Capitolo 15: Take My Hand

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IVAR'S POV.
Dov'erano finiti?! Avevo sempre avuto il dubbio che Hvitserk potesse tradirmi, ma Megan... dopo le parole che , in preda alla rabbia, le avevo urlato nel bosco non credevo volesse più restare dalla mia parte. Avevo esagerato, come sempre. Odiavo chi volesse prendere le decisioni al posto mio e lei aveva provato ad influenzarmi. Provavo un mix di odio e ammirazione per lei. Questo rapporto mi avrebbe portato alla follia.
"Stanno arrivando, Ivar..." sussurrò una delle guardie facendomi tirare un sospiro di sollievo.
"Entrambi?" Domandai calmo.
"Entrambi!" Sentenziò regolando il battito del mio cuore.
Corsi, per quanto mi fosse permesso, alla tenda di Megan.
Scorsi dei movimenti strani mentre entrai. Quando notai Freydis provare gioielli e vestiti di Megan non mi sorpresi. Nonostante l'ingenuità di Megan, avevo sempre notato quanto Freydis fosse ambiziosa. Non si sarebbe accontentata di essere una semplice donna libera.
"Cosa stai facendo?" le domandai scettico poggiandomi allo scrittoio e sorreggendomi sul mio ferro.
"Sto sistemando gli abiti della mia lady..." si giustificò facendomi spuntare un sorrisetto irrisorio.
"Megan ti ha resa libera, l'ho vista badare a sé e alla sua roba da sola e senza aiuti da allora. Non mentirmi... sai cosa accade a chi mi mente?" Le domandai.
Mi avvicinai a lei osservandola rimpicciolirsi ad ogni mio passo.
"Ogni tanto non mi dispiacerebbe sentirmi quasi una regina..." rivelò finalmente.
Sapevo invidiasse in cuor suo Megan.
"Potresti diventarlo..." sussurrai scatenando un sorriso di dissenso sul suo volto.
"Non accadrà mai... ogni re sceglierà una nobile al suo fianco." Rispose piano.
"Cosa sta succedendo?!" Domandò con fermezza Megan facendomi sobbalzare.
"Io... stavo..." iniziò Freydis ma Megan la zittì.
"Chiedo ad Ivar. Lasciaci soli, Freydis." Le comandò risoluta.
Osservai Freydis uscire piano fuori dandoci la privacy che la sua ex padrona le aveva richiesto.
"Strano come ti fidi più di lei che di me... sono errori che una persona sveglia come te non dovrebbe commettere." Le rinfacciai dopo la scena a cui avevo assistito.
"Sono una cristiana, Ivar. Ho dato tutto ciò che un uomo desidera a Freydis, la libertà. Se un giorno mi tradirà il tradimento graverà sulla sua coscienza peggio di una spada nel petto. Tu mi hai dato tutto e mi aspetto in qualsiasi momento che mi venga sottratto." Mi spiegò attirando la mia attenzione.
"Sei tornata..." sussurrai nascondendo un sorriso soddisfatto.
Notai il suo volto incupirsi e il suo sospiro accelerare.
"Sì, ancora per poco. Ricordi?" Mi rinfacciò.
Era più cocciuta di un mulo.
"Basta, Megan. Vuoi sentirti dire che mi dispiace? Allora sì, mi dispiace. Scusami se ti ho trattata male..." mi scusai mentre il suo volto si rilassava alle mie parole.
"Okay. Scuse accettate." Sussurrò piano sorridendo.
Il suo gesto mi confuse. Non mi aspettavo un suo assenso così veloce.
"Perché?" Cercai di far chiarezza.
"Nella vita ci capita di fare mille errori. L'importante è rimediare. Credevo che le tue scuse non sarebbero arrivate e, invece, eccole. Sono più che gradite, Ivar." Sussurrò avvicinandosi.
Vestita da shieldmaiden mi attraeva maggiormente. Dovevo tener fede soltanto alla mia mente e razionalità per non lasciarmi coinvolgere emotivamente da lei. Eppure in parte c'era riuscita. Le avevo appena chiesto scusa!
"Non fidarti di me." Le bisbigliai mentre i suoi occhi dorati cercavano le mie labbra. Perché nessuna norrena aveva i suoi lineamenti e i suoi colori!?
"Infatti non mi fido più di te. Sei pericoloso, Ivar. Basta uno scatto di rabbia per farmi fuori. Stare con te vuol dire rischiare la vita ogni giorno." Rivelò.

La sua risposta mi raggelò. Sentivo che lentamente si stava allontanando da me e cercavo di capire in tutti i modi se fosse finita.
Le catturai il viso per posarle un bacio sulle labbra. Non si allontanò. Il sollievo che ne derivò fu tale che mi permise di staccarmi qualche secondo da lei e notare qualcuno spiarci .
Mi avvicinai cauto all'ingresso della tenda e la chiusi. Non ne rivelai a Megan il motivo per non spaventarla o agitarla ma sembrò capirlo.
"Non devo più dimenticarla aperta..." sussurrò con un sospiro.
Avevo il timore di chiederle come fosse andato lo scambio. Sapevo che avremmo litigato.
"Lo scambio è andato bene. Siamo stati trattati come se fossimo parte della famiglia. Beh... Hvitserk lo è... ti proporranno la pace domani. Io e Hvitserk siamo d'accordo ma tu sei il futuro re. A te spetta la decisione finale..." continuò leggendomi nel pensiero.
"Hvitserk mi tradirà?" le domandai con il cuore a mille.
Non mi piaceva dimostrarlo ma tenevo tanto a mio fratello, nonostante il suo odio.
Scosse il capo convinta.
"Assolutamente no, Ivar. Ho visto un fratello scongiurare il proprio fratello di combattere al suo fianco invece che al tuo. E Hvitserk non ha ceduto. Se non fossi così ossessionato dal tradimento non perderesti tutte le persone al tuo fianco!"
Mi affiancò.
Mi prese il viso tra le mani e mi accarezzò una guancia delicatamente. Aveva gli occhi fissi nei miei, quasi volesse dirmi: davvero credi che riuscirei a tradirti? Che me ne andrò?
"Ti ho dato il mio primo bacio, stanno girando voci poco carine sul mio conto, ho litigato con mio fratello per te, sono tornata. Cos'altro dovrei fare?"
Shh... la zittii baciandola. Non sapevo avesse riservato a me il suo primo bacio. La sua devozione, per quanto inspiegabile, mi spingeva a trattenerla e non lasciarla andare. Le posai dei baci sul mento e sul collo. Il suo corpo si irrigidiva ad ogni mio contatto.
"Rilassati", sussurrai al suo orecchio, "Sei troppo tesa..."
Le mie parole sembrarono scuoterla, prese lei la seconda iniziativa. 
Poggiò le braccia intorno alle mie spalle eliminando la distanza tra noi. Avvertivo il suo respiro sulle mie labbra. Eravamo così vicini che per un attimo avvertii il suo cuore battere velocemente. La desideravo, tanto. I suoi capelli scuri in contrasto con i suoi occhi dorati, come le ricchezze a cui i norreni aspiravano, la rendevano l'opposto della dea Freya dai capelli oro e gli occhi azzurri, quasi come se fosse nata per farle guerra, per prendere il suo posto di dea della bellezza e dell'amore...
L'attirai a me e lei ne approfittò per ribaciarmi. Sembrava capire al volo ogni mio pensiero e movimento. Con il braccio libero le contornai i fianchi, opportunamente rivestiti dai pantaloni. Solitamente indossava vestiti ma quell'abbigliamento era diventato assolutamente il mio preferito.
Le spostai una ciocca di capelli e notai delle forcine tra loro. Il mio sguardo confuso la fece arrossire. Si scansò e notai il suo volto incupirsi.
"Non avevi queste forcine prima, o sbaglio?" le domandai riferendomi a quella mattina.
Negò con il capo.
"Me le ha date tuo fratello..."
Certo, Hvitserk le utilizzava sempre.
"Hvitserk è sempre molto carino con te, sono contento che abbiate risolto." sussurrai.
"In realtà è stato Bjorn..." rivelò distratta.
Una distrazione innocente che era riuscita a far ribollire il mio sangue. 
Non sapevo chi Bjorn si credesse di essere. Ero certo ci avesse provato con lei. Era impossibile che fosse rimasto impassibile dinanzi a lei. La differenza tra me e Bjorn restava che io desiderassi solo lei, non avrei cercato altrove carezze o baci. Bjorn poteva avere chiunque, le donne cadevano ai suoi piedi e per questa ragione lui otteneva attenzioni ovunque volesse.
"Gli hai parlato?" le domandai con calma.
"Più che parlato... l'ho minacciato di non toccare mio fratello!" bisbigliò facendomi scappare un sorriso.
Amavo il suo modo di fare, il suo sorriso e il suo modo di ragionare e l'avrei sposata... se solo fosse stata una norrena.

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