capitolo 4

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Sta mattina mi sono svegliata abbastanza tardi e con un mal di testa fortissimo, mi alzo e provo a ricordare tutto ciò che è successo ieri sera. I miei pensieri si soffermano soprattutto sul discorso che Charlie ha fatto a Mark, lui crede che io dia retta a Nicholas solo per fargli un torto perché non prendo ordini da nessuno, credo di aver ascoltato fin troppo i consigli di mio cugino, ormai ho capito di che persona si tratta Wilson e se ho intenzione di stargli alla larga non è sicuramente perché me l'ha ordinato mio cugino.

Scendo le scale ancora mezza addormentata e trovo un post it attaccato da una calamita sul frigorifero:

Siamo tutti a mare.
Raggiungici, pranziamo là.

Non sono proprio in vena, ma mi preparo e scendo lo stesso a mare.

Fa davvero troppo caldo oggi e di sicuro non contribuirà a farmi passare il mal di testa. Prima di uscire di casa ho preso un'aspirina con la speranza che faccia effetto al più presto possibile.

Nella spiaggia libera ci sono solo pochi ombrelloni, ma è comprensibile visto l'orario. Ancora gli stabilimenti balneari non hanno piantato gli ombrelloni, ma quello in cui in genere stiamo noi ha messo la rete da pallavolo e qualche altro gioco per i bambini.

Anche noi ora come ora stiamo nella spiaggia libera, ma appena finisce giugno ci spostiamo.

Intravedo mia zia Jennifer e mio zio Jo intenti a preparare i piatti con l'insalata di riso e sotto altri due ombrelloni tutti i miei amici.

"Ciao" saluto tutti che rispondono in coro.

"Come stai?" Mi chiede sussurrando Liam.

"Mal di testa" rispondo con lo stesso tono.

"Com'è che conosci Nicholas Wilson?" Mi chiede Jonathan che ieri ha assistito a tutta la scena.

"È una storia strana" rispondo sperando che non facciano più domande.

"Raccontala" insiste Jonathan.

"I cazzi tuoi?" rispondo innervosita.

"Siamo tuoi amici vorremmo sapere cosa accade nella tua vita e non per farci i cazzi tuoi, ma perché ci teniamo" risponde molto più pacato Connor.

È vero, mi dispiace trattarli così, ma ultimamente non ci sto capendo proprio niente di quanto mi sta succedendo.

Roteo gli occhi.

"Quindi?" Continua Connor intimandomi di rendergli partecipi della situazione.

"L'ho conosciuto nei bagni del Mc e poi abbiamo avuto una discussione accesa fuori dal bar"

"Spero solo che tu non cada ai suoi piedi come tutte le altre ragazze" dice Mason.

Lo guardo male facendogli capire che non accadrà mai, non lo sopporto come faccio a cadere ai suoi piedi?

Lui sogghigna appena intuisce il significato della mia smorfia.

"Voi lo conoscete?" Chiedo per curiosità.

"Di nome" risponde Connor.

"Fa parte della squadra di basket di un'altra scuola e quindi la squadra della nostra si è scontrata spesso contro la sua. Non è un tipo affidabile: quest'anno ha scatenato tre risse a causa delle partite, una contro un giocatore della nostra squadra che lo ha insultato, uno contro un ragazzo di un'altra scuola e un'altra contro un arbitro" spiega Jonathan.

"Violento il ragazzo, eh?" Commenta Daniel.

"Dicono si sia fatto un casino di ragazze della nostra scuola e quasi tutte della sua" ci comunica Liam che è amante di gossip e di questo genere di cose che avvengono a San Diego.

Sei quella vendetta che lascia l'amaro in boccaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora