Harry si affrettò a raggiungere Hermione, Ginny, Neville, Seamus e Dean al tavolo di Grifondoro. Dopo la lezione di Storia della Magia il professore lo aveva trattenuto per sgridarlo (sì, come i bambini) per la scarsa attenzione dimostrata durante la lezione.
Se c'era una cosa che Harry avrebbe voluto far scomparire dalla faccia della Terra, quella era Storia della Magia! La scuola era cominciata da quasi tre settimane, ormai, e già era stremato. Tutte quelle date... non gli entravano proprio in testa.
- Alla buon ora, Harry! - esclamò Seamus, non appena lo vide, spostandosi sulla panca per fargli posto. - Il vecchio noiosone ti ha fatto la ramanzina?
Harry si lasciò cadere sulla panca e subito si avventò sul cibo. - Io quello lì lo detesto. Ce l'ha con me! Nessuno stava seguendo quella lezione, ma ovviamente bisogna sgridare il signor Potter!
Ginny ridacchiò piano e si mise in bocca un pezzo di tacchino. - L'avete sentita l'ultima?
Quattro paia di occhi, attenti e curiosi, scivolarono su di lei. - No? Ma se ne parlano tutti! - disse lei stupita. - Si dice che la McGonagall stia organizzando una sorta di gemellaggio con altre scuole!
Dean per poco non si strozzò col pollo. - Un che? Io non mi muovo da qui! Odio la Metropolvere, odio la Materializzazione, odio volare... me ne resto ad Hogwarts, punto e basta - disse, convinto. Seamus scosse la testa divertito.
- Io lo sapevo già - disse invece Neville, - non vedo l'ora! Magari incontrerò qualcuno con la passione per l'Erbologia, come me!
Hermione non disse nulla. Si limitò ad annuire piano, poi si concentrò di nuovo sul cibo che aveva nel piatto. Nelle tre settimane trascorse si era nuovamente chiusa nella sua bolla immaginaria, escludendosi dal resto del mondo.
L'argomento "Ron" non era più così insistente, gli insulti da parte delle Serpi erano momentaneamente cessati (Draco, avendola vista crollare in quel modo davanti ai suoi occhi, l'aveva lasciata in pace), i suoi voti erano sempre impeccabili, e anche il pensiero dei suoi genitori, sebbene ancora doloroso, le faceva versare poche lacrime ormai.
Ma Hermione sentiva come un buco. Un vuoto, che non riusciva a riempire.
Niente era come prima per lei. In un battito di ciglia aveva perso la sua famiglia, Ron e un pezzo di se stessa - nella guerra - e ora si sentiva come svuotata dentro. Un robot che cammina e studia. Cammina, studia, cammina, studia, studia, studia...
Ma non era questo che le pesava così tanto... Con queste orribili sensazioni ci aveva fatto l'abitudine, ma era qualcos'altro che le mancava. Ma non riusciva a capire che cosa.
Ginny ed Harry non sapevano cosa fare ormai per tirarle su il morale.
Quasi non ci facevano più caso al suo continuo malumore, sebbene avessero provato mille volte a farla sorridere.
- Hermione?
La riccia si riscosse dal suo stato di continua trance e alzò gli occhi dal piatto, incontrandone un paio vispi e sorridenti.
- Canon - salutò la ragazza, - Ciao, come va?
Lui sorrise un po' impacciato. - Molto... molto bene grazie, tu? Io ecco... volevo parlarti un attimo, posso? - disse goffamente. Ginny ridacchiò sotto i baffi: tutti sapevano dell'enorme cotta che Canon Clivery aveva per Hermione. Quest'ultima si alzò con un sorriso di cortesia e seguì il ragazzino fuori dalla Sala Grande.
- Allora... - cominciò Canon, se possibile ancora più in imbarazzo di prima, - vedi..., non so se lo sai, anzi sì, scusa, di sicuro lo sai, certo... ecco, la preside fa... organizza questo gemellaggio e io... io sono al quarto anno e non potrò venire e quindi non ci vedremo per molto tempo e...
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Slytherin's
Fanfiction"Le piaceva vedere il potere che aveva su di lui. Aveva la capacità di fargli toccare il cielo e di distruggerlo senza muovere un dito." ___________________________ Riconoscimenti raggiunti nel tempo: 🥇#1 nella categoria #jkrowling 🥇#1 nella categ...