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Lui è seduto sulla sedia in attesa del taxi , lei lo guarda ma non parla ... l’occhio continua a farsi sempre più nero ... gli fa male , tenta di strofinarlo un po’ , ma lei prontamente lo sgrida ..
R: stai fermo con quelle mani , che peggiori la situazione .
A: cazzo ... fa male .
R: ma ci vedi ?
A: in che senso ?
R: riesci a vedere bene , non fare quella faccia , non sto scherzando ...
A: penso di sì , ci vedo ...
R: gli occhiali dove sono ?
A: in tasca ...
R: immagino siano rotti .
A: no!
R: come no? L’occhio nero e gli occhiali interi ?
A: non li avevo .
R: in che senso ?
A: quando è successo il fatto non li avevo .
R: non riesco a capire ancora la dinamica dell’accaduto io ... mi sembra tutto così assurdo .
A: non mi va di parlarne .
R: ti assillo fin quando non ti decidi a dirmi cosa cavolo è successo con quello .
A: è evidente quello che è successo .
R: a parte l’occhio nero. Ora mi devo preoccupare quando sei da solo ?
A: ma quale preoccupare ...
R: dimmi un po’ tu, se ti sembra normale fare a botte con un ragazzo per strada ..
A: poche sono state , così impara a parlare alla gente quella testa di cazzo .
R: ti ricordo che prima per poco non lo abbracciavi.
A: che c’entra ... mi dispiace pure , però se ci penso mi sale il nervoso .
R: ma che ti ha detto per farti reagire così?
A: lasciamo stare ...
R: ormai è successo , dimmi cosa ti ha detto per farti infuriare.
A: in realtà forse ho esagerato io , stavo nervoso per fatti miei ed ho reagito male .
R: perché nervoso per fatti i tuoi ?
A: poi ti spiego con calma ...
R: ok ... visto che non parli sono costretta a rientrare e chiedere all’appuntato ...
A: ma tu sei pazza ... vieni qua .
R: allora parla , anzi ... alzati che il taxi è arrivato , così mi racconti meglio ...
Sono in macchina ... lui sembra intontito per il colpo subito .. lei gli prende la mano , la stringe e per l’ennesima volta chiede con estrema calma ... mi racconti cos’è successo ?
A: stavo passeggiando per fatti miei, ad un certo punto mi sono ritrovato in mezzo a quei ragazzi , erano tutti ubriachi , ma solo uno in particolare ha iniziato a provocarmi , all’inizio forse per farsi vedere “forte” dai suoi amici , poi evidentemente mi ha riconosciuto ed ha iniziato ad andarci su pesante . Io ho lasciato perdere , cercavo di svignarmela , ma lui non mollava ... ed alla fine ho reagito .
R: ok ... però manca un pezzo di storia , io ti conosco troppo bene . Non avresti mai reagito in quel modo per una semplice provocazione ... ti ha detto qualcosa di forte .
A: ok ok ... mi ha detto “tua moglie e racchia ..”
R: (ride) stai scherzando ?
A: purtroppo no ...
R: Lo stavi ammazzando in più ti sei fatto male pure tu , per una frase del genere ?
A: lo rifarei .
R: ma ti rendi conto di quello che dici ?
A: certo ...
R: mi sembri fuori di testa .
A: non sai quanto mi da fastidio quando fai così .
R: in che senso ?
A: tu come avresti reagito ?
R: di certo non mi metto a fare a botte con un ragazzo ubriaco .
A: facile parlare ora ...
R: ma davvero hai fatto a botte per questo motivo ?
A: si . Sai benissimo che nessuno si deve azzardare a dire qualcosa su di te .
R: ti fa male ?
A: si .
R: è gonfio ... dobbiamo andare dal medico .
A: tu sei pazza .
R: posso chiederti un’altra cosa , oppure ti incazzi ?
A: dimmi ...
R: da quello che hai detto prima non avevi gli occhiali ... quindi ammetti di essere partito prevenuto ?
A: forse si ... non posso negare di aver capito subito la situazione . Però c’è da dire che quello mi ha sfidato , eravamo muso a muso ed ha avuto il coraggio di ripetermi quella frase :” tua moglie è ancora racchia” ... lo volevo ammazzare ...
R: stavi per farlo ...
A: mi sento una merda ...
R: vedi , ora sei pentito ...
A: non sono pentito , sono amareggiato .
R: ti senti in colpa ?
A: non lo so , so solo che l’occhio è gonfio e faccio fatica a guardare la luce .
R: scusi , si può andare al pronto soccorso ? (Dice lei al tassista)
Certo signora , risponde prontamente .
A: ti ho detto di no ...
R: non puoi restare così ... devi farti controllare da un medico .
A: ma cosa gli dico al medico , che ho menato uno perché mi ha insultato la moglie ?
R: hai le palle per dirglielo ?
A: sai benissimo che sono capace .
R: lasciamo perdere ... gli diciamo che sei scivolato .
A: si la classica caduta ... casomai diciamo pure che ho sbattuto allo spigolo .
R: ecco bravo ... così gli diciamo .
L’occhio continua a diventare nero ... lui sembra sempre più tonto ...
A: scusa ...
R: per cosa ?
A: dovevamo andare a cena , tranquilli io e te .
R: la cena può aspettare .
A: sono un disastro .
R: si , proprio così ...
A: ti ho deluso ?
R: no ... sono orgogliosa di te , nonostante i casini che combini . Non è da tutte avere una moglie racchia (ride)
A: smettila ..
R: ma perché ti fastidio ?
A: perché su una cosa tutto il “‘mondo” è d’accordo ... sul fatto che tu sei bellissima .
R: non credo proprio ...
A: negli anni 70 sono stato l’uomo più invidiato del mondo ...
R: gli anni passano , la gente cambia opinione ... è normale .
A: non si devono azzardare a dire una cosa del genere davanti a me , forse non ti è chiaro .
R: ho capito ... però devi imparare a controllarti ... non puoi permetterti queste sfuriate , ricordati che sei un personaggio pubblico .
A: non me ne frega niente .
R: ora parli così perché sei nervoso ...
A: non sono nervoso , sono incazzato che è diverso .
R: ora calmati , siamo quasi arrivati ... e ti ricordo che tra due giorni abbiamo il concerto ... speriamo guarisca .
A: certo che guarisce . Non è niente ...
R: mah ... speriamo .
Vanno al pronto soccorso ... il medico lo visita , li rassicura sul fatto che non è niente di grave . Oltre a mettere il ghiaccio non deve fare niente più . Tornano in albergo .
R: coricati che ti prendo il ghiaccio .
A: dopo ... ora andiamo a cena .
R: cosa ?
A: ho fame .
R: faccio salire qualcosa in camera .
A: no ... andiamo a cena , e non iniziare a rompere pure tu .
R: oh ... datti una calmata sai , stai tirando troppo la corda ..si può sapere cosa ti rende così nervoso ?
A: niente ... ho fame , dai adiamo .
R: ci vai da solo a cena .. io resto qua .
A: che palle ...
R: vado a farmi una doccia .
A: io vado a fare due passi .
R: ti raccomando mena qualcun altro ...
A: non sei spiritosa .
Lei lo lascia andare , ma continua a chiedersi cos’è che lo turba ... vede che non è tranquillo . È molto nervoso e scontroso ...
lui scende giù , si rende conto subito di aver esagerato , prende un thè caldo al bar e risale in camera ... lei è lì con un libro in mano ad aspettarlo .
R: sei tornato ?
A: non c’è nessuno in giro .
R: il ghiaccio è nel congelatore .
A: dopo lo metto . Ti ricordi il documentario su mia madre ?
R: si ... cosa c’entra ora ?
A: doveva andare in onda in questi giorni , forse verrà rinviato ancora ..
R: perché?
A: devo modificarlo .
R: perché ?
A: troppi perché (ride)
R: parla...
A: la bozza è rimasta a casa. Stava sulla mia scrivania in ufficio , evidentemente con la mia assenza a casa , qualcuno l’ha vista ...
R: ora ho capito ... quindi già è iniziata a rompere , per via della sua assenza ?
A: forse no ha capito che io taglio tutto e lascio solo i ragazzi e noi due a parlare nel video  ... non sono stato chiaro l’altra volta ... mi sono sentito dire che ho messo cani e Porci nel video e non ho messo lei , ti rendi conto ?
R: per etica dovrebbe esserci anche lei nel video , nel bene o nel male ... farà parte della tua vita sempre. .
A: lo so ... ma su questo non c’entra lei . E poi sai benissimo cosa pensa mia madre ...
R: appunto ... chiamala e diglielo chiaramente .. non è il momento di fare cazzate .
A: non chiamo nessuno ... è così e basta .
R: per questo stavi nervoso .
A: si .. perché ogni volta che partiamo io e te , ed abbiamo la possibilità di passare qualche giorno in tranquillità esce fuori qualche cosa che mi incazzare e rovina tutto .
R: ormai siamo abituati .
A: non mi abituerò mai a questo . Mi dispiace solo per te , che devi sopportare queste mie sfuriate .
R: ti fa male ?
A: un po’ meno ...
R: aspetta che prendo il ghiaccio .
A:grazie .
Prende il ghiaccio lo posiziona sull’occhio e si mette accanto a lui .
A: ehi ...
R: che c’è ?
A: la cena è andata male , ma la serata ancora non è finita. .
R: sei convalescente .
A: sto benissimo ... e poi non mi serve l’occhio , so già che sei bellissima .
R: sono orgogliosa di te . Sei la mia sicurezza , so che posso stare tranquilla , ci sarai sempre tu a difendermi per qualunque cosa .
A: sempre , a costo di diventare cieco (ride)
R: scemo ... però la prossima volta stai attento .
A: mi ha preso alla sprovvista ... altrimenti a quest’ora ....
R:si sì ... (Ride)
Si coccolano un po’ ...
poi bussano alla porta , sono o ragazzi del gruppo ...
Va lei ad aprire ...
R: ciao ragazzi ...
Scendete con noi a bere qualcosa ?
R: no ... sarà per la prossima , stiamo per andare a letto .
I ragazzi non insistono , sono abituati al fatto che loro preferiscono passare del tempo da soli . Non si fanno tante domande .
Naturalmente la serata sul tardi prende la piega giusta , nonostante la convalescenza finisco per fare l’amore... lasciandosi alle spalle tutte le incomprensioni pretendenti .
Be continued

Continuo romanzo Albano e Romina 20 anni dopo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora