Capitolo 19: Are you here?

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MEGAN'S POV.
"Hvitserk!" Urlai correndogli incontro.
Era appena approdato e Jakob, il norreno a cui mi aveva affidato Ivar, non mi mollava un secondo.
"Grazie a te non ho un attimo di libertà." Gli rinfacciai con il mio solito disprezzo.
"Non che ne avessi di più a Sherborne..." mi rispose.
Lo guardai con stupore. Era la prima volta che mi rispondesse. E si prendeva gioco di me!
"Proprio per questo sono scappata." Sussurrai a denti stretti mentre lui se la sghignazzava.
"Puoi scappare da Sherborne ma non puoi scappare da Ivar." Rispose sorridente.
Lo guardai di sottecchi: "Da Ivar no, ma da te... sì!"
Non riuscì a rispondermi, Hvitserk corse ad abbracciarmi fortissimo.
Era un buon segno. Lo zio aveva accettato l'alleanza.
"Tuo fratello mi ha messo sotto copertura." Lo aggiornai indicando con gli occhi Jakob.
"Ha fatto bene. Sei pericolosa." Esclamò sorridente allontanandosi verso il fratello.
Uscì un mah confuso dalle mie labbra che fece sorridere la guardia al mio fianco.
"Hai fatto davvero colpo sui fratelli Lothbrok." Mi prese in giro.
Roteai gli occhi al cielo spazientita, "prima o poi ti ucciderò Jakob la Roccia."
Sghignazzò ancora finché Ivar non passò al nostro fianco. Si zittì in un baleno e arrestò il suo cammino.
"Ha accettato. Combatterà per noi." Esclamò esultante posandomi un bacio sulla fronte.
Di rimando lo abbracciai, così da dargli il mio consenso.
"Non mi compri così, non combatterai lo stesso e Jakob non ti perderà d'occhio." Continuò .
Sbuffai contrariata.
Ormai mangiavo come più di tutti i componenti dell'esercito e dormivo in continuazione. Odiavo tutto quell'ozio.
Sarei ingrassata tantissimo. Non andava bene per i combattimenti. Avrei guadagnato in resistenza ma perso in agilità , il mio punto di forza.
"Almeno ceni con me stasera?" Gli domandai trattenendo la sua mano.
Accennò un sì con il capo e prima di andarsene mi baciò i capelli.
"Non so cosa ci trovino di interessante in una cristiana..." mi offese Jakob guadagnandosi una mia occhiata.
"Di sicuro tutte qualità che tu non possiedi!"
Lo superai di slancio e lui mi seguì. Aspettò fuori la tenda che io mi cambiassi per la cena.
Continuai ad indossare il nero. Freydis mi aveva preparato un abito dalle maniche in pizzo trasparenti e una leggera scollatura sul petto. La gonna cadeva morbida sul terreno rendendo possibile ogni mio movimento.
Lasciai i capelli ricadere lisci e senza alcun ornamento. Amavo la semplicità odiata dagli inglesi, dediti invece agli eccessi.
Quando uscii Jakob non si risparmiò di sottolineare quanto tempo ci avessi messo.
Evitai di sottolineare che quello fosse soltanto il suo compito. Aspettarmi e nutrirmi!
Nonostante fosse buio, intravedevamo bene i volti dei norreni. Ecco perché , quando vidi quello di Björn tra i norreni che non lo lasciavano entrare da Ivar e Hvitserk, corsi da lui.
"Fermati se non vuoi passare i guai." Mi intimò Jakob irritandomi.
Non mi fermai. E quando raggiunsi Björn, i suoi occhi mi scrutarono attentamente prima di proferir parola: "Parli tu con loro o devo ucciderli tutti?"
Sospirai. Odiavo le guardie di Ivar, e odiavo Jakob.
"Perché il figlio di Ragnar Lothbrok è qui fuori, privo di accoglienza?!"Domandai esasperata guadagnandomi una loro occhiata di disprezzo.
"I traditori e i nemici non hanno diritto di entrare!" Mi rispose uno di loro.
Guardai attentamente ognuno di loro negli occhi prima di intervenire nuovamente: "Björn entrerà subito."
Posai una mano dietro la spalla di Björn incitandolo ad entrare.
"Non prendiamo ordini da una cristiana!"
Il mio buon temperamento mi stava abbandonando . Mi avvicinai all'omone che mi aveva risposto e gli puntai un dito contro:
"Ti conviene starmi a sentire e tacere se non vuoi che i tuoi giorni finiscano a breve. Ho una guardia tutta per me ad assicurarsi che nessuno mi faccia del male. Figuriamoci cosa accadrebbe se uno di voi osasse sfidarmi . Fingerò di non aver udito alcun insulto ma Björn stasera parlerà con i suoi fratelli!" Comandai provocando l'imbarazzo generale.
Nessuno mi rispose. Lasciarono lo spazio a Björn per passare ma erano feriti nell'orgoglio.
"Questo è abuso di potere." Mi redarguì Jakob. Risposi con un semplice lo so fiera.
Avrei aspettato lì. Non volevo che la cena con Ivar saltasse. Speravo soltanto Björn non gli alterasse l'umore . Era difficile trovare Ivar sereno e Pacifico tanto quanto era facile farlo arrabbiare.
Perciò quando Björn, dopo davvero tanto tempo uscì, il mio cuore iniziò a palpitare più forte.
"Tutto bene?" Gli domandai posizionandomi dinanzi a lui.
Scosse il capo e mi rivolse la sua attenzione con vivo interesse.
"Devo parlarti..." iniziò cogliendomi di sorpresa.
"Possibilmente da soli..." continuò a denti stretti mandando un'occhiata a Jakob.
Con uno sguardo lo invitai ad allontanarsi, assicurandogli di non preoccuparsi.
"Ivar non sarà d'accordo..." esclamò a denti stretti entrando nella tenda.
Björn mi prese per un braccio e mi allontanò da lì.
Mi osservò dai capelli ai piedi imbarazzandomi poi iniziò il suo discorso:
"Il nero ti sta benissimo ma non sarà più necessario..."
Si guardò intorno scrupoloso.
"Perché mai?" Domandai spazientita, ignara di quello che avrebbe voluto dirmi.
"Tuo fratello è vivo, è con noi. Ha già dimostrato la sua lealtà verso Lagertha. Ivar ha appena rifiutato la mia tregua ma tu hai la possibilità di venire con me..." rivelò guardandomi negli occhi.
Rimasi sorpresa.
Mi staccai da lui non un mix di emozioni contrastanti. Mio fratello era vivo. Aveva scelto di combattere per il nemico e ora mandava Björn a prendermi.
"Perché non è tornato da me?" Gli domandai con una pressione nel petto che sembrava esplodere.
Ero arrabbiata. Avevo creduto per giorni che mio fratello fosse morto.
"Sul serio? Devo spiegartelo? Ivar è pazzo. Allontanarsi da lui è tutto ciò che un sano di mente farebbe. Non mi sorprendo che sia caduto sotto il fascino di mia madre..." spiegò.
Non sapevo a cosa si riferisse ma Björn stava per pormi dinanzi una scelta.
"Vieni con me." Mi implorò.
Non avrei mai potuto accettare una scelta del genere, "Non posso."
Björn mi guardò confuso poi dal suo volto fuoriuscì un sorriso di scherno e si guardò intorno serio.
"Davvero lo ami, allora?" Domandò posandomi una mano sul braccio.
"Sì. Okay? Non ho paura di ammetterlo." Rivelai per la prima volta.
Mi guadagnai un suo sguardo sorpreso.
"Bene, passerò alle maniere forti..."
Stava per prendermi in braccio e trascinarmi quando Ivar uscì dalla tenda.
Guardò entrambi furioso poi rivolse a me la sua più completa attenzione:
"Perché Jakob è dentro e tu fuori a parlare con un traditore?"
Stringeva i denti per trattenere le sue emozioni.
"Non ho più bisogno di Jakob, Ivar." Rivelai cauta.
"Wow Ivar, ti fidi così tanto delle persone che ami che assumi delle spie al loro fianco?" Domandò Björn facendomi rabbrividire.
Avevo sempre visto Jakob come una sorta di protezione, ma effettivamente passava giorno e notte in mia compagnia, conoscendo ogni mia mossa.
In quel momento realizzai che Ivar non si fidasse di me.
"Vattene, Björn. Pensa alle debolezze del tuo esercito prima della battaglia."
Björn mi guardò con fare accusatorio prima di andarsene.
"Ti aspettavo per cena. Perché non sei entrata?" Domandò Ivar scrupoloso accarezzandomi.
"Ho visto Björn entrare e non volevo disturbarvi... io ci tengo alla tua vita privata." Precisai.
Il suo volto si incupì, consapevole che le parole di Björn avessero colto nel segno.
"Tu Non disturbi mai..." si limitò a dire.
E con un bacio mi invitò ad entrare.

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