La mattina dopo a svegliarmi è il telefono di Zoey che squilla, si sveglia e risponde.
"Era mio fratello" mi dice appena chiude la chiamata "voleva sapere dove fossi".
"Te ne vai?" Chiedo dispiaciuta.
"No, poi scendo in spiaggia e lo raggiungo là. Voi che fate scendete?"
"Dipende da come si sente Diana e dall'ora in cui si sveglia"
Ci alziamo e sistemiamo il divano su cui abbiamo dormito, poi le do un cambio e ci facciamo la doccia. Intanto gli altri si sono svegliati, Mark e Liam stanno bene mentre Diana ha mal di stomaco e mal di testa.
Mi sa che oggi mi tocca badare a lei.
Facciamo colazione e poi tornano tutti a casa, a parte Zoey che sta aspettando che il fratello la venga a prendere in macchina dal momento che la sua famiglia non è in spiaggia.
"Ma i tuoi genitori dove sono?" Mi chiede curiosa.
"Sono andati a San Francisco per lavoro. Hanno un'azienda che si sta allargando parecchio, non la gestiscono loro, nel senso che non è la loro, però sono manager del settore nazionale e multinazionale ormai da tempo. I tuoi invece che fanno?"
"Mia madre fa l'insegnante, ma infatti non è per lei che ci siamo trasferiti, per mio padre, fa il designer in un'impresa neo zelandese che però ultimamente sta lavorando molto a San Diego e vicinanze e quindi gli conveniva di più abitare qui piuttosto che fare avanti e indietro".
"Abiti lontano da qua?" Le chiedo.
"No, non proprio. È che Dan è esagerato e doveva per forza venirmi a prendere lui"
"Ha la patente?"
"No, infatti non so come ha intenzione di venire fin qui".
Sentiamo un clacson suonare e quindi usciamo fuori perché sarà sicuramente Dan.
La accompagno e dal finestrino abbassato noto chi è al lato guida.
Ancora lui.
Dai posti di dietro sta uscendo Melanie e credo di non essere mai stata più confusa di così. Si massaggia le tempie e quindi le dico di entrare in casa.
Mi abbasso all'altezza del finestrino per dire un cosa a quel troglodita che ora come ora non mi presta attenzione, ma appena nota che lo sto fissando mi guarda a sua volta e con un'alzata delle sopracciglia mi ordina di parlare se ho da dire qualcosa.
"Wilson fai quello che cazzo ti pare con chi cazzo ti pare, ma non venire a rompere le palle a me" lo guardo male e dopo una breve pausa continuo.
Lui mi guarda con fare superiore e la cosa mi dà ancora più sui nervi.
Alzo gli occhi al cielo sospirando e con questo mi sollevo e mi avvio verso casa mia.
Appena dentro c'è Melanie stesa su un divano e Diana stesa sull'altro. Prendo due aspirine con due bicchieri d'acqua e glieli porgo.
"Come va?" Chiedo a tutte e due.
"Io diciamo che non va malissimo" risponde prima Melanie.
"Io diciamo che va malissimo" continua Diana.
Sospiro perché sono stanca che ogni volta finiscono sempre nella stessa situazione e poi devo essere io a badare a loro.
"Scusa Meghan" comincia mia sorella.
"Per cosa?"
"Perché ogni volta io faccio l'irresponsabile e bevo troppo e poi il giorno dopo per stare con me tu non esci"
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Sei quella vendetta che lascia l'amaro in bocca
AcakÈ appena cominciata l'estate e Meghan Mitchell, 17 anni dal carattere distaccato e freddo con le persone di cui non si fida, ma sempre con un tocco di umorismo si trova a fare i conti con Nicholas Wilson, arrogante, puttaniere e presuntuoso, per di...