Capitolo 42: Just Fear

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MEGAN'S POV.

"Dimmi che stiamo entrambi bene, Björn."

Queste furono le mie prime parole quando mi svegliai, ormai a Kattegat. Il pianto soffocato di Björn mi uccideva. In risposta mi posò un bacio sulla fronte. 

"Ti amo, Megan." sussurrò piano ricomponendosi.

 Eravamo soli, in una tenda, ma dall'esterno provenivano voci che commentavano l'accaduto. 

"Björn, non mi hai risposto." lo ammonii mantenendo la calma. Il cuore mi batteva fortissimo ed ero certa Björn non mi stesse dicendo qualcosa. 

Björn sospirò, passò una mano tra i suoi capelli e mi guardò apprensivo. Non riuscì a tenere lo sguardo per molto senza spostarlo altrove.

"Non ci riesco. Non riesco a guardarti senza darmi la colpa della morte di nostro figlio." rivelò infine, nascondendo il suo volto tra le mie mani. 

Non gli risposi. Il mio cuore si era spezzato alle sue parole a cui non volevo credere. L'avevo capito già dalla partenza che qualcosa di brutto sarebbe successo, ma avrei preferito morire io stessa che la piccola creatura che non aveva commesso alcun peccato se non quello di essermi figlio. Mi davo la colpa di quella disgrazia. Forse era solo una punizione per aver interrotto il matrimonio con Alfred e aver commesso adulterio con un pagano. 

Fatto stava che meritassi io la morte, non lui.

Immaginavo già i suoi occhietti azzurri rincorrermi per la casa o allenarsi con Björn cercando il mio appoggio quando quest'ultimo sarebbe stato troppo duro con lui.

Immaginavo... immaginavo. Quante volte ci rifugiamo in un ricordo, nella felicità di un attimo o  in un futuro tanto etereo quanto falso che non ci permette di accorgerci che il mondo intorno a noi stia cadendo a pezzi. 

"Adesso puoi anche lasciarmi Björn..." lo mandai via non facendo trasparire alcuna emozione.  Gli avevo rovinato la vita senza alcun motivo, era giusto che scegliesse una strada migliore. 

"Che vuoi dire adesso?" domandò con un sopracciglio alzato, consapevole che ne avrei detta un'altra delle mie. 

"Ora che non c'è più il bambino non hai obblighi nei miei confronti. Mi dispiace di averti allontanato da Alfred, da York e averti rovinato anche questa nuova battaglia." sussurrai voltandomi dalla parte opposta a dove sedeva Björn.

Björn aveva cambiato tono di voce. Era deluso.

"Sul serio? Sul serio credi che tutto quello che abbia fatto sia per il nostro bambino e non per te? Quando ti chiedevo di restare con Alfred e non con me lo facevo per te! Perché sapevo che con lui saresti stata più felice. Ora sono io a sentirmi in colpa per aver ucciso nostro figlio e per aver reso infelice te. E non osare mai più insinuare che io stessi con te soltanto per obbligo nei confronti di nostro figlio. Pur di salvare almeno te ho pregato chiunque, anche il tuo dio." Björn aveva le lacrime agli occhi ed io facevo di tutto per non farle uscire. 

Ma quando spostai il mio sguardo nel suo e riconobbi lo stesso dolore, scoppiai. 

Lo abbracciai forte e gli sussurrai le mie scuse all'orecchio. 

"Io non so con chi prendermela se non con me stessa. Mi sento come se avessi sbagliato tutto---" gli rivelai mentre con difficoltà mi sedevo e lo invitavo a fare lo stesso dinanzi a me. 

"Non devi pensare una cosa del genere, Meg. Sei giovane, abbiamo tutta la vita davanti per riprovarci. Lo so che non è lo stesso, che sentirai sempre il vuoto di questa perdita ma noi siamo ancora vivi. Formeremo la nostra famiglia. Magari non ora, hai bisogno di metabolizzare ciò che è successo, ma accadrà, ed io non desidero altro che condividere tutto questo con te..." sussurrò posandomi dei baci dolci sul collo. 

Gli spostai il viso e lo baciai sulle labbra. 

"Ti prego, Björn, non permettere che questa sia una distrazione per te sul campo di battaglia." 

Scosse il capo freneticamente. 

"Ti giuro che tornerò da te. Avrò soltanto un motivo in più per riprendermi tutto quello che mi è stato sottratto." giurò.

Mi baciò di nuovo, spostandomi i capelli sul viso quando qualcuno entrò di colpo.

Gli occhi di Ubbe si scontrarono coi miei. Aveva appena realizzato che mi fossi svegliata e che forse non era un buon momento per sottrarmi Björn.

"Björn... so che non è un buon momento però... Ivar è in allerta. Dobbiamo discutere i piani prima che tramonti il sole, domani si combatte." rivelò facendo battere il mio cuore. 

Björn sospirò indeciso. Sicuramente la guerra era il problema principale al momento. 

"Vai Björn. E fai venire qui Katherine, per favore." lo supplicai.

Björn mi posò un bacio sulla fronte e acconsentì. 

"Va bene, stasera anche se farò tardi dormirò con te. Proverò a non svegliarti..." sussurrò e dopo avermi stretto la mano se ne andò. 

Amavo il corpo di Björn. Quelle spalle ampie e la sua altezza lo rendevano temibile e affascinante in un mix contrastante ma meraviglioso. Quando Katherine arrivò e mi trovò persa nei miei pensieri, corse ad abbracciarmi.

"Questo è anche da parte di Lagertha, sta aiutando il figlio in ogni modo possibile ma dice che ti vuole bene, sempre." rivelò sedendosi sullo sgabello accanto a me. 

"Non trattatemi come una malata. E' come se così stessi ancora peggio. Raccontami qualcosa di bello, Kath." la incitai.

Si posò a gambe incrociate dinanzi a me sul letto e mi prese le mani entusiasta.

"Ho visto un ragazzo di sfuggita, nel bosco. Ha detto che non aveva mai conosciuto una ragazza come me e che... era curioso. Era bellissimo, Megan. Spero tanto di rivederlo."

Sorrisi all'ingenuità di Katherine. L'amore nascondeva sempre attimi di infelicità. 

"Probabilmente sarà del campo avversario. Ma... se vinceremo continuerai a vederlo. Dovranno sottomettersi e ti rincontrerà." se non morirà... evitai di dirle.

"Megan... sono sicura che riuscirò a prendermi cura dei tuoi futuri bambini come con te. Io sarò tua amica e ti sarò a fianco sempre. Ora più che mai. Ritornerai come prima se non più bella e forte e coraggiosa." sussurrò.

Mi soffermai nei suoi occhi e le sorrisi: "Ed io sarò presente al tuo matrimonio, e con i tuoi figli e mi prenderò cura di te... Ti voglio bene, Katherine."

Continuò a parlarmi di tutto ciò che aveva scoperto a Kattegat in quei pochi giorni. Non mi accorsi neanche che nel frattempo ero sprofondata in un sonno profondo. 

Björn arrivò molto tardi, mi posò un bacio sui capelli appena percettibile e si sdraiò al mio fianco. Sentire il suo respiro regolarizzarsi sul mio capo facendo accelerare i battiti del mio cuore. 

Love and FearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora