Capitolo 10: When the Ocean rises

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IVAR'S POV.

"Vieni, dammi la mano..." sussurrai a Megan incitandola a salire sull'imbarcazione.
Rifiutò di darmela e salì da sola, per quanto il suo abito glielo permettesse. Infatti... sarebbe caduta se Hvitserk non avesse avuto i riflessi ben saldi e l'avesse mantenuta.
"Cosa cambia tra me e mio fratello? Perché lui è legato ed io libera?" Mi domandò subito non reggendo il silenzio.
Le feci strada presso la prua e mi seguì.
"Tuo fratello è un vescovo. Sarà solo per il tragitto. Sai quante me ne dicono per averti lasciata libera, quasi come una regina?! Figuriamoci se liberassi un vescovo Cristiano, sarebbe la fine. Tu per adesso resti ancora la sorellina ribelle..." le spiegai guadagnandomi un suo schiaffo in faccia.
"Ferma Megan!" Sussurrai a denti stretti trattenendole un braccio, "non tutti i norreni sono come me e ti lasceranno fare ciò che vuoi senza una minima conseguenza."
Corrucciò il volto.
"Mostrami anche tu le conseguenze allora!" Mi sfidò.
Sbuffai alla sua richiesta. Anche io volevo mostrarle le conseguenze delle sue azioni, darle un assaggio di quello che subivano i cristiani nelle nostre mani. Ma... non ci riuscivo. Non era a causa dei suoi occhi dorati o della sua bellezza, anche grazia oserei dire. Solo Hvitserk e Bjorn sarebbero potuti restare ammaliati dal suo fascino. A me, invece, inteneriva la sua sincerità. Non aveva paura di me, non aveva bisogno di mentirmi perché timorosa di una mia possibile mossa o risposta. Nonostante il suo disprezzo nei miei confronti, sentivo che in fondo mi ammirava e stimava, perciò mi ronzava sempre intorno.
"Tieni..." le sussurrai porgendole la spada del fratello, "Ha molto valore e sicuramente tu o tuo fratello saprete addestrarla al meglio."
Nascose un sorriso e, dopo aver preso titubante la spada, corse dal fratello legato alla poppa.
Sorrisi piano al suo gesto innocente. Non capivo perché Megan e suo fratello avessero il rapporto che io e i miei fratelli non eravamo mai riusciti ad instaurare. Forse Ubbe e Hvitserk avevano quel tipo di rapporto, ecco perché adesso Hvitserk mi odiava.
"Cos'è quel sorrisetto, Ivar?" domandò quest'ultimo cogliendomi di sorpresa.
"Sento che avremo la vittoria in pugno. Odino è con noi..." sussurrai mostrandogli un corvo in lontananza.
"Non fare lo scemo, Ivar. Ti ho visto con Megan. Ti piace?" mi domandò inaspettatamente. Per una frazione di secondo notai gli occhi di Megan spiarci, non appena vide i miei distolse lo sguardo e dedicò Headmund di tutte le sue attenzioni.
"No, Hvitserk. L'amore è un sentimento stupido che lascio a voi fratelli. Non permetterò che una donna sia la mia debolezza e la mia rovina. Sarò il re dei norreni, gli unici sentimenti che accetterò sono il coraggio e la sete di vendetta, nient'altro." ribattei voltandomi di scatto per fissarlo negli occhi. Quando lessi del sollievo al loro interno mi irrigidii.
"Perchè me lo hai chiesto, Hvitserk? Hai un debole per la cristiana e volevi accertarti che fosse a tua disposizione?" domandai a mia volta cogliendolo in fallo.
Quella conversazione mi agitava nonostante provassi a mostrarmi impassibile.
"Sì, Ivar." rivelò raggelandomi, "ma non preoccuparti. Non la sfiorerò se ciò sarà un problema per i norreni o per lei..."
Questa volta il sospiro di sollievo toccò a me. Hvitserk non l'aveva sfiorata ma lei aveva baciato me e ciò mi rendeva il favorito tra i fratelli.
Ebbi una sensazione strana allo stomaco. Per la prima volta qualcuno metteva me al primo posto. Anche Margrethe, la schiava, aveva favorito tutti i miei fratelli tranne me. Eppure Megan aveva quel fascino disarmante che avrebbe ammaliato qualsiasi norreno e re, perché aveva baciato me?
"Perchè non parli, Ivar?" mi risvegliò mio fratello.
Mi distolsi dai miei pensieri.
"Va bene, Hvitserk. Finché la tua resterà una stupida cotta non creerà problemi a nessuno, tantomeno a me."
Hvitserk era preoccupato, aveva anche altri pensieri per la testa ma non me li rivelò.
Di rimando andò da Megan mentre io ne approfittai per assicurarmi che tutto fosse pronto per la partenza.
Indossai il mantello con il cappuccio e mi riposai accanto ai remi. Dormivo sempre con un occhio semi aperto per poter restare sempre attento a qualsiasi problematica durante il viaggio.
Sarebbe durato diversi giorni, ne ero consapevole. Non dovevo soltanto badare al cielo, nella speranza che non piovesse, dovevo anche tirare su il morale dei miei uomini. Già con mio padre avevo constatato quanto fossero pericolosi gli uomini senza speranza. Non potevo permettermelo in quel momento.
Più il cielo si scuriva, più i norreni provavano a dormire. Non mi smossi tutto il tempo. Megan dormiva insieme a Freydis ai piedi di suo fratello. Non riuscivo ancora a capire perché Freydis fosse così legata a Megan. L'avevo resa libera ma non aveva voluto abbandonare Megan. Ero sempre più incuriosito dal comportamento dei cristiani.
Megan aspettò che tutti dormissero per venire al mio fianco.
"Non dormi?" Mi domandò in cerca d'acqua. Le porsi il boccale e le scossi la testa.
Si sedette accanto a me. Nonostante si sforzasse che tutto andasse bene, il vuoto assoluto intorno a noi la spaventava. Non riuscivamo più a distinguere il confine del cielo dal mare. Solo qualche stella illuminava il cielo. Ne ero contento, ciò significava che non ci sarebbe stata una tempesta il giorno seguente.
"Dovresti dormire, solo così manterrai salda la lucidità per ragionare..." sussurrò tremando.
"Vieni qua..." le sussurrai aprendo il mio mantello.
Sembrò titubante e scosse la testa.
"Stanno dormendo, non se ne accorgeranno." La incitai e lei finalmente si sdraiò accanto a me, lasciandosi coprire con il mio mantello.
"Non aver paura. Anche se in questo momento gli occhi ti mentono sai bene dove sei. Sei al sicuro sulla nostra nave e le onde sono lievi. Andrà tutto bene..." sussurrai piano tra i suoi capelli mentre un suo sospiro alleggeriva la tensione.
"È un po' come con le persone. Anche quando sei lontano da chi ami , nonostante gli occhi ne siano distanti, sai che il tuo cuore è lì, con quella persona. Hai delle certezze per cui non bisogna avere prove..." Cercai di tranquillizzarla ma era tesa.
"Di cosa parlavi con Hvitserk?" Mi domandò improvvisamente e capii che quello era il motivo principale della sua tensione .
"Nulla di importante, perché ti interessa?"
Si strinse maggiormente a me e sollevò lo sguardo per fissarmi negli occhi.
"Sto rischiando la mia vita per te. Se ci fossero problemi me lo diresti, vero?" Chiese nuovamente facendomi tirare un sospiro di sollievo.
Non sospettava nulla della nostra conversazione.
"Non ci saranno problemi perché non metterei mai la tua vita in pericolo. Okay?" Esclamai avvertendo dei brividi improvvisi.
Annuì col capo. Avvicinai le mie labbra alle sue e lei si tirò indietro.
"È troppo buio per vederci..." bisbigliai pianissimo sfiorando il suo naso.
Ricambiò il bacio. Lentamente, elegantemente , quasi a privarmi di ogni peccato.
Era sicuramente una regina. Una regina che aveva rinunciato al suo re per la libertà. Alla ricerca di un futuro incerto.

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