Capitolo 27: The news

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IVAR'S POV.

Un'altra mattina in cui mi svegliavo tra le braccia di Freydis. Jacob non era riuscito più a portarmi notizie di Megan. Era semplicemente sparita. E lo meritavo. Eccome. Anzi, lo meritavamo. Stavano ormai passando i mesi.
Quando Freydis si svegliò e mi guardò con quei suoi occhi azzurri e lucenti, capii che lei era ormai innamorata di me. Io stavo iniziando a volerle bene con il tempo. Non che non vedessi i suoi occhi dorati ovunque, anche di notte, ma mi sforzavo di non pensare a lei, soltanto al mio popolo.
Quella mattina fu diverso. Freydis mi sorrise e felice portò la mia mano sul suo ventre.
"Che c'è?" Le chiesi confuso mentre con un sorriso mi posava un bacio sulle labbra.
"Sto aspettando nostro figlio. Il futuro re di Kattegat è qui!" Affermò entusiasta indicandosi la pancia.
Mi mancò il fiato. Per la prima volta in vita mia restai senza parole.
Mi emozionai.
Sentii una lacrima scendermi sul viso e Freydis la raccolse con le dita.
Ero contento. Finalmente avrei avuto un figlio che sarebbe stato un re, migliore di me, perché non avrebbe avuto i problemi fisici che avevo io. La baciai. Freydis ne fu molto colpita. Non prendevo mai quel genere di iniziative. Eppure quella volta accadde. E lo desiderai per la prima volta. Freydis mi saltò in braccio e continuò a baciarmi. Quella mattina la felicità regnava a Kattegat, non vedevo l'ora che Hvitserk lo sapesse.

MEGAN'S POV.
"Megan, devo parlarti." Mi interruppe Björn mentre impartivo la lista delle ultime cose da sbrigare per il ballo a Katherine, la dama che ormai avevo accettato.
"Björn, perdonami ma è da tempo ormai che mi rimandano questo ballo, ed io lo sto organizzando soprattutto per voi!" Gli ricordai.
"Lo so, Megan ma è molto importante. Voglio prepararti a quando sarà re Alfred a dirtelo." Rivelò ed io mi bloccai.
Sicuramente era una brutta notizia.
"Kat, porta questa lista in cucina. Fai un bel lavoro. Mi affido nelle tue mani." Ordinai.
Con un piccolo inchino Kath si allontanò.
"Alla fine ti sei fidata anche di lei..." mi provocò Björn con un sopracciglio alzato.
"Ti sbagli. Un ballo rovinato non è paragonabile ad un cuore spezzato." Affermai abbassando lo sguardo.
"Mi meraviglia che tu sappia scrivere." Rivelò poi, in modo non offensivo.
Alzai le spalle : "per fortuna sì."
"Come procede con Alfred?" Domandò improvvisamente cogliendomi alla sprovvista.
"Perché me lo chiedi?"
"Sto per dirti una cosa e voglio capire come la prenderai." Rivelò sedendosi alla mia scrivania.
I suoi capelli erano raccolti in modo ordinato.
"Dimmelo e basta. Non sono una bambina a cui devi far capire le cose con calma. Se riguarda Ivar... puoi dirmi tutto." Risposi agitata guadagnandomi una sua occhiata.
I muscoli di Björn si rilassarono. Sedeva con una disinvoltura e sicurezza che mi disarmavano. Non avevo ancora conosciuto una persona più potente di lui, ero contenta che potesse essermi amico.
"Freydis aspetta un bambino da Ivar." Rivelò d'un colpo spiazzandomi.
Trattenni il fiato metabolizzando ogni sua parola.
Si stava realizzando una favola: aveva ottenuto il suo regno, la sua regina e il suo erede. Tutto era perfetto ed io non ne facevo parte.
Ero contenta di essere partita e di non vedere i suoi occhi felici al fianco di un'altra.
La favola in realtà , era di Freydis. Da schiava a sovrana. Che bel colpo, tutto grazie a me...
"Va bene, Björn. Grazie per avermi aggiornato." Sussurrai piano causando un suo cipiglio imbronciato e stranito.
"Non ti rattrista la cosa? So che i bambini sono una cosa meravigliosa, ho anch'io due figli. Eppure non è semplice sapere che la persona che ami stia realizzando tutto ciò con un'altra." Rivelò.
Mi soffermai nei suoi occhi e sulla piccola freccia sotto al suo occhio sinistro, o almeno ciò che pensavo fosse una freccia tatuata. Quegli strani disegni non esistevano nel Wessex ma io li trovavo affascinanti.
"Björn, sto provando a mantenere la calma. Guarda..." iniziai mostrandogli la mia mano tremante, "se non mi controllo, sarà la fine. Non voglio, sarò più forte di così."
Mi tirò per il braccio e mi abbracciò.
Quelle braccia che avevano ucciso tante persone senza tregua adesso si stavano dedicando ad un atto tanto nobile come un abbraccio.
Lo abbracciai più forte poi mi staccai e decisi di mostrargli qualcosa.
"Guarda Björn." Sussurrai avvicinandomi all'armadio, "questo è l'abito del ballo. È dorato. Nessuno lo sa. Vorrei che anche voi indossaste anche solo un piccolo accessorio in oro, in segno della nostra unione, che sarà tale anche in futuro. Se Alfred mi chiedesse di sposarlo durante il ricevimento, vorrei che tutti sapessero ciò che spetterà al nostro regno. Ho già parlato con Alfred. Non è contrario, ha solo paura di ciò che penserà il popolo. Ma io no. Non ho paura. E loro non devono averne di voi. Siete speciali, è arrivata ora che lo sappiano."
"Certo. Mi assicurerò che il tuo desiderio sia esaudito." Mi assicurò cingendomi i fianchi con un braccio.
"Alfred mi ha baciato..." gli rivali improvvisamente senza un motivo specifico.
Seguì un attimo di silenzio carico di tensione.
Sapevo che quella rivelazione significasse avvicinarsi sempre di più al motivo della nostra presenza lì.
"Ne sei contenta?" Mi domandò improvvisamente, "non stai facendo tutto questo solo per noi, vero?"
Per un attimo immaginai il mio futuro con Alfred ed un figlio con lui. Mi sembrava così assurdo.
"Lo sarò, Björn. Lo sto facendo per me stessa. Ho capito che probabilmente non sarò mai libera." Sussurrai.
"Davvero pensi questo? Che la libertà non esista?" Mi chiese incredulo.
"Dove mi ha portato la libertà? Non lo vedi? Sono di nuovo in catene nel mio regno perché dove mi sentivo realmente libera ero odiata e presa in giro in giro da quello che consideravo amore!" Gli urlai.
Il silenzio imbarazzante che ne seguì fu la conferma che ciò che pensavo fosse vero.
"Oh, Meg. Il vero amore non rinuncerebbe mai a te. Il vero amore rinuncerebbe a TUTTO per te." Precisò posandomi un bacio sui capelli, "ma non sarò io ad obbligarti a non sposare Alfred. Anzi, sono stato il primo a dirti che sarà un buon marito. Solo che... non voglio portarmi il tuo volto infelice sulla coscienza per sempre , a causa mia."
Mi accarezzò i capelli in tutta la loro lunghezza e avvertii uno strano brivido nello stomaco.
"Ti sei più innamorato dopo Porunn?" Gli domandai a bruciapelo approfittando di quel momento di debolezza.
"No." Rivelò.
"Allora perché mi vieni a parlare di un matrimonio infelice quando tu hai sposato Torvi senza amarla!" Gli rinfacciai.
"Perché non voglio che tu commetta i miei stessi sbagli." Sussurrò.
E capii subito che Björn stava facendo accrescere i miei dubbi, ed io iniziai a vivere in un momento di totale confusione.

N.A.: entro stasera proverò a pubblicare anche il prossimo capitolo. Ci sarà un vero e proprio stravolgimento🤫.

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