P.O.V. KLAUS
Con un sorriso, osservo Keeley che fa una delle sue smorfie adorabili nel sonno mentre si rannicchia ancora di più contro il mio petto. Accarezzo la chioma argentea che si riversa oltre il bordo della chaise longue su cui siamo distesi, con un lenzuolo a coprire i nostri corpi intrecciati.
Emetto un sospiro beato, senza smettere di fissarla nemmeno per un istante. Una parte di me ha una paura folle che nulla di tutto questo sia reale, che un amore così puro e delicato non possa esistere.
Poi però la circondo con le mie braccia, aspiro il suo odore, sento le emozioni che mi provoca la sua sola presenza, e mi rendo conto che non ho abbastanza fantasia per inventare qualcosa di tanto meraviglioso.
«Ehi» biascica Keeley, schiudendo le palpebre. «Come stai?»
Le scosto una ciocca dal viso e gliela porto dietro l'orecchio. «Mai stato meglio. E tu?»
«Benissimo. Sei molto comodo, sai?» Mi dà un bacio sul collo, ma in quel momento la sua attenzione viene attirata dalla luce rossastra che penetra dalla finestra. Il cielo ha già assunto le sfumature del tramonto. «Quanto ho...»
«Un po'. È quasi ora di cena».
«Cavolo, ci avranno dati per dispersi».
Ridacchio. «Probabile. I miei fratelli mi hanno chiamato una mezza dozzina di volte».
«Non è granché, considerato che hai una mezza dozzina di fratelli». Keeley sbadiglia, posando il mento sul mio torace. «Potevi svegliarmi, comunque».
«E perdermi tutte le faccette buffe che fai mentre dormi?» replico con un ghigno.
«Non faccio nessuna faccetta!»
«Sì, invece! Avevi anche la linguetta...»
Prima che io termini la frase, comincia a farmi il solletico sui fianchi e vengo travolto da un attacco di risate. Appena smette, rimane a fissarmi con gli occhi dorati che le scintillano compiaciuti.
Mi chino e unisco le nostre bocche in un contatto fugace. «Grazie» le sussurro, tenendola stretta come un'ancora di salvezza.
«Per cosa?»
«Per essere vera».
Keeley si solleva su di me, affonda le dita nei miei capelli e preme la fronte contro la mia. «Dobbiamo proprio tornare al matrimonio?» bofonchia svogliata.
«Purtroppo, ho dei doveri da testimone» annuisco. «Ma sappi che stanotte dormiremo insieme, nella mia camera. Così posso prepararti la colazione e portartela a letto».
«Mmh, mi piace l'idea». Mi bacia di nuovo e fa per alzarsi, ma si blocca rivolgendomi un ghigno ironico. «Ci pensi? Stiamo insieme da neanche ventiquattro ore e già conviviamo. Questo sì che è bruciare le tappe».
Faccio una risata e cominciamo a rivestirci. Lei finisce per prima, anche se le rimane da fronteggiare il problema del trucco e dell'acconciatura irrimediabilmente rovinati. Allora si posiziona davanti al mobiletto da toeletta, facendo del suo meglio per non avere l'aspetto di una che ha appena... beh, fatto sesso.
Dopo aver rimesso i boxer e i pantaloni, raccolgo un ammasso nero da terra e mi acciglio. «Oh, fantastico».
«Cosa?» domanda, voltandosi. Guarda me, la camicia e si colpisce in fronte con la spazzola. «Giusto, te l'ho distrutta! Vado a prendertene un'altra».
«Sai che dovrai farti tre piani di scale, in andata e ritorno?»
«L'alternativa è farti uscire mezzo nudo con tutte quelle ragazzine assatanate che ti sbavano addosso». Keeley afferra la maniglia, indicandomi minacciosa. «Ergo: non muoverti». Ed esce.
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Remember
Romance"Se hai smarrito la strada, segui la nostra costellazione segreta: il Lupo Bianco non ti lascerà mai sola e guiderà sempre il tuo cammino". Keeley Storm è una di quelle persone che gridano il loro dolore nel silenzio e nelle battute, che ti trattan...