Capitolo 37

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Meghan's pov

"Mark io sto cominciando a non sopportare la tua lentezza mentre mangi, non ti posso proprio guardare" mi lamento con Mark che sta mangiando la sua brioche da almeno 10 minuti.

"Girati dall'altra parte allora" addenta un altro po' della sua colazione. I tavolini del cortile non sono proprio i posti migliori in cui ripetere per i test di oggi, ma diciamo che me la dovrei cavare solo che non vorrei farli con il nervoso addosso che in questo momento mi sta dando mio cugino. "Arriva Charlie, non fare battute sul mio modo di mangiare perché poi fa domande e ancora non gli ho detto niente di Jace" mi avverte guardando verso il cancello della scuola.

"Come vuoi" alzo le spalle.

"Buongiorno, scusa se non vi ho dato un passaggio oggi, ma avevo un po' di cose da fare prima... Com'è stato prendere il pullman?" ci chiede appena prende posto. Ebbene sì, dopo più di un anno che non prendevo il pullman oggi sono stata costretta.

"Ti prego non farlo mai più" lo implora Mark.

"Diana è scesa alla seconda fermata perché non sopportava più la puzza di quello che gli stava accanto, ha detto che avrebbe preso un taxi, ma ancora non l'ho vista arrivare" potevo anche evitare di dirglielo, ma voglio che si senta in colpa così che non faccia più così, è stato troppo brutto per me prendere quel mezzo di trasporto che ho preso per anni sempre contro voglia.

"Mi dispiace" sembra davvero in colpa. Dai un po' ora mia dispiace farlo sentire così, alla fine è un mezzo pubblico non una tortura.

"Vado a prendere un caffè" mi alzo e vado verso il chiosco della scuola, c'è un po' di gente che non ho mai visto prima e sembra che siano dei primi anni, mi sembrano così sicuri di sé che se ripenso alla me smarrita di qualche anno fa i primi giorni di scuole superiori me ne vergogno un po'. Ho fatto fatica ad ambientarmi, non che ora mi sia totalmente ambientata, ma loro sembrano venire in questa scuola da anni.

Ordino il mio caffè senza zucchero e appena lo afferro le ragazze di prima di fianco a me si zittiscono e farfugliano tra loro qualcosa di incomprensibile per poi sclerare quasi come se gli one direction avessero varcato il cancello.

Seguo il loro sguardo e anche se non sono gli one direction, Nicholas, che ora sta entrando nel cortile con la sua schiera di amici, è degno lo stesso di tutte queste attenzioni anche se esagerate.

Mi incammino verso il tavolino e noto con piacere che Logan sta parlando con Charlie, proprio mentre li raggiungo Nicholas fa lo stesso e si piazza di fronte a tutti noi.

"Grazie, non dovevi prendermi il caffè" rimango impietrita mentre mi sfila il caffè di mano da cui stavo per fare il primo sorso "cazzo, ma è amarissimo, mi vuoi per caso avvelenare?" fa una smorfia ridandomi la mia colazione.

"Ci avrei già provato" gli faccio un sorrisetto e sposto senza farmi notare lo sguardo su Charlie che lo fissa con superiorità, superiorità battuta da quella di Nicholas che nemmeno lo calcola.

"Come sta tuo nonno?" chiede a Logan che l'ultima settimana è stato dal nonno.

"Ora sta bene fortunatamente"

"Com'era Portland?"

"Mi fa sempre piacere tornare lì ed ora c'è un sacco di gente in più rispetto all'ultima volta che ci sono stato"

Quei due fanno conversazione al tavolo su cui inizialmente eravamo solo io e i miei cugini e gli guardiamo non capendo perché non parlano altrove.

Ora l'attenzione di Nicholas è su di me mentre quella di Logan su Charlie.

"Finito il libro?" mi chiede.

Sei quella vendetta che lascia l'amaro in boccaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora