Se dovessi riassumere la mia storia con una parola, sceglierei: autobus.
La notte è animata dai rombi delle auto che sfrecciano sull'asfalto a tutta velocità, padrone di strade pressoché deserte. Ombre cupe affogano nel fulgore dei lampioni e le stelle brillano nel cielo come piccoli diamanti gettati su uno sfondo d'inchiostro. Ogni tanto, sui marciapiedi fanno capolino gruppi di ragazzi ubriachi appena usciti dalle discoteche, coppiette che passeggiano lungo le rive del fiume o gli ultimi clienti che abbandonano bar e tavole calde ancora aperte.
Per fortuna, essendo l'una passata, sull'autobus siamo gli unici passeggeri. Io e Klaus.
Appena ho finito di riferirgli ciò che mi aveva raccontato Simon, avrebbe voluto precipitarsi a Dear Street a bordo della Corvette di Alaric, parcheggiata nel garage della villa.
Ma c'erano due problemi.Primo, tutti si sarebbero accorti della nostra partenza ed Eileen ci avrebbe uccisi ancora prima di raggiungere la macchina. Da quando ha saputo dell'arrivo di Vincent in città, è diventata iperprotettiva nei confronti di Klaus.
Secondo... beh, il serbatoio era quasi vuoto.Ci siamo messi d'accordo di attendere che gli altri andassero a dormire, per poi sgattaiolare fuori dalla porta sul retro, quando anche Carol e gran parte del personale non fosse più stato in circolazione.
Malgrado queste precauzioni, ho la sensazione che Alizée riuscirà magicamente a venire a sapere della nostra ennesima uscita illecita. Mi sono già rassegnata al fatto che moriremo dolorosamente.«Quindi» esordisce Klaus, spezzando il silenzio. «Tra uno sbaciucchiamento e l'altro, il mio fratellino si è rivelato utile».
Stacco la fronte dal finestrino e gli scocco un'occhiataccia. «Potevamo anche venire domani mattina, sai?» obietto stizzita. «Ma no. Facciamolo di notte, altrimenti non è abbastanza inquietante».
Il bus svolta bruscamente a sinistra e Klaus si aggrappa a una delle maniglie che pendono dal tettuccio. Nonostante i posti liberi, è rimasto in piedi e continua a fare avanti e indietro, come se fosse incapace di stare fermo. «Ho aspettato sette anni. È abbastanza».
«Appunto. Direi che avresti potuto aspettare ancora un po'».
Klaus inclina la testa di lato con fare torvo, ma è chiaro che si trattiene a stento dal ridere. Deve trovare le proprie tendenze suicide molto divertenti. «Ti sembra il momento per citare Harry Potter?»
Emetto un fischio, facendo ciondolare le gambe dal sedile. «Che film?»
«Il quinto, ma non è questo il punto!» Scrolla le spalle, corrucciato. «Il punto è che non eri costretta a venire con me».
«Certo» borbotto sarcastica. «Ti lascio gironzolare da solo con Satana che ti cerca».
«Satana?»
Sfodero un ghigno compiaciuto. «È meglio di "uomo cattivo", lo so».
Klaus rotea gli occhi, esasperato. «Con te e il tuo stuzzicadenti a proteggermi, mi sento invincibile».
Riprende a camminare su e giù per la corsia centrale, le mani infilate nelle tasche della giacca di jeans. Dalla manica sinistra spunta la garza intorno al polso, macchiata da una striscia di sangue.
Approfitto della sua distrazione per fissarlo intensamente, confrontando il suo volto con quello del disegno fatto qualche ora fa.
Gli effetti della febbre sul suo aspetto sono ancora evidenti: le guance arrossate sulla pelle lattea, il biondo spento dei capelli arruffati, le occhiaie scure che fanno risaltare la cicatrice. Perfino la sua andatura è diversa, non agile e felina come al solito, ma goffa e incerta.
Eppure la mia attenzione è catturata dai piccoli dettagli che lo rendono perfetto. La curvatura della mascella, la punta arrotondata del naso, le labbra carnose -e morbide- con quello inferiore appena sporgente, le sopracciglia chiarissime...
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Remember
Romance"Se hai smarrito la strada, segui la nostra costellazione segreta: il Lupo Bianco non ti lascerà mai sola e guiderà sempre il tuo cammino". Keeley Storm è una di quelle persone che gridano il loro dolore nel silenzio e nelle battute, che ti trattan...