"Ti ho portato questa" sussurrò Ubbe posandomi una coperta sulle spalle e cercando di non far rumore e svegliare suo fratello.
"Ti ringrazio" sussurrai guardandolo negli occhi.
"Hai fame?" Mi domandò Ubbe mentre Hvitserk faceva il suo ingresso guardingo.
Scossi il capo convinta ma mi avevano già portato da mangiare e da bere.
"Cosa volete da me?" Domandai seria posando il mio sguardo su entrambi.
"Come, scusa?" Chiese Ubbe con una finta ingenuità che offendeva la mia intelligenza.
"Mi avete portato una coperta, mi avete servito del cibo e dell'acqua . Due sono le possibilità: o volete avvelenarmi o volete qualcosa da me. Siccome Ivar non c'è, ed è lui il Lothbrok che mi odia di più , credo che la seconda opzione sia quella giusta." Rivelai guadagnandomi un loro sguardo serio.
"Verrai con noi." Ordinò Ubbe mentre mi liberava.
"Nell'accampamento anglosassone? Siete più pazzi di Ivar!" Li redarguii massaggiandomi il polso ancora dolorante e appena libero.
"Ivar non deve sentirci o manderà all'aria tutto." Mi sollecitò Hvitserk, sembrava quello più teso.
"Ivar è pazzo, è vero ma in un solo giorno ho percepito la sua astuzia e scaltrezza. Rimarrete delusi e umiliati , lo ribadisco." Mi intromisi guadagnandomi la rabbia di Ubbe.
"Non mi prenderò la responsabilità di aver rapito la futura moglie cristiana del principe , sorella di uno dei vescovi più riconosciuti per una stupida follia di Ivar. Voi anglosassoni sembrate così pacifici ma in realtà trovate sempre una scusa per mostrare al mondo la vostra meschinità e il vostro potere apparente. Io voglio andarmene da qui." Ribadì facendomi gelare il sangue nelle vene.
Il re non avrebbe mai permesso una cosa del genere. Avevano ucciso suo padre, re Ecbert. La vendetta per un padre sarebbe stata più importante della vita o prigionia della sorella di un vescovo e forse futura moglie del principe.
Non potevo permettere che mi portassero con loro in una missione suicida e farmi ammazzare quando avrebbero scoperto le intenzioni del re.
"Non verrò." Affermai risoluta rimettendo le catene.
"Tu verrai ." Mi ordinò Ubbe provocando un mio risolino di sfida.
"Potete anche portarmi con la forza ma io chiamerò Ivar e tutto salterà in aria." Proposi facendo innervosire i ragazzi dinanzi a me.
"Ti uccideranno. Non hanno bisogno di una cristiana." Sussurrò Ubbe serio quasi volesse farmi ragionare.
Scossi il capo.
"Tu non capisci, Ubbe. Voi trattate le donne come vostre pari se non superiori. Ho visto come combattono , sono forti, coraggiose, fanno invidia e paura a qualsiasi signora d'Inghilterra. Non voglio tornare lì. Non voglio continuare a far da statuina ad ogni incontro formale, attenta a ciò che dico, ciò che faccio, come mi muovo, come mi comporto, lasciando scegliere agli altri chi devo sposare e quanti figli procreare. Ubbe, resterò qui. Se mio fratello vorrà , verrà a prendermi ma non sarò mai io a sottomettermi al loro potere, non sarò io ad umiliarmi ed essere rifiutata come merce di scambio perché una donna non vale quanto due o tre terre del Wessex. Resterò qui, questa è la mia decisione." Rivelai incuriosendoli.
"Perfetto. Tieni pure ciò che ti abbiamo offerto, andremo da soli. Domani parleremo con Ivar. Non muoverti" sussurrò Ubbe allontanandosi con Hvitserk.
Passarono diverse ore quando la luce del giorno illuminò le pareti della stanza. Non avevo chiuso occhio e non avevo più avuto notizie dei due fratelli entrati in campo nemico.
Fu Ivar il prediletto a svegliarmi.
"Buon giorno futura principessa." Mi derise entrando con il suo bastone in ferro.
"Hai qualche desiderio da esaudire prima di morire?" Domandò avvicinandosi a me.
"Non morirò , lo so. Sono troppo importante per voi." Sussurrai guardandolo negli occhi.
Il suo naso sottile e le labbra leggermente carnose gli conferivano un aspetto molto giovanile e quasi Angelico avrei osato dire se non mi fossi soffermata sui suoi occhi, strepitosi ma pericolosi come il canto di una sirena , che ti attiravano con la loro bellezza soltanto per distruggerti e lasciarti annegare nella loro rete. Mi avrebbe uccisa se non avessi avuto l'appoggio dei suoi fratelli e degli anglosassoni.
"Stai rischiando." Mi minacciò.
"Voglio essere liberata." Proposi.
"Mai. Non mi fido di te."
"Neanche io di te, Ivar senz'ossa. Ma vorrei combattere con te." Azzardai guardando il lurido pavimento ai nostri piedi.
"Combatteresti contro gli anglosassoni, sul serio? Contro tuo fratello?" Mi sfidò con un sorriso facendo girare e rigirare tra le dita un coltellino come passatempo.
"No, combatterei contro gli altri norreni quando razzierete ancora. Voglio che le vostre lottatrici mi insegnino ." Rivelai.
"Si chiamano Shield-maiden, non lottatrici. Non ti aiuteranno mai sapendoti cristiana." Sussurrò serio alzando il mio viso con il suo coltellino.
"Allora vi comporterete esattamente come i cristiani intolleranti del Wessex. Voglio libertà , non solidarietà o compagne con cui pregare." Risposi piano.
"Sei pazza. Hai già tutte le ricchezze del mondo ad Essex, qui varresti molto meno. Non sarai la sposa del re, non sarai la donna più facoltosa delle nostre terre." Sussurrò tra il serio e il curioso.
"Quelle ricchezze sono catene, Ivar. Oro in cambio di una vita monotona e già decisa. La vera ricchezza è la libertà , nessuno dovrebbe saperlo meglio di te." Svelai mostrando le catene alle mie mani.
"Non sei come le donne anglosassoni che ho conosciuto. Ragioni da norrena." Affermò stranito e lasciando svanire la sua rabbia.
"Soltanto perché sono istruita. Sono nata fortunata dopo tutto. Ivar, liberami. Non vi tradirò." Sussurrai fissando i miei occhi dorati nei suoi azzurri e gelati.
Si addolcì . Non so se fosse parte della sua pazzia e lunaticità o stessi davvero facendo centro.
"Ti credo. Ci hanno già pensato i miei fratelli a tradirmi e tu sei rimasta qui. Alloggerai da sola e avrai una schiava con te." Sentenziò facendo segno alle sue guardie di liberarmi.
Ero sconvolta e incerta. Non mi aspettavo una soluzione così positiva e veloce.
"Avrò una dama, non una schiava." Precisai.
Mi guardò nuovamente con stupore .
"Chiamala come vuoi, è di tua proprietà." Sentenziò presentandomi una ragazza esile e bionda, dagli occhi chiari e dolci.
"Mostrale la sua stanza. Ci spetta una lunga giornata, soprattutto per quegli idioti di Hvitserk e Ubbe che hanno avuto l'umiliazoone che gli spettava. Stanno infangando il sangue norreno." Esclamò di colpo avvicinandosi a me.
Arrivavo al suo mento. Dovevo alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi.
"Tra poco discuteremo nuovamente di questa cosa. Ho cose da sbrigare. Sei sotto osservazione, sappilo." Mi puntò un dito contro a cui risposi con un finto inchino che gli fece sollevare gli occhi al cielo.
Si stava smuovendo qualcosa, la mia vita sarebbe cambiata e dovevo capire soltanto verso quale risvolto.
Restava un unico problema, in realtà il più grande: Heahmund.N.A. Ciao lettori, è la prima volta che mi cimento in un genere storico così lontano. Spero vi stia piacendo . Dal prossimo capitolo le scene saranno più lunghe e movimentate, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.🙈
Un bacio,
RosethornM 🤍
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Love and Fear
Ficção HistóricaMegan ha 17 anni ed è la sorella del vescovo Heahmund di Sherborne. Siamo nel IX secolo dopo cristo e i Pagani attaccano il Wessex e invadono York. Megan è così forte e testarda da manipolare e prendersi gioco di chi le sta attorno. Non a caso riesc...