18. RAGAZZO SPEZZATO

1.2K 108 633
                                    

Non so come una persona sana di mente avrebbe reagito ad una simile notizia, ma di certo non sarebbe scoppiata a ridere come un idiota... o come me.

Jonas sussulta, colto alla sprovvista, mentre un cipiglio confuso si insinua sul suo volto, su cui le lacrime continuano a rigargli le guance.

«Il biondino è senza dubbio odioso e insopportabile, ma non mi sembra un pazzo omicida» commento scettica.

«Non mi credi?» replica, afferrando qualcosa dalla tasca.

La calma glaciale nella sua voce, in netto contrasto con la rabbia che infiamma il suo sguardo, mi riempie di un profondo senso di inquietudine.

«L'ultima volta che ti ho visto volevi bruciare Klaus con delle sigarette» faccio notare. «Quindi scusa se non mi fido molto di ciò che...»

Le parole mi muoiono in gola, soffocate da una sorta di rantolo che mi sfugge dalle labbra per lo stupore.

Non può essere.

Sbatto le palpebre più volte, incredula, certa che sia solo un'illusione, un errore... invece no.

Dallo schermo del telefono di Jonas, una ragazza mi sta salutando, catturata nella foto con un hotdog in bocca e una macchia di ketchup sul mento.

Ed è il mio esatto riflesso.

I raggi cocenti del sole stendono una ragnatela di fili dorati sui suoi lunghi capelli argentei. Le due pietre d'ambra incastonate nei suoi occhi brillano come stelle prigioniere del giorno.

L'unica vera differenza tra noi è che sembra leggermente più bassa di me, ma non posso esserne sicura, dato che è seduta su una panca.
Per il resto, ha il mio stesso viso tondo, il naso sottile e il fisico snello in cui sono ritagliati seni così piccoli che potrebbero non esserci.

Grazie al cielo, almeno il suo vestiario non mi rispecchia affatto, come dimostra la sua camicetta bianca di pizzo, la gonna sfrangiata tempestata di perline e i sandali che calza ai piedi.

Un turbinio di pensieri e domande si invischiano nella mia mente, travolgendomi come le onde di un mare impetuoso che mi inghiotte in un silenzio assordante.

Una vaga somiglianza sarebbe stata comprensibile... dopotutto, occhi come i miei sono rari, non unici.

Ma questa ragazza è il mio maledetto clone!
Beh, una versione più femminile e, di sicuro, più noiosa di me, ma ciò non cambia il fatto che siamo due gocce d'acqua.

Adesso, però, alcuni pezzi di questa storia finalmente combaciano.
La prima volta che l'ho incontrato, Simon mi aveva detto che avevo un'aria famigliare.
Kal era certo che gli ricordassi qualcuno ed Eileen continuava a colpirlo... perché aveva paura che capisse.

L'ha portata qui solo per provocarmi.

È questa la ragione per cui Alizée mi ha adottata?
Sono solo l'oggetto di un gioco macabro organizzato da una madre dispotica che vuole vendicarsi del figlio che odia?

E, all'improvviso, la consapevolezza più dolorosa di tutte mi lacera come un pugnale brandito dalla verità.

Mi hanno mentito.
Eileen, Kal, Simon... Klaus.
Tutti.

«Co... come?» balbetto, senza riuscire a smettere di fissare lei.

«Come potete somigliarvi tanto? Non ne ho idea».

Jonas abbassa il telefono e guarda la foto per un istante, abbozzando il sorriso più triste che io abbia mai visto.
Il sorriso vuoto e spento di chi ha perduto la felicità. Anzi peggio: la speranza.

RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora