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Ripresi coscienza con il mondo esterno solo quando una luce piuttosto forte arrivò dritta ai miei occhi ed una volta aperti mi sentii piuttosto infastidita, tanto da portare entrambe le mani davanti al viso  per ripararmi come una bambina.

"Ho dormito per tutto questo tempo?"

Chiesi confusa dal sonno e conoscendo già la risposta.

"Già. Ti sei addormentata ancora prima di imboccare l'autostrada... Non volevo svegliarti così ho pensato di tenere la musica a volume molto basso, ma ora siamo arrivati."

Mi rispose sollevando le spalle e togliendo la sua mano dal mio ginocchio, era rimasta lì per tutto il tempo? Sentivo un po' di freddo in quel punto dopo che l'aveva rimossa.

"Siamo arrivati..."

Ripetei le sue ultime parole solo per prendere atto del fatto che quella bellissima giornata stava per giungere al termine.

"Si... sono quasi le 20:30, dovrai essere affamata, ho cercato di fare il prima possibile, ma abbiamo trovato traffico e non volevo fare il pazzo per strada, con te in auto."

Era così gentile, mi persi a guardarlo ed i suoi occhi non mollarono i miei neanche per un secondo, non volevo proprio lasciarlo andare, era così sbagliato voler approfittare di quel momento più a lungo possibile?

"So che può sembrare strano e forse non dovrei chiedertelo, ma ti va di rimanere per cena?"

Abbassai lo sguardo per porgli quella domanda, ero terrorizzata perché ero piuttosto sicura di essermi fatta una strana idea su quello che era successo e certamente non volevo sembrargli una stupida ragazzina innamorata.

"Dici sul serio?"

La sua voce risultò leggermente più acuta rispetto a quella che mi aveva accompagnata per tutto il giorno e quando si accorse della mia espressione mista tra stupore e divertimento, si schiarì la gola cercando di darsi un tono.

"Uhm... perché no! Potrei cucinare qualcosa e ricambiare la cortesia dei tuoi pranzi offerti!"

Sottolineai l'ultima parola cercando di rimarcare la parità dei sessi richiamando le mie affermazioni di quello stesso pomeriggio.

Dovevo essere davvero assonnata e confusa per invitarlo in casa mia, solo una pazza lo avrebbe fatto senza paura di poter perdere il controllo ed innescare una bomba non ancora esplosa.

"Bene allora! Accetto! Vorrei dirti di farmi strada, ma potrei accompagnarti io stesso alla tua porta."

Rise mentre prendeva la mia mano sul marciapiede alludendo al fatto di sapere già per filo e per segno dove abitavo.

Ero poco dietro di lui ma data la nostra differenza di altezza facevo quasi fatica per cercare di rimanere al suo passo.

"Eccoci arrivati!"

Esclamò davanti alla porta del mio palazzo.

Prendendo l'ascensore ci trovammo davanti al mio portone in un batter d'occhio.

"Grazie di avermi fatto strada fino alla porta di casa mia!"

Risi girando le chiavi nella serratura, era assurdo che si ricordasse così bene dove abitavo.

"Dovere!"

Rispose lui con un gran sorriso stampato in volto.

Solo quando varcammo la soglia, in quegli istanti nei quali cercai l'interruttore della luce immersa nel buio pesto, pensai alle condizioni nelle quali potevo aver lasciato la mia dimora prima di uscire quella mattina.

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