Capitolo 43: Miss you

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MEGAN'S POV.

Quando mi svegliai Björn non era più al mio fianco. Capii che era arrivato il momento dello scontro, ed io mi sentivo così piccola e impotente dinanzi a questa nuova situazione.

Katherine era con me, in pensiero, e potevo tranquillamente scorgerne il motivo.

"Perché ho sempre la sensazione che vada tutto male?" le domandai incrociando il suo sguardo corrucciato.

"Perché nel mondo nulla è rose e fiori. Devi aspettarti di tutto in ogni momento. Se ci pensi bene non è una cosa così pessimistica. Ti aiuta a goderti di più le persone che hai a fianco ogni momento." mi consolò affiancandomi.

Il mio stomaco si contorceva al pensiero di quella guerra e della mia piccola (ma soffocante) perdita.

"Devo rivelarti una cosa, Katherine..." le dissi finalmente.

Acconsentì con il capo, pronta ad ascoltarmi.

Tirai un sospiro carico di tensione e le parlai:

"Questa guerra mi uccide profondamente. Se Ivar vincesse e uccidesse Björn, il mio cuore ne rimarrebbe distrutto. Stavo per creare una famiglia con Björn. E' l'unica persona che prova sempre a far di tutto per rendermi felice. Ma se Ivar perdesse... perderei lui. Te ne ho parlato già ma non ti ho mai rivelato che fosse il fratello di Björn. Io sono scappata ad Essex perché Ivar stava per sposare Freydis, la schiava che avevo reso libera in onore della nostra amicizia. Io e Ivar avevamo una relazione. So che sembra una pazzia ma Ivar non è il tiranno che tutti descrivono. Mi ha amata e protetta finché non ha deciso di porre il suo potere prima dell'amore..."

Katherine bloccò il mio racconto: " Lo ami ancora? Che mi dici di Björn?"

"Non è questo, Katherine. Io amo Björn ma non posso pensare che Ivar muoia così, dopo tutto ciò che ha sofferto. Björn è stato benedetto fin dalla nascita. E' grande, è un guerriero eccellente fin dalla giovane età, figlio del re norreno più grande di tutti i tempi, rispettato e onorato da tutti dunque fin dalla nascita. Ivar ha dovuto combattere tutti i giorni della sua vita per arrivare dov'è adesso, ad essere rispettato e farsi valere. Ha vinto battaglie solo con la sua mente non potendo fisicamente. Io lo ammiro, Katherine. Non posso accettare che muoia con la nomina di mostro... perché non lo è, assolutamente. Avessi potuto udire anche solo una volta la sua risata... è tutto purché un mostro. Te lo assicuro."

"Björn lo sa?" domandò dopo aver esitato qualche momento.

"Björn sa del mio rapporto con suo fratello. Ma non sa che non vorrei che lui morisse. Crede che io ormai lo odi, ma non è così. Non riuscirei mai ad odiare Ivar come odio Freydis. E non so se sia il modo in cui mi ha baciata quando tornavamo da Essex ed io avevo paura del buio, o il modo in cui mi accarezzava quando stava per spogliarmi e non distoglieva il suo sguardo dai miei occhi per non farmi sentire a disagio, o forse... il modo in cui riusciva a tenermi testa con i suoi racconti e le sue strategie di guerra... mi manca, Katherine."

"Megan..." iniziò Katherine titubante,  "adesso hai bisogno di riposare. Ti prometto che non dirò nulla a Björn. Hai vissuto una brutta esperienza ed è normale pensare ai momenti felici in questo momento. Ma adesso so anche perché non ti fidassi di me quando sei arrivata alla corte di re Alfred. Riposa, Megan... non meriti distruzione nella tua vita e ti capisco quando dici di non voler alcuna morte..." mi cullò piano.

Non ero stanca ma mi addormentai. Lo stress provocato da quella moltitudine di emozioni e turbamenti stava iniziando a dare i suoi frutti.
Quando mi svegliai e riconobbi il volto della persona che mi fissava dinanzi a me, ebbi un sussulto e lo abbracciai contenta che forse qualcosa stesse andando per il verso giusto. Ma invece...

"Hvitserk..." sussurrai con la voce rotta. Hvitserk ricambiò l'abbraccio ancora più forte.
"Avrei voluto essere qui durante questo bruttissimo periodo. Ma adesso ci sarò, per sempre, te lo prometto." Mi bisbigliò Hvitserk quando Björn fece il suo ingresso.
Sapevo che in fondo quello fosse il suo sogno da sempre.
"Come hai fatto ad allearti con Björn?" Gli domandai preoccupata per Ivar.
Se Björn e Hvitserk erano lì significava che Ivar aveva perso...
"Ivar ha avuto la meglio... ha perso completamente la testa. In molti si sono alleati con Björn oggi. Ma ne abbiamo persi molti..."

A quelle parole il mio cuore prese a battere forte.
Dov'era Heahmund?
"E mio fratello dov'è? Corre sempre da me quando termina una battaglia, per rassicurarmi che stia bene." Domandi .
Björn e Hvitserk si scambiarono uno sguardo perplesso e capii all'istante.
Perciò Lagertha non era lì. Perciò non era stato Björn a svegliarmi, e perciò Hvitserk era lì.
Björn prese il suo posto e trattenne la mia mano tra le sue.

Era ancora sporco, del sangue colava sul suo viso, eppure ero stata il suo primo pensiero. Mi pentii immediatamente di come avevo parlato di Ivar con Katherine.
Björn mi baciò la mano e mi fissò negli occhi.
"Io non voglio darti un altro dispiacere. Mia madre è completamente contro e se n'è andata. Io non voglio prenderti in giro. So che tu non commetterai nulla di insensato. Tuo fratello... non ce l'ha fatta. È morto da eroe e ti giuro su Odino che avrà un funerale degno di un Cristiano." Rivelò uccidendomi.

Björn aveva solo pronunciato la sentenza ad una sensazione già avvertita. In quel momento avevo perso tutto. Mio figlio, mio fratello... i miei genitori...la mia vita aveva perso tutti e tutto. Mi sentivo priva di ogni senso.
"Megan, non sei sola. Io sarò sempre qui con te... e per te." Sussurrò Björn ma non lo ascoltavo più.
Mi ero rinchiusa in una campana e tutti i suoni intorno apparivano ovattati.
Anche quando rividi Freydis, dopo tutto quel tempo (sembrava quasi un'eternità...) non mi mossi.

"Ivar ha ucciso il mio bambino, spero di trovare la sua testa su una pica." Sentenziò facendomi raggelare.
Stava tradendo suo marito nel peggiore dei modi. Era stata lei a sfruttarlo per avere la vita che desiderava... e ora, stava aprendo le porte per la sua morte.
Tutti l'ascoltavano attenti e sollevati. Ma io... odiavo quella voce.  Volevo che sparisse, evaporasse.
"Megan..." sussurrò Freydis prima di andarsene.
Il senso di odio, mischiato a quello di dolore mi spinse per la prima volta ad alzarmi dal letto. Non riuscii ad avanzare di un passo verso di lei che crollai al suolo.
Björn corse in mio soccorso e provai invano ad allontanarlo.
"Mandatela via. Mandatela via..." bisbigliai mentre Björn mi raccoglieva tra le sue braccia.
Björn non lo fece. Ma una piccola figura, Katherine, si avventò su di lei e la spinse fuori la tenda.
Senza dire una parola, ma aveva capito. Ed anche io, avevo capito che Katherine non sarebbe mai stata come Freydis e che forse... non ero del tutto sola.

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