MEGAN'S POV.
"Questa doveva essere la casa di scrittura di Alfred. Qualcosa è andato storto e un incendio ha distrutto l'edificio. Questa natura selvaggia si è riappropriata del suo luogo. Guarda quelle vetrate, quando è mattino e c'è il sole, risplendono di luce propria. Amo questo posto, fin da quando ero bambina..." rivelai a Björn mostrandogli il posto che più amavo al mondo. L'unico in cui mi sentissi al sicuro.
Oltre alle braccia di Ivar...
"Malinconica e misteriosa..." sottolineò osservandosi intorno.
"Sì... quando non lascio andare il mio lato feroce ed aggressivo." Precisai.
"Non credo tu sia aggressiva. È solo una maschera che indossi per non mostrare le tue emozioni reali. Ti ho vista piangere. In quel momento eri la vera te. Non devi disprezzarti..." sussurrò al mio orecchio incupendomi.
Era la prima volta che qualcuno notava il mio lato sensibile. Il lato che provavo sempre ad eliminare.
"Non mi disprezzo. Voglio solo eliminarlo. Vivere senza emozioni. Così non si soffre." Sospirai cercando di sfiorare l'acqua nel pozzo.
Björn mi prese in tempo credendo stessi per cadere.
"Cosa siamo noi uomini senza le emozioni? Niente!" Precisò sistemandomi la manica della tunica porpora.
"Allora non sarò nulla."
Mi sorrise piano poi mi diede il braccio per allontanarmi dal pozzo.
Mi distaccai velocemente.
"Prendere il braccio a York è segno di unione, fidanzamento. A proposito... Hai scoperto qualcosa su Lagertha ed Heahmund?" Gli domandai cauta invitandolo ad uscire dall'edificio in rovina.
"Sì... beh . Mia madre e tuo fratello sono amanti. Quello che sospettavamo è vero..." rivelò.
Mi raggelò il sangue nelle vene.
"Mio fratello non può!" Urlai indignata e Björn rise di gusto sminuendo il mio gesto.
"Il cuore non si comanda..." sussurrò.
"Invece sì!" Gli rinfacciai. Era proprio quello che stavo facendo io sposando Alfred. Stavo spingendo il mio cuore ad andare contro la mia volontà.
"E allora sarai per sempre infelice..." sussurrò al mio orecchio allontanandosi. Non capivo perché lo stesse facendo finché una figura minuta si avvicinò a me.
Io e Alfred eravamo quasi la stessa altezza. Inutile specificare che Björn e Ivar fossero molto più alti e dalle braccia e spalle più toniche. Eppure Alfred possedeva una cultura senza pari.
"Mia Megan. Finalmente Björn ci lascia un attimo soli..." iniziò Alfred facendomi sorridere. Non riuscivo a decifrare il suo tono.
"Poverino, mi fa tenerezza. Per lui è difficile abituarsi a vivere in un paese che ha sempre combattuto. Non lo biasimo, gli sono riconoscente e cerco di aiutarlo. Lui mi ha riportato a casa..." mi riferii a Björn.
"Ed io gli sarò per sempre grato per questo... Sapevo che ti avrei trovato qui, nel tuo posto. E lo speravo..." rivelò.
Mi irrigidii.
Mi voltai cauta provando a distaccare lo sguardo da lui.
"Mi sei mancata." Rivelò. Abbassai il mio volto. Mi vergognavo della genuinità delle parole di Alfred. Mi sentivo sporca nel provare quei sentimenti per un'altra persona. Il nemico di Alfred.
"Ora sono qui..." sussurrai.
"Lo so. Ivar pagherà per tutto ciò che ha fatto." Mi giurò incurante di tutto.
Non sapeva che io amavo Ivar. Che Ivar non mi aveva mai torturata. Che ero lì soltanto perché mi sentivo tradita.
"Megan, dovrei chiederti qualcosa... ma prima vorrei realizzare un tuo desiderio. Chiedimi qualsiasi cosa tu voglia. Anche se credo di intuire già la tua risposta." Propose e sorrise di gusto.
Certo che lo sapeva. Mi conosceva bene.
I miei occhi si illuminarono.
"Vostra maestà, il ballo! È da tantissimo tempo che non organizziamo un ballo!" Esultai.
Alfred scosse la testa sconsolato (odiava i balli) ma poi mi sorrise e mi redarguì: "solo se non mi dai più del voi. È vero che sono diventato re, ma noi restiamo sempre gli amici di un tempo. La tua amicizia mi rende speciale, perciò annulliamo le formalità." Sussurrò mentre continuavo a ringraziarlo.
"Va bene, Alfred. Mi hai reso una donna felice. Posso invitare chiunque?" Domandai speranzosa.
Attesi impaziente il suo consenso e corsi ad abbracciarlo.
"Non è nulla. Potrei fare molto di più!" Esclamò.
Ero troppo contenta.
Avrei già preparato l'abito e le maschere. Quella serata sarebbe stata unica.
"Allora organizzerò tutto io. Corro a dirlo a mio fratello!" Urlai forte abbracciandolo nuovamente.
Sapevo che in cuor suo apprezzava tutte quelle attenzioni.
"Vai. Puoi andare." Sussurrò dolcemente.
Mi allontanai e raggiunsi velocemente le nostre stanze . Il corridoio stretto aveva diversi nascondigli segreti. Io, Alfred e Ethelred li conoscevamo bene. Amavamo giocare a nascondino usando quelle stanze.
Mentre raggiungevo mio fratello notai la porta della camera di Björn socchiusa. Decisi di entrare e invitarlo al mio futuro ballo. Quando lo feci mi pentii immediatamente.
Il dorso nudo di Björn mi imbarazzò a tal punto da mozzarmi il fiato. Mi voltai coprendomi gli occhi e , Björn, divertito, si coprì in fretta trattenendo una risata.
"Ecco perché si chiede sempre il permesso prima di entrare. Non che a me dispiaccia. Lo dico per te. Guardati. Non riesci neanche più a guardarmi in faccia." Mi prese in giro.
"Certo che ci riesco!" Lo guardai e subito riabbassai gli occhi .
Sentivo andare le guance a fuoco. E dalla risata di Björn sicuramente ero tutta paonazza.
"Va bene, va bene. Basta. Parliamo di cose serie. Ho un invito per te. Organizzo una festa a corte e siete tutti invitati."
"Noi norreni non balliamo." Mi rispose contrariato.
"Dai, Björn. Fallo per me. L'organizzatrice sono io. E tu sei il mio ospite speciale..." sussurrai sedendomi accanto a lui sul letto, "non devi ballare per forza. Ci sarà cibo, vino e potremmo conversare come facciamo sempre. Però vorrei che voi ci foste. Che tu ci fossi."
Lo osservai titubante. Sapevo stesse per cedere.
Mi guardò di sottecchi con i suoi occhi azzurri: "Va bene. Verrò . Ma al primo schiamazzo degli inglesi me ne andrò."
Scossi la testa divertita: "Il mio primo ballo sarà con Alfred , non farò un torto ad un re, ma il secondo è riservato a te. In questo modo gli inglesi non si prenderanno gioco di voi e avranno dinanzi agli occhi le basi del nostro nuovo regno. Un regno di alleanze con i norreni, un popolo selvaggio ma dal cuore d'oro. Non rinuncerò a voi. Non abbandonatemi dopo il matrimonio..." lo implorai.
Mi strinse forte la mano e posò i suoi occhi azzurri nei miei: "non rinuncerei mai ad un'alleanza con la regina più forte, risoluta e intelligente di tutti i tempi." Affermò deciso e il mio cuore si riempì di orgoglio.
Lo abbracciai forte, con una forte emozione per il futuro evento ma del tutto ignara della notizia che avrei ricevuto da lì a poco.
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Love and Fear
Narrativa StoricaMegan ha 17 anni ed è la sorella del vescovo Heahmund di Sherborne. Siamo nel IX secolo dopo cristo e i Pagani attaccano il Wessex e invadono York. Megan è così forte e testarda da manipolare e prendersi gioco di chi le sta attorno. Non a caso riesc...