Senza proferire parola, Klaus continua a fissare la dedica sul retro della foto, stringendola così forte che quasi ho paura che possa rovinarla.
Il suo volto è una maschera talmente impenetrabile da farmi desiderare di avere la mia bacchetta per provare a leggergli la mente.Sono seduta al suo fianco, sullo schienale della panchina nel cortile del piazzale della scuola, dominato dalle statue in marmo di importanti personaggi americani della storia, ciascuno identificato con una targhetta dorata che ne illustra le gesta.
E non so se sia più inquietante lo sguardo del leone inciso sulla pietra d'onice dell'anello di Klaus oppure quello di Abraham Lincoln con la sua barba da stregone.I rumori della festa ci giungono remoti, le grida e la musica che si perdono sotto il canto squillante degli allocchi trasportato dai respiri del bosco che cresce intorno alla collina.
Il cielo si è spogliato delle sue stelle e la luna è ormai un riverbero etereo in una profonda distesa nera.
Una brezza frizzante e pungente che si insinua nelle mie ossa, carica degli effluvi autunnali che scacciano la puzza di fumo e di alcol, affogata tra aromi di agrumi e profumi di osmanto e crisantemo.
In certe culture, quest'ultimo è considerato il fiore dei morti e, forse per questo, vederlo sbocciare nel cuore di una notte cupa, alla soglia del mese dei defunti, mi mette inquietudine.
Per qualche ragione, non riesco ad evitare di guardarmi intorno, tremando un poco nella mia felpa, con il persistente presentimento che non siamo da soli.«Capisco perché ti abbiano bocciato, comunque» borbotto, infilando le mani dentro la manica per riscaldarle.
Klaus rimane immerso nei suoi pensieri, e per l'ennesima volta dalla fine del ballo al buio mi ritrovo ad ammirarlo, rapita dal suo fascino.
Malgrado la sua reticenza, indossa uno smoking nero di alta sartoria con gemelli d'oro ai polsini. I capelli biondi, accuratamente domati, risplendono come un'aureola dorata nell'oscurità, ma sono i riflessi pallidi della cicatrice che gli conferiscono un alone irresistibile di mistero.
Gli manca solo un papillon intorno al colletto per coronare quel quadro di pura perfezione.«Com'è possibile?» domanda Klaus all'improvviso.
«Beh, se leggi così lentamente, è ovvio che...»
I suoi occhi dardeggiano su di me, seri e tenebrosi, i piccoli zaffiri dispersi nell'argento liquido. «Com'è possibile che si conoscessero?»
«Sunset Hills è una piccola città. Non è così strano» replico, sbattendo i denti. «E poi mio padre... beh, attirava l'attenzione».
«Mi ricorda qualcuno».
Con un gesto distratto, Klaus si toglie la giacca e me la posa delicatamente sulle spalle. Subito, mi ci avvolgo dentro, inebriata dal suo profumo di acqua di colonia di cui è intrisa, e altri brividi mi scuotono il corpo, molto diversi da quelli di prima per il freddo.
«Ce l'hai fatta a darmela! Credevo che stessi aspettando che morissi assiderata».
«Potevi chiedermela» sbuffa esasperato.
«Tu sei la tomba della cavalleria». Scuoto la testa con disapprovazione. «E sappi che non ho intenzione di restituirtela».
Un sorrisetto impertinente spunta all'angolo delle sue labbra. «La vuoi tenere per poter sentire il mio odore? Che cosa romantica!»
«Maledetto!» Indispettita, gli sferro un pugnetto sulla nuca, facendolo ritrarre. «Non copiare le mie frasi!»
«Oltre che ficcanaso, sei anche violenta».
«Quando ti ho detto che mi piacciono le risse, avresti dovuto capire che non sono la reincarnazione di Gandhi» ribatto noncurante.
Klaus torna a concentrarsi sulle iniziali scarabocchiate in fondo al testo. «Non può essere una coincidenza, Keeley. Se M.W. è davvero Michael Waylatt...»
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Remember
Romance"Se hai smarrito la strada, segui la nostra costellazione segreta: il Lupo Bianco non ti lascerà mai sola e guiderà sempre il tuo cammino". Keeley Storm è una di quelle persone che gridano il loro dolore nel silenzio e nelle battute, che ti trattan...