Capitolo 26: Alone.

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MEGAN'S POV.

"Buon giorno , lady Megan. La regina Judith ha detto che potrò restare al vostro servizio d'ora in poi." Affermò una piccola figura dai capelli scuri, entrando nella mia camera.
"Mi dispiace. So stare anche da sola. Puoi tornare anche dalla regina. Le farà comodo un'altra dama da compagnia." Dopo il tradimento di Freydis, avrei preferito restare da sola per sempre.
"Vi prego. Mi cacceranno dal castello se dirò loro di essere stata rifiutata." Mi implorò.
"Parlerò con Alfred. Mi darà ascolto. Tranquilla." La rassicurai e, con un cenno di saluto, me ne andai.

Trovavo penoso che dovessi per forza avere una dama o questa sarebbe stata mandata via, ed essere mandati via dal castello significava non avere più possibilità di lavoro o sopravvivenza.

Stavo per andare ad andare da Alfred ad informarlo della mia decisione quando Bjørn mi bloccò, accingendomi a lui con un braccio ai miei fianchi. Si avvicinò e posò le labbra vicino al mio orecchio. Quel gesto così intimo mi imbarazzò, al punto che abbassai lo sguardo.

"Ivar si è appena sposato con Freydis. Volevo essere io a dirtelo, prima che lo scoprissi da qualcun altro..." bisbigliò cauto al mio orecchio guardandosi intorno. Nonostante fossi già preparata a quell'imminente notizia, il mio cuore sembrò tornare a spezzarsi in mille pezzettini. Era la prova che tra noi due fosse davvero finita.
Mantenni la calma , o almeno ci provai, perché il tono della mia voce mi tradiva.

"Come fai a saperlo...?" balbettai incerta.

"Ho diverse spie a confermarmelo. Non immagini in quanti desiderano il mio ritorno a Kattegat." sussurrò e finalmente allentò la presa su di me per affiancarmi.

"Bene, Alfred sta per chiedermi la mano, quindi penso che il mio nubilato sarà ancora breve. Però, questa volta, sono stata più furba. Ho cacciato la domestica che mi hanno affidato. Non commetterò più gli stessi errori, per fortuna si cresce." rivelai.

Bjørn trattenne una risata. Mi sorrise e scosse il capo: " Non tutte sono Freydis e non tutti sono Ivar." mi convinse.

"Credi di doverle dare un'opportunità?Ho così paura di restare ancora delusa" gli domandai.

Bjørn si stava dimostrando un vero amico, ed io stavo iniziando a fidarmi di lui e volergli bene.

"Sì. Dovresti. Qui non funziona come a Kattegat. Alfred non sceglierà mai una domestica perché non può. Anche la relazione con te non è sincera del tutto. Lo fa perché tu ed Heahmund siete potenti e avete qualcosa da offrirgli in cambio. Al primo tradimento la ucciderebbero senza pensarci un solo istante. Perché l'immagine idilliaca del regno è più importante della cattiva condotta di una regina..." mi rassicurò.

Ci pensai un attimo e la voglia di salvare la vita a quella ragazza, anche solo fingendo che stesse al mio fianco, fu più forte dell'odio nei confronti di Freydis.

"La mia condotta sarà ottima. Non sarò una regina come Judith. Anche se non amo Alfred..."rivelai.

"Riuscirà a farsi amare. Lui è un uomo e re rispettabile e tu una donna fantastica." sussurrò colpendomi.

Mi posò un bacio sulla fronte e mi lasciò con mio fratello che sentii arrivare alle mie spalle.

Quando mi voltai, il suo sorriso irradiava il corridoio.

"Sono orgoglioso di te, piccola Meg. Sarai la regina più bella del mondo... e anche testarda purtroppo." precisò facendomi sorridere.

"Alfred non mi ha chiesto ancora di sposarlo. Potrebbe cambiare idea in qualsiasi momento..." sussurrai piano attirando la sua attenzione.

"Alfred è cotto di te. Come farebbe a non esserlo? Guardati..." mi mostrò il vecchio specchio alla parete, "sei stupenda. Hai un carattere forte che può aiutarlo nei momenti di sconforto... e hai un intuito da paura per vincere tutte le battaglie, anche le più complicate."

Era la prima volta che mio fratello spendesse parole così belle nei miei confronti. Mi fermai e lo abbracciai. In quel momento non mi importava che stesse con Lagertha o meno.
"Ti voglio bene, Heahmund. Anche se ti faccio arrabbiare spesso..." rivelai con un sospiro. Sentivo che il nostro addio fosse vicino.
"Anche io, Megan. Morirei per te..." sussurrò tra i miei capelli facendomi riflettere.
In quel momento ero a casa. Tra le braccia di mio fratello e tutto sembrava perfetto.
Ero nel mio mondo, al sicuro e protetta dalle persone che amavo.

"Vado da Alfred... penso che sia giusto parlargli dopo tutto ciò che sta facendo per noi" proposi scostandomi da lui. Acconsentì e ne fu anche orgoglioso in fondo. Aspettava quel momento da una vita e finalmente gli stavo dando il mio consenso.

"Vai e riparleremo più tardi. Sono fiero di te ma non riesco più a parlarti e il tuo volto è più cupo di quanto sperassi. Da oggi sarò più presente." mi promise. Mi accarezzò piano i capelli e se ne andò.

Tirai un sospiro e decisi di andare nella sala del trono da Alfred.

Era pensieroso. Lo notai dal suo sguardo freddo e dalla mano appoggiata alla tempia. Non appena mi vide il suo sguardo si illuminò. Era così preso dalla mia presenza che lasciò cadere degli scacchi. Sorrisi piano e attesi che mi raggiungesse per porgli un'educata riverenza. 

"Megan, amica mia." mi salutò invitandomi a liberarmi dell'inchino quanto prima. 

Lo salutai con un caloroso abbraccio e ne fu molto contento.

"Averti qui è la più grande gioia che potessi darmi. Ti chiedo umilmente perdono per non averti liberato prima..." si scusò.

"Tranquillo... sono una vera combattente. Me la sono cavata molto bene." lo rassicurai e lui ne rise di gusto.

"So che sei un tipo duro, saprai cavartela sempre ed io ti ammiro davvero tanto per questo...", si fermò e si voltò verso di me, " Sei speciale, altrimenti non saresti qui al mio fianco e con una proposta molto interessante da farti..."

"Sarebbe?" domandai con il cuore a mille.

"Non te lo dirò adesso... assolutamente. Sarà una sorpresa molto più bella... però potrei darti un indizio..." propose.

Accennai un sì con il capo, un pò incerto. Avevo capito che stesse parlando del nostro futuro matrimonio.

Si avvicinò piano a me... e, inaspettatamente, posò le sue labbra sulle mie. 

Tremai. Quel gesto così emotivo lo avevo riservato ad una sola persona. Adesso mi stavo lasciando andare con qualcun altro. Alfred mi rispettò. Si staccò da quel bacio e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi sorrise piano. Alfred era un re magnanimo e dal cuore gentile. Qualsiasi regina avrebbe voluto un re così al proprio fianco, perciò lo rispettavo tantissimo anche se fisicamente non poteva eguagliare la bellezza dei figli di Ragnar. Era fedele, religioso, dedito al prossimo, al popolo e saggio da morire. 

Ricambiai il suo sorriso e mi posò un bacio sulla fronte soddisfatto. Quando provammo ad uscire notai il volto di Bjørn scrutarci da lontano. La sua espressione contrariata mi lasciò confusa.

Spostai l'attenzione su Alfred che mi invitò in libreria, quella che re Ecbert custodiva con tanta gelosia. E lo seguii entusiasta, nonostante i volti di Ivar e Bjørn mi perseguitassero come fantasmi.

Love and FearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora