72. SEMPRE E COMUNQUE

812 46 300
                                    

P.O.V. KLAUS

Per tutta la settimana seguente la neve scende fitta, portando con sé la muta promessa di un bianco Natale. Non che abbia importanza, visto che noi siamo confinati alla villa sotto la sorveglianza di omoni in nero sparpagliati dentro e fuori con l'incarico di proteggerci. Non possiamo uscire neanche per andare a scuola, infatti abbiamo ricominciato a prendere lezioni private come ai vecchi tempi. Per fortuna, manca poco all'inizio delle vacanze invernali.

Il nostro ritorno a casa ha suscitato esattamente le reazioni che mi aspettavo.

Carol è esplosa in un pianto isterico. Eileen è corsa ad abbracciarmi dandomi dell'idiota, e adesso ricorre spesso alla carta del "Se vuoi che ti perdoni" per obbligarmi a fare quello che vuole. Simon si è dimostrato molto sollevato che stessimo tutti e tre bene, anche se ho avuto la sensazione che fosse preoccupato più per Keeley che per noi.

Kal mi ha tenuto il muso per ben tre giorni in cui mi ha rinfacciato che sarei dovuto essere con loro in ospedale. Non aveva torto e mi sono sentito un vero schifo. Per quanto riguarda Toby, ci ha stritolati senza pietà appena varcata la soglia ed è servita la promessa di comprargli le figurine della nuova collezione di Harry Potter per calmarlo.

Il momento peggiore, però, è stato con Ian. In sette anni non l'avevo mai visto tanto infuriato ed era così cereo in faccia che, per tutto il tempo della sgridata, Keeley mi ha sussurrato all'orecchio "Sicuro che sviene".

Ovviamente, è toccato a Liam dare spiegazioni; sia io che lei ci aspettavamo che si inventasse qualche balla credibile, invece no.

Ha raccontato la verità, quasi tutta almeno. Il nostro piano per incastrare Vincent, la mia decisione di partire con lui per New Orleans e il salvataggio suo e di Keeley grazie all'intervento di Alan che, in quanto agente della Walker Agency –non potevamo certo dire che fa parte del FBI–, si era già ritrovato nella situazione di strappare ragazzini da parenti discutibili.

Pur avendo omesso qualsiasi dettaglio che riconducesse a Maxwell Storm o una rediviva Elizabeth, abbiamo chiarito il legame di Vincent con chiunque sia dietro agli attacchi alla nostra famiglia. All'indomani il Sunset Times ha ricevuto per via anonima una parte del materiale registrato con il microchip nell'anello, abbastanza per l'articolo di giornale che mi ha scagionato anche agli occhi dell'opinione pubblica.

Così l'immagine degli Hallander è tornata immacolata, Alizée è in via di guarigione e l'intera città non parla che del matrimonio di Matt sempre più vicino e della sua sposa ancora latitante. Tutto perfetto... o quasi.

«Dobbiamo proprio?» sbuffa Eileen, riportandomi alla realtà.

Simon si raddrizza gli occhiali sul naso. «Stefan è stato chiaro. Lo vuole entro sabato».

«Appunto!» Keeley incrocia le braccia sul tavolo e posa il mento sulle mani, annoiata. «Perché dobbiamo farlo con così largo anticipo?»

«Sabato è domani, ficcanaso» le faccio notare.

«Un'ora prima per un compito è più che sufficiente».

Jonas scuote la testa. Dato che il professore lo aveva messo in coppia con mia sorella; abbiamo provato a usare questa scusa per convincere Ian a farci uscire, ma ci ha dato solo il permesso di invitarlo alla villa. «Se perdiamo altro tempo in chiacchiere, ci ridurremo davvero a farlo un'ora prima».

«Non possiamo iniziare senza Ric e Amelia, sono in gruppo con Klaus» precisa Eileen, scrollando le spalle.

A onor del vero anche Rafael doveva unirsi a noi, essendo abbinato a Keeley e Simon, ma sia lui che suo fratello Jacob sono stati espulsi e Oliver, loro padre, è stato rimpiazzato con un altro preside. Sebbene non ci sia nessuna spiegazione ufficiale, sono piuttosto sicuro che la ragione della caduta in disgrazia degli Hale abbia un nome e un cognome: William Hallander.

RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora