Meghan's pov
Dire che sta mattina io abbia avuto la testa tra le nuvole è un eufemismo, la mia attenzione durante le lezioni ormai è praticamente nulla, mi sono persa tra i miei pensieri che fanno viaggi lunghissimi e continuo a farlo anche ora dopo due ore lunghissime di ripetizioni ad una ragazza di seconda.
Almeno quest'attività mi tiene impegnata, non ce la farei a stare a casa tutto il giorno.
Ed ora con lo zaino in spalla cammino per il corridoio vuoto a passo lentissimo verso il mio armadietto per prendere ciò che mi serve ed andare in palestra.
Gli allenamenti di basket dovrebbero finire a momenti e non ho intenzione di incontrare Charlie e le sue domande.
Qualche persona mi passa accanto e mi guarda stranita per il mio andamento è la mia voglia di vivere che in questo momento si è sotterrata nel giardino della scuola. Non sono giù moralmente, ma avere un sacco di pensieri per la testa che ti frullano senza mai lasciarti un momento mi buttano a terra.
Arrivata alla palestra sento ancora le urla del coach, decido di rischiare ed entro sedendomi tra gli spalti in alto, oggi le cheerleader si allenano fuori per cui la palestra è dedicata solo ai ragazzi che sono continuamente rimproverarti dal coach. Sembrano non essere in forma per l'imminente campionato.
Prendo il telefono dalla tasca dei jeans ed invio un messaggio a Zoey, Diana e Mark per chiedere se sta sera ci saranno alla festa di Wilson e vedere se rimanere o meno anche io dopo il progetto. Invio un messaggio anche a Melanie per vedere come si sta preparando alla sua partenza di settimana prossima ed appena sollevo lo sguardo i ragazzi sembrano allontanarsi dal centro del campo per varcare la porta ed entrare negli spogliatoi, tutti a per te uno: Charlie.
"Perché aspetti qui e non fuori?" sicuramente crede che voglia un passaggio a casa.
"Veramente non aspetto te"
"E chi allora?" sipsiro incerta de dirglielo o no, non c'è nulla di male d'altronde, dobbiamo solo fare un progetto.
"Io e Wilson dobbiamo finire il progetto di lettere" alza gli occhi al cielo infastidito e poi mi dà le spalle senza aggiungere altro "ma tu sta sera alla sua festa ci sei?"
"Alla festa di chi?" solo ora mi rendo conto che forse non avrei dovuto dir nulla e non so proprio come rimediare, per cui non resta che dire la verità.
"Di Nicholas" abbasso lo sguardo.
"Non sapevo di nessuna festa, tu ci vai?"
"Non lo so" alza le spalle, ma non sembra che la cosa gli vada giù.
Comincio anche io a scendere i gradoni e raggiungo il centro della palestra indecisa se uscire nel parcheggio ad aspettare Nicholas o stare qua, i miei dubbi svaniscono non appena il ragazzo che sto aspettando entra nella grande sala.
"Ho provato a fare il più veloce possibile" ecco è quando dice queste cose che mi stupisce, che ho paura stia fingendo ancora, che non posso riuscire a credere che escono dalla stessa bocca da cui più volte sono uscite cattiverie rivolte anche verso di me.
Mi affianca lentamente, forse indolenzito da qualche parte per via dell'allenamento.
"Nello spogliatoio c'è ancora qualcuno che si cambia, dobbiamo fare il giro" usciamo dalla palestra in totale ed imbarazzante silenzio.
"Diciamo che forse accidentalmente io abbia potuto dire a Charlie della tua festa sta sera, pensavo lo sapesse" sospira, ma non sembra poi così tanto colpito o infastidito.
"Non l'avevo invitato e non voglio che ci sia" si gratta la fronte corrugata "tu ci sei vero?"
"Non lo so" alzo le spalle.
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Sei quella vendetta che lascia l'amaro in bocca
RandomÈ appena cominciata l'estate e Meghan Mitchell, 17 anni dal carattere distaccato e freddo con le persone di cui non si fida, ma sempre con un tocco di umorismo si trova a fare i conti con Nicholas Wilson, arrogante, puttaniere e presuntuoso, per di...