MEGAN'S POV.
"Sicura di volerlo fare?" mi domandò Katherine prima di chiamare Alfred.
"Sicurissima, e gli dirò anche che tu verrai con me. Sempre se non hai cambiato idea..." confermai prendendole le mani.
Mi osservò con il suo sorriso dolce e confermò con un cenno del capo sicuro.
"Allora vado. Sono contenta della donna coraggiosa che stai diventando..." esclamò contenta mentre nascondevo il tremolio delle dita delle mie mani.
"Coraggio non vuol dire non aver paura ma fare qualcosa nonostante la paura." mi lesse nel pensiero allontanandosi.
Mi lasciò sola con le mie preoccupazioni mentre attendevo l'arrivo di Alfred.
Lo attesi su una sedia. Nessuno era a conoscenza di quella conversazione. Non volevo fuggire come aveva suggerito Björn, dovevo prendermi le responsabilità delle mie azioni. Avrei accettato qualsiasi conseguenza ai miei errori. Non dovevo prendere in giro il re.
"Posso, Megan?" domandò Alfred entrando.
Accennai un sì con il capo mentre adesso il cuore prendeva a battere velocissimo.
"Devo parlarti..." gli annunciai facendolo accomodare accanto a me.
"Lo so. E sento che le tue parole provocheranno un mio dispiacere..." profetizzò.
Non risposi. Abbassai il capo e mi preparai alle parole che avrei pronunciato.
"Tu devi sapere che io ho accettato questo matrimonio sperando che potesse rendere entrambi felici ma non lo è stato. Io ho sbagliato... mi sono innamorata di qualcun altro." Rivelai ad occhi bassi.
Stavo rivelando ad un re di averlo tradito.
"Di Björn?" .
Fui sorpresa dalla sua intuizione.
Annuii con il capo e mi rivolsi a lui con le lacrime agli occhi.
"Come fai a saperlo?" Domandai.
"Megan... sono un re ma sono anche un uomo. Riesco a capire quando un uomo è innamorato. Quel giorno, quando sei svenuta, ho letto una preoccupazione particolare nei suoi occhi, diversa da quella di Heahmund." Sussurrò."Alfred , io ti giuro, non so quali parole usare, sono Mortificata. Tu sei la persona migliore che io conosca e non meritavi un mio tradimento. Ti chiedo eternamente perdono..." mi scusai.
Alfred mi guardò di sottecchi e fissò la mia stanza alla ricerca del coraggio per ciò che stava per chiedermi:
"Ed io adesso sarei qui per perdonare il tradimento di una regina o per accettare il tradimento di un' amica che sta per lasciarmi?"
Alfred aveva sempre le parole giuste. Era sottovalutato dal consiglio reale e anche dai suoi nemici. Questo andava a suo vantaggio.
Gli sorrisi. La sua calma mi trasmetteva serenità.
Presi la sua mano e l'appoggiai sulla mia pancia.
"Vedi Alfred? Non puoi capire come questa creatura qui mi stia illuminando la vita prima ancora della sua nascita. So di essere stata una delusione per te, per mio fratello... ma non volevo andarmene di qui come una codarda, con la sensazione di aver tradito un mio amico, il mio futuro marito, il mio re. Meritavi di saperlo. Se vuoi condannarmi a morte puoi farlo. Però ti prego, non prendertela con Björn e la sua famiglia. Non lo meritano..." sussurrai piano.
Alfred rivolse la sua più totale attenzione a me. Mi guardò sconvolto e preoccupato e mi abbracciò.
"Come puoi anche lontanamente pensare che io possa fare del male a te o alla piccola creatura che aspetti? E' impossibile. Io ti ammiro. Hai avuto il coraggio di parlarmi del tuo cuore. Come potrei disprezzarlo? Hai preferito la verità alla menzogna... Senti, Megan. Ora però la situazione si complica. Lo sai, vero?"
"Sì. E mi dispiace averti messo in questa situazione. Björn voleva scappare senza preavviso ma io morirei ad avere te e l'Inghilterra contro. Andremo via ma con la tua benedizione. Sposerai una donna meravigliosa che sarà decisamente migliore di me, Alfred." consigliai.
Alfred mi posò un bacio sulla fronte e mi accarezzò il viso.
"Bene. Partirete di giorno e ti assicuro che nessuno vi sfiorerà. Parlerò con mia madre e le dirò che in realtà amo un'altra. Dovrò trovarla nel frattempo. Tu sii felice. Mi raccomando..."
La felicità era quello che avevo da sempre desiderato. Eppure, non riuscivo ancora a pronunciare quelle parole io sono felice. Forse richiedeva del tempo. Forse la nascita di Ragnar mi avrebbe reso la donna più felice del mondo. Lui era quello che mi spingeva a lottare ancora per la mia vita. Era come un dono che avrei amato per sempre. Ed io l'amavo già, con tutto il cuore.
Alfred era un uomo fantastico. E quando lo abbracciai sentii che quello fosse un addio.
"Non ti dimenticherò mai Alfred..." sussurrai tra le sue braccia.
"Neanche io... nonostante non sia finita come speravo."
Restammo così per un pò. Avevo le lacrime agli occhi e anche Alfred. Quando qualcuno bussò, terminò anche il nostro abbraccio e pronunciammo il nostro addio.
"Avanti!" ordinai asciugando le lacrime. Da quando ero in attesa ero diventata molto più vulnerabile ed emotiva.
"Posso?" domandò Ubbe affacciandosi.
Quando vide Alfred il suo volto si incupì e stava per andarsene se quest'ultimo non lo avesse fermato.
"Vieni. Io e Megan abbiamo appena finito di parlare. Ci vediamo, lady." esclamò baciandomi una mano. Mi salutò con un occhiolino sorprendendomi di quanto fosse più caloroso in quel momento che quando stavamo insieme.
Ubbe accennò una riverenza per poi venire da me.
"Perché stai piangendo?" mi domandò stranamente gentile.
"Ubbe..." iniziai prendendogli le mani, "Alfred mi ha appena dato la sua benedizione per partire. Gli ho detto tutto..."
Ubbe mi guardò sorpreso ma poi il suo volto si tramutò in serenità.
"Finalmente. Una buona notizia. Grazie... per aver permesso che ci accogliessero qui... per averci donato un viaggio sicuro verso casa... e perché stai per rendermi nuovamente zio..." mi ringraziò.
Ubbe mi odiava. Quel suo cambiamento improvviso era preoccupante.
"Non devi ringraziarmi, Ubbe." Sussurrai piano distogliendo lo sguardo.
Ubbe tirò un sospiro. Stava per scusarsi per qualcosa."Scusami se sono stato uno stronzo con te fino ad oggi. Ho parlato con Björn, mi ha raccontato di voi, di te... io penso di non essermi mai preso la briga di conoscerti realmente. Quando ti ho vista la prima volta, con la tua bellezza disarmante, non volevo fare la fine di Hvitserk. Era pazzo di te. Quindi provai ogni volta a distogliere lo sguardo day tuoi occhi dorati. Quando ti ho vista con Björn ho avuto il timore di perderlo, per una cristiana che non ne sarebbe valsa la pena. Mi sbagliavo. Sei stata coraggiosa e hai affrontato re Alfred nonostante avrebbe potuto ucciderti. Non lo dimenticherò. E non dimenticherò di aver visto mio fratello felice. Non vedo l'ora di incontrare il piccolo Ragnar." Sussurrò.
E mi abbracciò forte e io ricambiai con emozione quel gesto da parte di Ubbe che desideravo tanto ma tardava ad arrivare.
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Love and Fear
Historical FictionMegan ha 17 anni ed è la sorella del vescovo Heahmund di Sherborne. Siamo nel IX secolo dopo cristo e i Pagani attaccano il Wessex e invadono York. Megan è così forte e testarda da manipolare e prendersi gioco di chi le sta attorno. Non a caso riesc...