MEGAN'S POV.
Alfred continuava a farmi visita. Ogni giorno, nonostante restassi fredda nei suoi confronti. Come sospettavo, non si arrendeva, e ad ogni suo tocco, ad ogni sua parola io stavo male.
"Andiamo in cortile." mi propose una mattina.
Non avevo la forza di passeggiare, né di sopportare qualcuno quella mattina.
"Va bene" sussurrai sistemandomi il mio abito bianco.
Avevo il timore che volesse parlarmi di qualcosa. Lo seguii fuori dalle mie stanze e mi porse delle margherite.
"E queste per cosa sono?" gli domandai in pensiero mentre il suo sorriso si illuminava.
"Non voglio ci sia un motivo per farti dei regali. Un re non dovrebbe badare a spese o al tempo per la propria regina. Puoi poggiarlo nella tua camera così puoi immaginarmi sempre al tuo fianco." spiegò colpendomi.
Si stava comportando come un vero gentiluomo, ed io come una bambina capricciosa che quando non arriva alla sua bambola preferita rifiuta tutte le altre.
"Bellissimi, Alfred. Ti ringrazio di cuore..." sussurrai mentre piano raggiungevamo il giardino nel cortile.
Mi posò un bacio sulla guancia e mi prese per mano. Quella situazione mi imbarazzava, e vedere Björn e Ubbe discutere in un angolo del giardino non mi aiutava di certo.
Ubbe mi salutò con un gesto della mano, a seguito di quel gesto Björn mi guardò di sottecchi per poi rivolgere lo sguardo su Alfred e non mi rivolse alcuna attenzione. Neanche un saluto.
"Quello che ti sto per dire non è così bello..." iniziò Alfred facendo sussultare il mio cuore.
Stavo iniziando a cercare tutte le scuse possibili e immaginabili per poter giustificare la mia relazione con Björn che ormai non esisteva più. E invece...
"Dobbiamo posticipare ancora un pò il matrimonio. So che stiamo aspettando fin troppo ma quel giorno deve essere perfetto, senza alcun impedimento. Voglio che quel giorno tu sia la più felice del mondo..." rivelò d'un fiato.
Non capivo perché ma quella notizia, invece di procurarmi gioia, mi causò un dolore atroce nello stomaco.
"Perché non rispondi?" domandò Alfred ansioso.
Ci provai. Provai a risponderlo, ma dei puntini neri offuscarono la mia vista risucchiando le mie forze. Mi ritrovai sul terreno asciutto. L'ultimo suono ovattato prima di perdere i sensi, fu quello della voce di Björn:
"Meg, cos'hai? Cos'è successo Alfred?"
Sentii le sue braccia possenti raccogliermi, e mi persi completamente tra esse.
Quando mi svegliai la testa mi scoppiava. Ero nella mia camera e ai piedi del mio letto c'erano Alfred e mio fratello.
"Cosa ti succede, mia regina?" domandò Alfred sobbalzando al mio risveglio mentre io provavo a sedermi. Mi accarezzò piano i capelli mentre mio fratello sembrava una furia.
"Adesso ti sdrai e non ti muovi, Megan. Non uscirai da questa stanza finché non avrai mangiato quattro volte al giorno per sette giorni! Credi non ti abbia visto saltare i pasti? Queste sono le conseguenze!" urlò mio fratello. Non era vero che non mangiassi. Non capivo perché tutti sottolineassero questo falso fattore.
Mi girava ancora la testa. In quel momento l'unica persona che volevo vedere era Björn.
"È stata colpa mia, Heahmund. Non le ho dato le giuste attenzioni. Ma ora si può solo rimediare. Non essere duro con lei. Non sta bene. Lasciamola riposare ." Si intromise Alfred.
"Dov'è Björn?" Ebbi il coraggio di chiedere dopo una lunga pausa.
"Non importa dove sia Björn." Sussurrò Heahmund con un sospiro.
"Lui mi ha portato qui e non devo neanche ringraziarlo?!" Domandai scettica con un sorriso di scherno."Ha ragione, Heahmund. Ha avuto la prontezza e fermezza di assicurarsi come stesse e portarla qui senza pensarci un secondo. Avrei dovuto farlo io..." sussurrò Alfred con un lieve sconforto.
Ed ecco perché ero così legata a Björn. Dal primo giorno si è preso cura di me assicurandosi che stessi bene. Sempre ed in ogni momento. Anche quando il mio malessere non era fisico ma era il comportamento di Ivar.
"Vado a chiamarlo, Megan. Heahmund, voi chiamate Katherine. Si prenderà cura di lei questa notte." ordinò Alfred risoluto.
Mi posò un bacio sulla mano, uno sulla fronte e, dopo un pò di titubanza, uno sulle labbra. Notai un sorriso compiaciuto sul volto di mio fratello che lasciò la stanza con un peso più lieve nel petto.
"Ci vediamo dopo..." sussurrò lasciandomi riposare.
Qualche istante dopo qualcuno aprì la porta. Ero certa di chi fosse perché tutti bussavano alla porta prima di entrare.
Björn mi si avvicinò. Sentii il suo respiro sul mio collo e si posò sullo sgabello ai piedi del letto."Grazie Björn." gli sussurrai.
Björn non reagiva alle mie parole e quel suo ignorarmi mi spezzava il cuore.
"Dovresti capire perché sei svenuta. Non stai bene, Megan. Il tuo viso è pallido. Hai lo sguardo sempre assente. Sembra tu stia assumendo una di quelle pozioni magiche che ti stordiscono..." ipotizzò attirando la mia attenzione.
"Ma cosa dici? Non so nemmeno di cosa tu stia parlando. Probabilmente il sole era troppo forte oppure Alfred mi sta mettendo troppa pressione per questo matrimonio, con tutte le sue galanterie poi, peggiora solo la situazione..." rivelai.
Björn mi guardava in silenzio. Non mi credeva e neanche io riuscivo a dare una spiegazione a quello che mi stava accadendo.
"Perché mi stai ignorando, Björn? Se ho chiuso quello che c'era tra noi è perché l'ho fatto per te, ma non pensavo che ti avrei perso completamente..." sussurrai prendendogli la mano e racchiudendola tra le mie.
Gli occhi di Björn seguirono il mio gesto. Si avvicinò maggiormente a me e mi accarezzò i capelli.
"Mi dispiace, Meg. Come posso starti vicino se ogni carezza di Alfred mi fa venir voglia di prenderlo a pugni?! E lo stesso vale per te. Se continuassi a starti accanto, non ti lascerai mai andare con Alfred. Sto solo preparando entrambi per il nostro futuro addio. La colpa è solo mia, non dovevo permettere che questa cosa tra noi nascesse." bisbigliò distogliendo lo sguardo.
"Guardami, Björn. Forse il destino ha voluto così. Non è un caso che io abbia trovato questo ciondolo..." iniziai indicando il ciondolo a forma di spada al mio petto, "Ma se per te la decisione migliore è eliminarmi completamente dalla tua vita, lo accetterò..." rivelai a malincuore.
Björn stava per posarmi un bacio quando qualcuno entrò di soppiatto e Björn spostò riflessivamente il suo bacio sulla mia fronte.
Katherine mi guardò di sottecchi e con aria contrariata mentre posava il suo mantello sullo scrittoio.
"Mi ha mandato vostro fratello..." sussurrò evitando di guardare entrambi negli occhi.
"Va bene, Katherine. Björn sta andando via..." affermai con il cuore in gola stringendo una mano a Björn e consapevole che avrei dovuto far i conti con Katherine.
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Love and Fear
Historical FictionMegan ha 17 anni ed è la sorella del vescovo Heahmund di Sherborne. Siamo nel IX secolo dopo cristo e i Pagani attaccano il Wessex e invadono York. Megan è così forte e testarda da manipolare e prendersi gioco di chi le sta attorno. Non a caso riesc...