capitolo 10

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Nicholas's pov

Sono nella mia macchina e sto guidando fino a casa, oggi sono stato tutto il giorno da Duncan con Caleb, Jared non è venuto perché diceva che non ne aveva voglia, per cui ci siamo visti solo noi.

Loro sono in assoluto le persone di cui più mi fido e le persone a cui tengo di più nel mio gruppo perché ci conosciamo da quando abbiamo memoria e ci siamo sempre sostenuti.

Ci siamo iscritti tutti e quattro alla Westvew per il liceo, ma purtroppo il prossimo anno non saremo più a scuola insieme a causa della mia espulsione, sicuramente è per questo che i miei mi hanno detto di tornare a casa, in genere non gliene fotte un cazzo di me.

Arrivo ed apro la porta, sul divano ci sono i miei genitori con una lettera in mano e la faccia come quella di chi ha scoperto che il proprio figlio deve andare in guerra, perlomeno mia madre ha questa faccia.

Ora sono sicuro che è dell'espulsione che mi vogliono parlare.

"Cos'è questa?" Chiede Harry, incazzato, ma cercando di mantenere lo stesso la calma. Non lo chiamo padre perché non è mio padre.

"Serviva questa per farvi accorgere della mia esistenza?" sputo acido. Non hanno mai avuto tanta considerazione di me da quando non c'è mia sorella, soprattutto da parte di lui, ma a me sta bene così, non mi servono. L'unica cosa è che non possono scegliere di fare i genitori solo quando gli conviene a loro, cioè quando rischiano che esca qualcosa di negativo sul loro conto e la loro reputazione venga rovinata da un figlio che è stato espulso.

"Cosa cazzo è questa?" Urla sempre lui, ma io non mi scompongo.

Mia madre gli poggia una mano sul ginocchio, ma lui gliela sposta.

"Mi hanno espulso dalla scuola" dico con nonchalance andando a prendere qualcosa da bere.

"E ti azzardi a dirlo così?" Continua urlando alzandosi dal divano. Mia madre si alza a sua volta e gli poggia una mano sulla spalla per farlo calmare.

"Perché?" Chiede lei con più calma.

"Ho picchiato un tizio di un'altra scuola durante una partita" alzo le spalle.

Harry si porta le mani in faccia e mia madre abbassa lo sguardo.

"Sai che cosa vuol dire?" Chiede lui sull'orlo di una crisi.

"Certo che lo so, altrimenti non mi avresti chiamato: se si viene a sapere che tuo figlio" mimo con le virgolette figlio "è stato espulso che figura ci farai a lavoro? Cosa penseranno i tuoi colleghi? Che fine farà la tua reputazione?"

Non mi fa finire di parlare che mi arriva uno schiaffo in pieno volto mentre mia madre rimane con il fiato sospeso.

Alzo lo sguardo, ma il suo non mi intimorisce, è alto, ma non quanto me e sono molto più forte di lui.

Gli sto per tirare un pugno, ma vengo bloccato da mia madre.

"Non farlo Nic" mi implora.

"Nic, Nic? Da quando mi chiami così?" Urlo. Solo una persona può chiamarmi così e quella non è lei.

Mia madre è visibilmente confusa e vaga con lo sguardo di qua e di là.

"Tu non hai idea di cosa io ho fatto per te ed ora mi ripaghi così?" Comincia la sua solita predica Harry.
"Non sei nemmeno mio figlio e mi ripaghi così per ogni cosa che ti ho dato, ringrazia tua madre perché sei qui. Non solo ti ho dato il mio cognome che sai benissimo che ha un certo peso, non solo ti ho ospitato a casa mia, non solo ti ho dato di tutto, ma fai stronzate su stronzate che infangano solo il mio nome. Sai cosa vuol dire che mio figlio è stato espulso dalla scuola per me? Lo sai che si saprà dappertutto?" Urla "a quest'ora sia tu che tua madre sareste stati per strada se non fosse per me" continua a rinfacciare le solite cose e senza accorgermene gli tiro un pugno dritto sul labbro, lo prendo dal colletto della sua stupida camicia e lo sbatto al muro per poi continuare a colpirlo, mia madre mi ferma, però dopo pochi colpi urlando e piangendo.

Sei quella vendetta che lascia l'amaro in boccaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora