Capitolo 29: Apologize

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MEGAN'S POV.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai tra le braccia di Björn, le mie mani intrecciate alle sue. Eravamo un incastro perfetto.
Sorrisi piano posandogli un bacio sulle labbra. Quel gesto dovette svegliarlo. Tirò un sospiro e si spostò di lato per poter guardarmi negli occhi.
"Megan, dobbiamo parlare di ciò che è successo stanotte." Sussurrò piano con un sopracciglio alzato.
"Sì, penso che debba ripetersi spesso d'ora in poi." Risposi bisbigliando.
Björn sembrò contrariato e il lungo sospiro che tirò me lo confermò.
"Non ti è piaciuto, vero?" Domandai con il cuore a mille a seguito di quel suo piccolo rifiuto.
Il suo volto mutò. Si espose velocemente su di me e mi accarezzò una guancia scuotendo il capo.
"Meg, tu lo hai capito che stai per sposare re Alfred, vero?! Una cosa del genere non può e non deve ricapitare. Siamo in territorio nemico, non metterò a rischio la mia famiglia facendo un torto al re." Rivelò incupendomi.
Il ricordo della proposta di matrimonio di Alfred mi provocò un conato di vomito. Guardai il suo anello al dito e mi venne voglia di gettarlo.
"Quindi sarei uno sbaglio, un torto?" domandai incredula.
"Tu no, ma l'attrazione che provo per te sì. E da quanto ho capito anche tu la provi per me." Mi rispose.
E aveva ragione. Dopo quella notte il pensiero di sposare Alfred divenne qualcosa di impossibile.
"Non voglio smettere. A meno che tu non mi voglia..." lo provocai in attesa di una sua reazione.
Ma Björn non ci cascò.
"Sarà meglio che tu vada in camera tua prima dell'arrivo di Katherine. Dopo sarà difficile spiegare perché sei arrivata tardi e con gli abiti di ieri sera." Cambiò argomento.
"Ci vediamo stasera nella mia camera." Gli sussurrai alzandomi dal letto .
Iniziai a vestirmi e notai gli occhi di Björn allontanare lo sguardo dal mio corpo.
"Io credo tu abbia bisogno di pensare lucidamente. Tra Ivar e il matrimonio con Alfred, non voglio essere io a concludere il tuo quadro della confusione." Rivelò facendomi arrabbiare.
"Ivar non esiste più per me. Alfred non è altro che una finzione a fin di bene. Non c'è niente di confusionario se con te sto bene."
"Che tu lo voglia o no ormai sarà tuo marito. Ed io un tuo rivale perché non so se l'hai capito Megan ma ieri Alfred ha dichiarato guerra con la sua uscita delle guardie." Esclamò.
Mi passai una mano tra i capelli e mi avvicinai a Björn: "niente guerra. Risolverò tutto. Te lo prometto. Scommetto che non sia stata colpa di Alfred ma della regina. Gli parlerò. Non riuscirei mai a tollerare una guerra contro di  voi, contro di te..." sussurrai. Gli posai un bacio sulle labbra e mi lasciò fare.
"Ti aspetto stasera. Sarà il nostro segreto." Gli raccomandai e me ne andai prima che potesse rispondermi.
Per fortuna i corridoi erano vuoti. L'alba era ancora nel picco del suo splendore e di Katherine neanche una traccia.
Mi spogliai velocemente e indossai la vestaglia per potermi fingere coricata.
E di fatto, Katherine arrivò poco dopo.
Sembrò titubante nello svegliarmi ma poi lo fece. Mi alzai e trovai una tunica porpora tra le sue mani.
"Un regalo da parte di re Alfred" annunciò provocandomi un moto di angoscia.
Ero appena tornata dalla stanza di un altro uomo!
"Va bene. Penso di dovermi lavare prima di indossarlo." Sussurrai imbarazzata ottenendo un suo consenso.
Questa volta le concessi di potermi racchiudere i capelli in una treccia ordinata, quella che solitamente sistemavo per andare a cavallo.
La ornò con dei piccoli fiori rossi che aveva trovato nel giardino.
Mi stava raccontando che amava raccogliere fiori e piantarli per vederli crescere in tutto il loro splendore.
Quando fui pronta la abbandonai nella stanza lasciando il suo discorso in sospeso.
La stavo trattando malissimo e in quel momento provai un pentimento terribile. Provava ogni giorno ad essere gentile con me, io la umiliavo con il mio comportamento indifferente.
Stavo esagerando con una persona umile a causa di un'altra con cui mi ero comportata bene fin dal principio e si era poi rivelata falsa e meschina.
Decisi di farmi perdonare e regalarle dei girasoli al mio ritorno da Sherborne. Quando sarei andata a Sherborne...
"Dov'è re Alfred?" Domandai a delle guardie nel corridoio.
Mi indicarono un punto del cortile in cui Alfred discuteva con la regina.
Incurante di quest'ultima mi diressi da loro.
Per fortuna, quando la regina mi vide, ci lasciò soli con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
"Voglio soltanto sapere perché ieri Björn e la sua famiglia sono stati cacciati dal ricevimento." Gli ordinai trattenendo la calma.
Andai al punto senza soffermarmi troppo sui giri di parole.
"Mi dispiace tanto, Megan. Ti giuro che non lo sapevo. Ma ho risolto la situazione. Vuoi organizzare un altro ricevimento?" Mi domandò infuriandomi.
"Certo. Magari ripetiamo anche la proposta di matrimonio dinanzi a loro!"
Odiavo quella lotta tra norreni e cristiani. Ero pro alla tolleranza ma non potevo rivelarlo. Avrei cambiato a poco a poco il mondo, salendo sul trono. Nessuno più doveva morire a causa del proprio credo.
"Ti ho già chiesto scusa. Farò lo stesso con Björn, te lo prometto. Farò di tutto pur di rendere felice la mia regina." Si inginocchiò e mi posò un bacio sulle mani. Proprio in quel momento passò Björn e il suo sguardo mi fulminò come saette in mare aperto.
"Grazie, Alfred." Bisbigliai. Ed anche il suo sguardo si spostò su Björn consapevole di dovergli delle scuse.
Mi allontanai.
Passai la giornata fra la compagnia di mio fratello e della mia dama. Quando arrivò la notte, attesi impaziente e con il cuore a mille che qualcuno battesse alla porta.
Quando mi arresi indossai la mia vestaglia e mi apprestai ad avvicinarmi al letto.
Ma finalmente qualcuno bussò.
Aprii la porta titubante e quando i miei occhi si scontrarono con quelli di Björn chiusi immediatamente la porta alle sue spalle e lo baciai.
"È l'ultima volta." Anticipò.
"L'ultima volta." Acconsentii.
E le nostre labbra tornarono a scontrarsi dando il via all'inizio della fine.

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