Capitolo 40: Headmund

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MEGAN'S POV:

"Devo dirglielo, Björn!" annunciai mentre salivamo sulle navi.

"Se è questo ciò che vuoi, facciamolo!" sussurrò posandomi un bacio sulla fronte.

"No, Björn. E' mio fratello. Lo farò da sola."

Björn mi abbracciò forte. Accarezzò i miei capelli e mi baciò.

"Grazie per quello che hai fatto con Alfred. Nessuno avrebbe avuto il coraggio di confessare al re un tradimento simile. E lui è stato un uomo d'onore e ammirevole, come avevo sempre immaginato. Doveva volerti davvero molto bene da concederci un passaggio sicuro dopo quello che gli ho fatto."

"Tu hai salvato mio fratello. Io ti sarò riconoscente a vita, Björn. Devo molto ad entrambi..." precisai notando mio fratello Heahmund infuriato in lontananza.

Sicuramente non capiva perché stessimo partendo e perché fossi lì invece che con re Alfred.

"Sono stato tre giorni in prigione! Solo tre! Cosa diavolo sta succedendo, Megan?!" domandò con rabbia costringendo Björn a non allontanarsi da quella conversazione.

"Re Alfred non mi sposerà. Ha scelto un'altra sposa. Ce ne stiamo andando e... c'è una cosa che devo dirti." iniziai provando a mantenere la calma nonostante tremassi.

"Impossibile che Alfred abbia annullato le nozze. So che è colpa tua e spero ci sia una motivazione più che valida..."

"In effetti c'è una motivazione valida, Heahmund. E se mi prometti di non disonorarmi te lo dirò..." sussurrai guardandolo negli occhi.

Mio fratello non mi lasciò parlare. Mi venne incontro e mi abbracciò. Mi accarezzò piano i capelli e sospirò.
"Perdonami. Non so come abbia potuto farti anche lontanamente immaginare di poter disonorarti. Non sono stato il miglior fratello del mondo per te."
Le parole di Heahmund mi lasciarono perplessa. Un po' perché mi aspettavo una sua reazione delirante, un po' perché non si sentiva un fratello degno, e ciò mi struggeva.
"Heahmund... Io non sono stata la sorella migliore del mondo. Ho infranto la nostra promessa, ho tradito il re e adesso aspetto un bambino... Penso che tu voglia uccidermi adesso." Rivelai d'un fiato.
Heahmund non rispose. Restò in silenzio, elaborò la mia rivelazione e mi osservò cauto.
Quando mi abbracciò lo stupore mi spinse alle lacrime.
"Ora capisco tutti quei discorsi strani di Lagertha su te e Björn. Voleva prepararmi a questo momento. So che abbiamo entrambi sbagliato i nostri ruoli. Ma un figlio... un dono di Dio. E diventerò zio!" Esclamò accarezzandomi la pancia.
Mi ritrovai a piangere alle parole di Heahmund. Mai mi sarei aspettata una reazione del genere da parte di mio fratello.
Björn mi cinse le spalle e mi baciò sui capelli.
Era contento che non avessi i problemi che credevo di possedere.
Avevo il terrore della reazione di Heahmund che in realtà era stato molto dolce nei miei confronti.
"Ti voglio bene, Heahmund. Sarai un ottimo zio..." gli sussurrai abbracciandolo.
Mio fratello non staccava l'abbraccio e anche Katherine ci guardava fieri da lontano.
Corsi da lei e la invitai a salire sull'imbarcazione.
"Sono felice che tu stia con noi..." le rivelai posandole un bacio sulla guancia.
Il mio gesto la sorprese. Si destò velocemente e mi diede un po' di carne da mangiare.
"L'ho conservata per te prima della partenza. Devi restare in forma per la piccola creatura dentro di te..." sussurrò dolcemente poggiando una scatola sulle navi.
Katherine si prendeva cura di me. Ed io le volevo bene. Ero riuscita a dare una seconda possibilità a qualcuno che non fosse Freydis.
E in quel momento ricordai.
Presto avrei rivisto Ivar e Freydis, insieme. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e Björn dovette accorgersene.
"Tranquilla, Ivar morirà prima che noi mettiamo piede nel cuore di Kattegat." Mi confortò.
Quella notizia mi agitò maggiormente.
Nel mio cuore non volevo che Ivar morisse.
"Durante il viaggio voglio restare al tuo fianco... se dovessimo perderci durante la battaglia..." non terminai la frase che gli occhi di Björn mi fulminarono.
"Tu non ti batterai. Non credevo dovessimo parlarne."
"Perché no?" Controbattei curiosa ma non infastidita.
"Nostro figlio nascerà ed avrà una madre! Non permetterò che tu combatta mettendo in pericolo la tua vita, quella di nostro figlio. Ne morirei. Preferirei morire infinite volte in battaglia che vederti soffrire." Rivelò.
Gli risposi con un bacio.
Björn mi faceva sentire protetta, al sicuro e amata.
Lagertha ci guardava soddisfatta da lontano mentre prendevo in giro Björn.
"Non morirai in battaglia... me lo ha detto un piccolo uccellino stamattina. Non ti accadrà nulla. Ti aspetterò nei nostri campi... e tu tornerai da me." Sussurrai al suo orecchio guadagnandomi un altro suo bacio.
"Sono contento di non averti dovuto costringere." Rivelò cauto invitandomi a sedere nel posto più comodo della nave.
"Björn, se c'è una persona che amo più di me in questo momento, è mio figlio. Non metterei mai la sua vita in pericolo per il mio orgoglio..." sussurrai.
Björn mi sorrise e mi accarezzò una ciocca di capelli.
"Stai crescendo. Non sei più la bambina dispettosa che incontrai al campo di battaglia molti mesi fa." Rivelò.
"Vero, ed è anche vero che ogni tanto non mi dispiacerebbero due coccoline...tue." Lo provocai. Gli eventi erano volati così tanto che non riuscivo più a passare del tempo da sola con lui, e non lo avrei fatto ancora per un bel po'.
"Tra poco avremo una stanza tutta per noi, a Kattegat. Te lo prometto. E allora sarai tu a cacciarmi perché non mi sopporterai più!" Mi prese in giro Björn baciandomi.
Sorrisi alle sue previsioni e mi staccai dal suo bacio per posargli diversi baci sul collo... sulla scapola e... poi Björn mi bloccò.
"Siamo sulla nave. Ora non è il momento giusto per... questo!" Mi redarguì allontanandosi da me.
"Dai, resta qui!" Lo chiamai ma Björn non si fermò.
"Devo mettere tutto in ordine per il viaggio. Poi sarò a tua disposizione fino al nostro arrivo." Mi avvisò.
Finsi un broncio e lo lasciai andare.
Katherine si avvicinò a me e posò la testa sulla mia spalla.
Avrei fatto di tutto per renderla felice a Kattegat. Lei lo meritava sul serio e sentivo che non mi avrebbe ferita.
Ciò che invece mi preoccupava maggiormente era rivedere Ivar. Sapevo che non sarebbe morto come progettavano, ma ero del tutto inconsapevole che quello sarebbe stato solo uno dei numerosi guai che avrei affrontato a Kattegat.

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