Capitolo 25.2

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Megan's pov

"Io mantengo sempre la parola data, ma questo non significa che mi importi di te" le ultime parole che concludono il colpo che da una parte mi sollevano, ma dall'altra mi buttano letteralmente a terra.

Corro fuori dal locale con le lacrime agli occhi che spingono per uscire, ma appena fuori una mano mi tira per un braccio e mi ritrovo davanti la figura di Charlie.

Scuote la testa nervoso, ma non dice nulla.

"Non c'è bisogno che tu mi dica che me lo avevi detto, che mi avevi messa in guardia, non ce n'è bisogno perché mi sento già stupida abbastanza"

"Meghan lui è un coglione, è cattivo, non sono qua per dirti che te l'avevo detto di stargli alla larga, ma perché ti voglio bene ok? E tu stai male" sosppira guardandosi intorno "è cattivo e non merita le tue lacrime"

"Non sollevi la situazione lo sai? Insultandolo non migliori la cosa, perché infondo tu non sei molto diverso da lui. Non negare il fatto che stai con Melanie per ripicca, perché io davo attenzioni a Nicholas, non negarlo. Anche tu la stai usando come lui ha usato me. Siete uguali infondo" abbassa il capo perché sa che ho ragione e non contesta.

"Io non ti avrei mai fatto del male così, né a te né a nessun altro"

"Lo stai facendo stando con Melanie"

"Cosa intendi dire?" la voce di Melanie proviene da sotto la discesa, non so se ha ascoltato la conversazione, ma questi sono affari loro.

"Per favore Melanie parliamone dopo" le chiede Charlie.

"Meghan io... Non so che dire" dice dopo aver annuito a Charlie.

"Non dovete dire niente, nessuno deve dire niente... Ho sentito già abbastanza" la prima lacrima scivola sul mio volto lenta, la raccolgo con la mano e penso che non si merita nessuna lacrima. Christian che proviene dalle spalle di Charlie mi guarda come se già sapesse cosa sia successo, anche abbastanza compiaciuto, ma non mi viene in contro. E se lui lo sapeva? E se lui lo sapeva e non mi ha detto niente?

Un singhiozzo esce dalla mia bocca mentre guardo quello che credevo essere mio amico, ma che sembra avermi usato anche lui. Anche lui.

Mi giro di scatto e mi metto a correre con l'intento di andare più lontano possibile da qui, più lontano possibile da persone che ritenevo amiche, leali, fedeli e dall'unuca persona che era riuscita a farmi divertire come nessuno mai e a farmi provare quei sentimenti che non provavo da tanto.

Io lo avevo questo cattivo presentimento, ma sentirsi dire certe parole sono risultate come una pugnalata nello stomaco che mi veniva inflitta una dopo l'altra sempre con più indifferenza. E quella voce gentile che mi risuona nelle orecchie che mi implora di fidarmi di lui viene sostituita da quella rude che mi dice che non gli importa nulla di me.

Rimpiango di aver abbassato la guardia con lui, di avergli dato anche un accenno di fiducia che non meritava e piango lacrime che non meritano di portare il suo nome, il suo nome con quello di Chris e tante altre persone come Logan, Dan, Duncan o Cameron che molto probabilmente sapevano tutto sin dall'inizio, ma mi hanno sempre trattata con indifferenza.

Mi obbligo a non prendermela con loro, ma mi è facile dal momento che la mia mente è occupata solamente dalle sue parole.

La gente sul lungomare mi guarda, ma continuo a non farci caso perché non mi posso curare di sguardi indiscreti quando il suo indifferente davanti a me come non lo era mai stato si piazza nella mia mente e non se ne vuole andare.

A quel punto tutti quei sentimenti, anche semplici brividi mi rendo conto che erano a senso unico, che a provarli ero solo io e che lui stava solo fingendo, fingendo per avvicinarmi a lui e buttarmi a terra così, ma fa male, fa così male che mi sarà difficile rialzarmi.

Sei quella vendetta che lascia l'amaro in boccaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora