"Come ti chiami?" Chiesi alla ragazza a cui ero stata affidata, non volevo definirla schiava.
"Freydis" Sussurrò piano avvicinandosi allo sgabello.
"Ti piacerebbe avere una pettinatura come la mia?" le domandai cauta mostrandole la mia treccia laterale, "li raccolgo così per andare a cavallo, ora la mia Luna sarà smarrita in una delle nostre terre ma so che la troverò." Le rivelai mentre con un gesto della mano la invitavo a sedere.
"È sbagliato, è sbagliato..." sussurrò riferendosi al suo gesto.
"Ivar ti ha chiesto di stare ai miei ordini e lo stai facendo." La tranquillizzai cercando il pettine . Aveva i capelli spettinati ma biondi e profumati, come se fosse destinata ad altro piuttosto che alla servitù .
"Perché sei una schiava?" Le domandai mentre cercavo di non farle male con i nodi.
"Lo sono di nascita, mia madre lo era e lo sono diventata anche io. Non che sia bello, solo Odino sa quanto io voglia essere libera. Ma mi ha aiutato ad essere sveglia e matura, non tutte le donne lo sono, e il mondo è pericoloso." Rispose senza lasciar trasparire alcuna emozione, doveva essere la sua tecnica di difesa.
Odino, Odino, Odino...
Nella mia testa continuavo a pregare il mio Dio.
"Non dovrei parlare con te di queste cose..." mi redarguì, per quanto le fosse permesso.
"Come posso renderti libera?" Le chiesi e avvertii un brivido sulle sue spalle.
"Dovresti chiederlo ad Ivar..." sussurrò osservando in che modo le mie mani intrecciavano i suoi capelli alle spalle.
Sorrise piano mentre il mio cuore si scioglieva teneramente.
Avevo sempre desiderato una sorella. Non che non mi bastasse Heahmund , anzi, mio fratello era tutta la mia vita. Eppure mi mancava qualcuno con cui condividere la mia spensieratezza, mi mancava una mia complice.
"Lo farò." La tranquillizzai.
Avvertii qualcuno osservarmi alle mie spalle e mi accorsi di non essermi sbagliata.
Mi voltai e vidi Ivar scrutare attentamente e incuriosito ogni mio movimento.
"Scusami... volevo solo invitarti a mangiare" sussurrò distrattamente soffermandomi sulle mie mani.
Ero certa non capisse il perché del mio atteggiamento. Come potevo trattare da schiava una ragazza della mia età ?
"Un attimo..." risposi stranita dal suo cambiamento improvviso.
Finii la treccia di Freydis e mi avvicinai a lui. Fissò i suoi occhi incuriositi nei miei prima di passarsi una mano sul volto e voltarsi.
"Sbagli a fidarti delle schiave." Mi redarguì severamente tornando l'Ivar che avevo conosciuto due giorni prima.
"Disse colui che da prigioniera mi ha resa quasi regina..." lo illuminai osservando le pelli di animali che rivestivano diverse mura.
"Mi fido più di chi mi grida in faccia di uccidermi che di chi dice di amarmi..." sussurrò amaramente seguendo il mio sguardo.
"So che non è come un palazzo del Wessex ma ti ci abituerai. Non so perché ma a Hvitserk piaci, ti mostrerà lui qualche tecnica di combattimento prima di acquisire la fiducia delle Shieldmaiden." Continuò rigirando un coltellino tra le mani.
Lo osservai incuriosita e ansiosa e dovette accorgersi della mia tensione.
"È rimasto con te?" Gli domandai stupita riferendomi a Hvitserk e seguendo il suo passo lento.
Possedeva una bellezza giovanile che stonava con il suo difetto fisico, eppure credevo fosse proprio quello il motivo della sua superiorità intellettuale che lo distingueva dai fratelli.
"Sì, a quanto pare uno dei miei fratelli possiede ancora un intelletto." Sussurrò ironico sforzandosi di non provare dolore.
"Quanti ne sono?" Chiesi incuriosita raccogliendo un ciondolo dal terreno.
Era un piccola spada in acciaio. La conservai nelle casacche della mia armatura e Ivar mi lasciò fare.
"Ti farò portare degli abiti nuovi. I miei fratelli li conosci tutti tranne Bjorn." Rispose ai miei dubbi con un tono accusatorio che non riuscii a decifrare. Credevo fosse rivolto al fratello ancora sconosciuto ai miei occhi.
Entrammo in una sala grande, ma con un solo tavolo disposto per 3 persone.
Mi incuriosiva il perché di tale privilegio nei miei confronti.
"Ivar..." sussurrai cauta.
"Cosa vuoi!?" Domandò infastidito voltandosi verso di me.
"Non mi starai mica avvelenando?" Domandai seria scatenando le risa di qualche norreno presente in stanza.
Ivar mi scrutò serio e con noncuranza, alzando le spalle in segno di volersi disfare di qualsiasi dimostrazione.
"Nel dubbio puoi anche digiunare, non mi importa della tua salute." Si risolse a dire mentre Hvitserk entrava osservando entrambi.
"Vieni, puoi anche scambiare il tuo piatto con il mio" sussurrò dolcemente provocando una smorfia disgustata di Ivar.
"Grazie, mi fido. Non ti considero così vigliacco da uccidermi con del veleno. So che lo faresti tu stesso." Sussurrai rivolgendomi ad Ivar mentre prendevo posto accanto al fratello.
"Ecco perché la considero più scaltra e intelligente di te e Ubbe. Ubbe Si divertirà a fare il cagnolino addestrato di Bjorn." Esclamò innervosito mentre una serva portava la cena.
Mi soffermai su Hvitserk, non sembrava contento di essere lì. Qualcosa lo turbava.
"Domani iniziamo l'addestramento?" Interruppi la loro pseudo conversazione per smorzare la tensione.
"Certo, dovrai aspettare il ritorno a Kattegat per un addestramento migliore. Lì abbiamo campi e strumenti migliori." Mi sorrise piano.
"Hvitserk , dopo devo parlarti. Abbiamo aggiornamenti sugli inglesi." Esclamò Ivar attirando la mia attenzione.
Pensai a mio fratello e il mio cuore perse un battito.
"Tuo fratello sarà al sicuro . L'ho visto combattere. Non morirà. L'unico problema sarai tu e cosa ne faremo di te..." Sussurrò quasi leggendomi nel pensiero.
"Eravamo rimasti che combatterò con voi a Kattegat..." chiarii con il cuore a mille per la paura della sua risposta.
"Certo, questo è l'accordo, ma ricordati che sei la futura sposa di Alfred. Cosa farai quando tuo fratello vorrà portarti ad Essex?" Domandò astutamente addentando la carne servita.
"Non lo sposerò , saremo già a Kattegat quando Alfred si ricorderà di me..." affermai seria osservando Ivar ridere di gusto, prendendosi gioco di me.
"Ti ci vedo proprio tra le braccia di Alfred" mi prese in giro di gusto ridendo.
"Ed io ti ci vedo proprio tra i vermi sottoterra." Sussurrai a denti stretti provocando la risata di Hvitserk.
"Va bene adesso basta." Ci zittì Hvitserk con un gesto Pacifico.
"Riposati che domani iniziamo gli allenamenti." Sussurrò rivolto a me cauto.
Salutai entrambi con un cenno del capo.
Non ottenni risposta da Ivar, solo un sopracciglio alzato mentre terminava la sua cena.
Quando tornai in stanza trovai Freydis ad aspettarmi.
Mi aveva preparato degli abiti.
"Da Ivar." Aveva bisbigliato piano.
Mi distesi sul letto pensierosa e con un gesto della mano la invitai a seguirmi.
"Dormi accanto a me. Non voglio che tu stia scomoda." Le sussurrai osservando i suoi movimenti indecisi. Aveva paura di subire rimproveri da parte dei norreni.
Stranamente mi seguì e mi sorrise piano mentre crollava in un sonno profondo.
Decisi di dormire anch'io. L'indomani mi aspettava il primo addestramento, e sapevo bene che mio fratello non poteva essere paragonato ad un vichingo, figlio di un re.Ciao, perdonate il ritardo. Purtroppo ho avuto diversi impegni importanti. Proverò ad essere più veloce. Sto già scrivendo il prossimo capitolo. 😘😘
RosethornM 🥀
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Love and Fear
Tiểu thuyết Lịch sửMegan ha 17 anni ed è la sorella del vescovo Heahmund di Sherborne. Siamo nel IX secolo dopo cristo e i Pagani attaccano il Wessex e invadono York. Megan è così forte e testarda da manipolare e prendersi gioco di chi le sta attorno. Non a caso riesc...