19. Principessa dell'antipatia

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Hermione si strinse nel suo cappotto meglio che poté e si accinse a seguire lo sciame di studenti che si dirigevano verso lo stadio di Quidditch. Quel giorno si sarebbe svolta la partita Grifondoro-Corvonero, e anche se Hermione non amava il Quidditch, Ginny e Cormac l'avevano gentilmente obbligata ad andarli a vedere.

Faceva un freddo terribile quella domenica, ed Hermione stava imprecando mentalmente contro l'inverno, sperando da un momento all'altro di ritrovarsi su una bella spiaggia soleggiata.

- Granger, non ti credevo appassionata di Quidditch - fece una voce alle sue spalle. Hermione si girò e riconobbe Draco, stretto nel suo giubbotto nero che, a giudicare dall'eleganza, era probabilmente di fattura ricercatissima.

- Non ci vado per miei interessi, ma per supportare Ginny e Cormac - rispose Hermione continuando a camminare, mentre Draco le si affiancava. Dell'abbraccio della sera prima non avevano ancora parlato, e non erano particolarmente inclini a farlo. Si comportavano come prima, magari un po' più rilassati. - Piuttosto, a cosa dobbiamo l'onore della tua presenza? - chiese scherzosa.

Draco ghignò. - Studio le tattiche nemiche, Granger - disse divertito, - E vedrai che servirà, dato che la Coppa sarà nostra quest'anno - sorrise vittorioso.

- Non sperarci troppo, furetto - lo canzonò lei, stringendosi ancora di più nel cappotto.

- Hai freddo? - chiese Draco, ma subito si pentì. Cosa le avrebbe detto poi, "Vuoi la mia giacca?". Non siamo ridicoli. Hermione captò il suo disagio e si limitò a sorridere lievemente, volendo evitare una situazione imbarazzante per entrambi. Ormai erano arrivati allo stadio e i due si divisero.

- Vai nella zona dei Serpeverde? - chiese Hermione; poi si morse la lingua. Ovvio, dove sarebbe dovuto andare?

- No, oggi sono io a fare la telecronaca - disse lui trattenendo un sorriso beffardo.

- Davvero? - chiese stupida Hermione.

Draco ghignò decisamente divertito. - Granger, sto scherzando - la riprese.

Hermione lo guardò storto. - Bene, augura buona fortuna a Ginny e Cormac, fa il bravo - lo prese in giro Hermione. - E prega che un bolide non mi colpisca, quei dannati cosi volanti... - sussurrò tra i denti.

- A dopo, Grangy - la canzonò lui, e si allontanò.

- A dopo, Malf... - sbuffò divertita, - Grangy... - ripetè sorridendo e scuotendo la testa.

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- E Alisha Jonhson ha preso il boccino! La partita si conclude con la vittoria dei Grifondoro, 180 a 60! - urlò la voce di Jaims Lucly, il telecronista. Hermione si alzò in piedi e si mise ad applaudire, sorridendo ai suoi due amici che giravano vittoriosi per il campo.Segretamente ringraziava Merlino e Morgana per il fatto che la partita si fosse conclusa così presto: stava diventanto un ghiacciolo. Proprio oggi che c'era la partita doveva fare così tanto freddo? Dopotutto era la fine di ottobre, non gennaio di certo.

Ginny le si avvicinò e l'abbracciò di slancio, felice della vittoria. - Bravissima, Ginny! - si congratulò la riccia.

Ginny assunse un'espressione scherzosa. - Ma almeno hai capito perchè abbiamo vinto?

Hermione le fece la linguaccia e Ginny scoppiò a ridere, per poi allontanarsi verso  il centro campo, per festeggiare. In effetti Hermione non aveva mai compreso bene le regole del Quidditch, le uniche cose che capiva erano "Ed ecco il fischio d'inizio!" e "La partita si conclude!". Dopo aver sorriso anche a Cormac, che le aveva fatto l'occhiolino dopo aver assistito alla battutina di Ginny, Hermione si accinse a scendere dagli spalti assieme alla mandria di Grifondoro esultanti. Si diressero tutti verso il centro campo per esultare della vittoria, lanciando in aria Ginny e Alisha, che era stata davvero brava.

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