Nicholas's pov
"Insegnami a vivere"
Spalanco gli occhi all'istante dallo stupore e mi serve solo questa richiesta per farmi capire cosa devo fare.
"Vieni con me?" dico con il sorriso in faccia, ma non con il solito tono autoritario.
Lei annuisce debolmente e mi basta questo per incamminarni verso l'uscita dell'albergo senza passare dalla folla di gente.
"Ma dove andiamo?" mi chiede alle mie spalle mentre camminiamo a passo svelto.
"L'hai mai vista Los Angeles di notte?" mi giro verso di lei e l'eccitazione mi si legge in volto.
Il suo viso esprime solo stupore e meraviglia e mi fa capire che è la cosa migliore che avrei potuto proporle.
"Allora andiamo" la incito.
"Ma a piedi?" mi chiede raggiungendomi.
"Non è distante" alzo le spalle e non fa problemi.
"Ma non avvisiamo nessuno?" mi chiede appena fuori.
"Mi hai chiesto di insegnarti a vivere non di dare ai tuoi l'autorizzazione per la gita scolastica"
"Ok, lascia solo che scriva a mia sorella di dire ai miei in caso non mi vedano che sono rientrata perché stanca" annuisco e riprendo a camminare.
"Sarà un'impresa camminare su questi tacchi" si lamenta stando attenta a dove mette i piedi sul marciapiede.
"Toglili" le consiglio e si ferma, inaspettatamente si aggrappa dalla mia spalla per mantenersi in equilibrio mentre si sfila le scarpe dai piedi.
"Quante volte sei stata a Los Angeles?"
"Solo una un paio di anni fa, ma non è stata una vera e propria vacanza, abbiamo girato un po', ma non me la sono goduta appieno. Invece tu?"
"Io ci vengo spesso perché qua ci abitano dei miei parenti, quindi la conosco parecchio bene"
Appena riusciamo ad intravedere più da vicino le luci della città si fomenta eccitata e non posso fare a meno che ridere vedendola felice come una bambina appena vede i regali sotto l'albero di natale.
Il marciapiede però finisce e c'è da fare un pezzo di strada prima di arrivare in città dove la porterò sull'immenso lungomare, dove è là che la vita dei giovani si concentra nel periodo estivo.
Si piega per rimettersi le scarpe e non farsi male ai piedi, ma la fermo, non arriveremo mai se rimette i tacchi perché la strada è tutta un discesa e ho paura che cada.
"Non rimetterli puoi cadere" la fermo.
"Ma mi faccio male"
Penso un po' fino a quando non mi viene in mente un'idea che mi alletta parecchio.
"Dai ti porto io sulla schiena" le faccio un gesto con la mano di salire sulla mia schiena.
"No peso un sacco, cadremo" si lamenta.
"Immagino quanti tu possa pesare, quanto un bue" rido di ciò che ha appena detto.
Sospira e poi osserva il suo vestito che le impedisce di fare ciò che le chiedo perché troppo lungo e stretto.
In un gesto del tutto naturale e senza farsi problemi, tira un po' su la gonna facendo diventare il vestito esageratamente corto.
Spalanco gli occhi vedendole compiere questo gesto.
"Dai girati così salto su" ride guardandomi mentre io mi perdo ad osservare le sue cosce scoperte.
Faccio ciò che dice e lei in un salto si aggrappa alle mie spalle tenendo le braccia intorno al mio collo, la testa poggiata sulla spalla e le gambe allacciate al mio bacino.
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Sei quella vendetta che lascia l'amaro in bocca
DiversosÈ appena cominciata l'estate e Meghan Mitchell, 17 anni dal carattere distaccato e freddo con le persone di cui non si fida, ma sempre con un tocco di umorismo si trova a fare i conti con Nicholas Wilson, arrogante, puttaniere e presuntuoso, per di...