Seduta sulla panchina, accanto all'area giochi del giardino, osservo Sparrow che gioca tra i curati cespugli a forma di animali, dando la caccia a qualcosa che non riesco a vedere. Refoli di vento pungente le increspano il folto pelo grigio allo stesso modo in cui mi manda i capelli in faccia.
Alan fa un gesto con la mano per richiamare la mia attenzione. «Keeley».
La prima domanda che mi ha fatto è stata anche l'unica che non mi aspettavo: "come stai?". Sarei potuta a scoppiare a ridere per l'ironia, invece mi sono limitata a rispondere che il mio umore rispecchia quello di Harry Potter alla fine del quinto libro. Non credo abbia capito la metafora.
«Ti ho sentito» bofonchio seccata, avvertendo il suo sguardo indagatore premuto su di me. «E te l'ho anche già detto. Non è colpa mia se non mi credi».
«Sul serio?» La sua voce è intrisa di scetticismo. «Dovrei bermi davvero che sei andata a Clayton solo per mangiare al grill di un certo... Joe?»
Faccio spallucce. «È simpatico».
«Neanche lo conosci!»
«Ma si chiama Joe! Deve essere per forza un pacioccone!»
Con un movimento frustrato, Alan si scosta una ciocca castana dalla fronte. Gli sono cresciuti un po' nell'ultimo mese e, insieme alla barba leggermente ispida, gli danno un'aria trascurata. «Ho perso il mio tesserino della Walker Agency, la mattina che ho trovato te e Klaus nella casa dei tuoi genitori, a Baker Street. Poco dopo, sei andata da sola a Clayton».
Per un attimo, lotto contro l'impulso di voltarmi di scatto, cercando di non lasciar trapelare la mia sorpresa.
È possibile che non sappia che non ero affatto da sola?
L'unica certezza che ho è che lui sia venuto nel mio loft mentre dormivo, ma potrebbe essere entrato dal retro del palazzo per non farsi notare, pertanto non avrebbe incrociato Klaus, appostato all'ingresso a prendere la pioggia.
Questo significa che Alizée, quando lo ha chiamato per riferirgli della mia scampagnata fuori città, non deve aver specificato che ero in compagnia di uno dei suoi figli... perché?
Alan si china in avanti, frapponendosi fra me e la vista di Sparrow che insegue una lucertola. Ha un'espressione corrucciata. «Se mi spiegassi cosa sta succedendo, potrei aiutarti».
Vorrei credergli, lo vorrei con tutte le mie forze. Eppure, una vocina nella mia mente continua a chiedersi se abbia la pistola con sé anche adesso, magari nascosta sotto i jeans o nella macchina parcheggiata accanto alla fontana, sul davanti della villa.
«Non so niente del tuo tesserino. L'avrai messo in lavatrice» mento con forzata disinvoltura. «Sono stata nel mio vecchio appartamento».
«Ah».
Alan torna ad appoggiarsi allo schienale, tamburellando le dita su un ginocchio. Il cipiglio di prima è stato spazzato via da una maschera di compassione mista a finta perplessità. Anzi, probabilmente, nessuno dei due sentimenti è autentico.
«Che cosa cercavi?» Di nuovo, lo stesso tono interessato che lo aveva tradito nel tentare di farsi rivelare cosa avevo scoperto su mio padre.
«Niente». Infilo la mano in tasca e accolgo con sollievo il contatto con il metallo del coltellino, duro e freddo. «Ho incontrato la signora delle patate con cui ci provavi...»
«Io non ci provavo» esclama imbarazzato. «Mi serviva lo zucchero».
«Sì, certo. Al posto dello zucchero di canna, tu volevi lo zucchero per la canna».
STAI LEGGENDO
Remember
Romance"Se hai smarrito la strada, segui la nostra costellazione segreta: il Lupo Bianco non ti lascerà mai sola e guiderà sempre il tuo cammino". Keeley Storm è una di quelle persone che gridano il loro dolore nel silenzio e nelle battute, che ti trattan...