che minimo problema.

"Sei tesa?"

Le chiesi notando la sua espressione preoccupata.

"No ma non voglio che ti riconoscano, verresti bloccato e mi dispiacerebbe."

Disse a bassa voce sollevando le spalle.

Più tardi, riuscimmo ad entrate nell'accogliente baita che ospitava un carinissimo bar/ristorante e riuscimmo a parlare meglio del nostro viaggio.
Entrambi avevamo i piedi congelati. Mi sistemai meglio sulla sedia quando vidi tornare Anna con due tazze di cioccolata calda fumante.

"Era proprio quello che ci voleva."

Sussurrò sedendosi ed iniziando a togliere alcuni strati del suo vestiario.

"Abiti in un posto dove a pochissima distanza dalla tua città hai la montagna con la neve ed allo stesso tempo un mare incredibilmente bello."

"Già! Questa è la fortuna di essere nata in questa zona!"

"Allora, noi siamo qui- disse lei indicando un puntino in mezzo alle montagne – se proseguiamo andando verso destra, possiamo salire fin sopra alla vetta e goderci il panorama da lassù, che ne dici?"

"Mi pare una buona idea, quanto ci vorrà più o meno?"

"Credo che ce la caveremo con dieci minuti di camminata."

Più tardi ci avviammo per fare una passeggiata nel bosco, Anna non lo sapeva, ma mentre mi parlava del viaggio, dei paesaggi e della funivia che avremmo utilizzato per tornare a valle, io raccoglievo manciate di neve e le appallottolavo. Progettavo già uno scontro all'ultimo sangue, quando mi accorsi di averla persa.

"Anna?"

Provai a chiamare, ma dove era finita? In quel punto non era possibile nascondersi. Mi ritrovai a passare sotto un abete carico di neve, e quando finalmente capii, era troppo tardi, vidi lei saltare fuori e scuotere le frasche dell'albero con le mani. Immediatamente tutta la neve cadde giù bagnandomi fino alle calze, non vidi niente per un paio di secondi, e quando finalmente venne fuori dalla bufera, i miei occhi videro solo lei che rideva come una pazza.

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