Nell'istante in cui sono entrata in sala da ballo, l'ho riconosciuta dalle foto viste nell'album di famiglia: è la stessa in cui i miei genitori hanno danzato, circa vent'anni fa.
Lungo le pareti ci sono ancora gli angeli dorati che sorreggono i candelabri e dal soffitto pendono ancora i lampadari a gocce di cristallo. Non è cambiata neanche la fontana bianca posta al centro: rivoli d'acqua sgorgano dalle fauci di un mastodontico leone di pietra mentre una grossa aquila dalle ali divaricate gli sta appollaiata sulla schiena. Entrambi sembrano giudicare i presenti con il loro sguardo severo.
Quando ho chiesto a Kal come fosse possibile che non sono mai capitata qui gironzolando per la villa, mi ha spiegato che quella sala viene aperta dalla madre soltanto in occasione di eventi molto importanti. Probabilmente perché è l'unica abbastanza spaziosa da poter contenere fino a un numero esorbitante di persone; ad esempio i fatidici ottocento invitati del ricevimento, che si sono rivelati persino di più tra accompagnatori e imbucati.
«Okay, qualcuno deve dirlo». Eileen sbuffa, seduta a braccia conserte sulla sedia. «Questo matrimonio è una noia mortale».
«Già, per noi sfigati senza dame e cavalieri» sospira Kal tetro, spaparanzato accanto a me sul divanetto. Solleva la gamba a mezz'aria e rimane qualche secondo a fissarsi la punta della scarpa. «Questo smalto mi dona proprio, sì».
Alaric si getta in bocca un altro acino d'uva, preso dal grappolo nel cesto di frutta. Ce n'è uno su ogni tavolino, o in alternativa un posacenere. «Hai davvero lo smalto?»
«Certo».
«E che senso ha?»
«Una rivalsa contro la società o roba del genere. Non ho capito». Kal scrolla le spalle. «Chiedilo a Keel. È stata una sua idea. Keeley?»
Rispondo con un mugolio distratto, senza distogliere gli occhi da Klaus.
Si trova nell'ala opposta della sala e sta chiacchierando con una donna sulla sessantina, bionda e dall'aspetto gentile. Il mio cuore si arresta quando una ragazza gli si avvicina e li vedo scambiarsi alcune battute, ma riprende a battere appena si allontana con la stessa espressione abbattuta delle altre prima di lei.
È già la quarta o quinta che tenta di approcciarlo, forse per invitarlo a ballare, e nessuna ha ottenuto nemmeno una stretta di mano. E ogni volta mi sento morire dalla gelosia e risorgere dalla gioia; l'unica costante è la voglia di ucciderlo. O di baciarlo.
«Eccoti, finalmente!» esclama Alaric all'improvviso. «Iniziavo a pensare che Rose ti avesse rapito».
Edric ci raggiunge tenendo nella mano sana un cupcake al pistacchio. «In realtà mi ha scaricato per ballare con Simon già da un po'».
Eileen si acciglia. «Non mi piace. Lo sta facendo solo per ripicca».
«Non credo, non prenderebbe mai in giro la gente. Per questo è così arrabbiata con me».
Alaric mette il broncio e bofonchia piano: «Devi per forza fare i complimenti alla tua ex?»
«Non stavamo insieme. Se bastasse un bacio per farne la mia ex, tu dovresti averne tipo un esercito». Edric gli porge il dolcetto, mettendosi sul bracciolo della sua poltrona. «Per te».
Lui sorride, lo divide in due e gli consegna l'altra metà. «Assaggia, cucciolo. Scommetto che il pistacchio ti conquisterà».
«Ehi, avevamo un patto!»
«Vi odio» commento guardandoli. «Siete adorabili, ma vi odio».
Kal batte il pugno contro il mio. «Siamo in due, sorella».
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Remember
Romance"Se hai smarrito la strada, segui la nostra costellazione segreta: il Lupo Bianco non ti lascerà mai sola e guiderà sempre il tuo cammino". Keeley Storm è una di quelle persone che gridano il loro dolore nel silenzio e nelle battute, che ti trattan...