5. Orgoglio e Pregiudizio

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Hermione camminava tranquilla per i verdi prati di Hogwarts. Era l'inizio di settembre, e nell'aria c'era ancora quel calduccio che in molti tra gli studenti adoravano. Nella sua testa c'era un unico, ingombrante pensiero: come fare il compito di Pozioni con Malfoy e Zabini. Non impazziva dalla voglia di lavorare con loro, ma essendo per ordine di un professore non si sarebbe mai tirata indietro. Il problema, infatti era un altro: quei due purosangue viziati non avrebbero mai lavorato con una sanguesporco come lei, nemmeno sotto tortura. Di questo ne era certa.

Ancora pensierosa giunse sulle sponde del Lago Nero e si sedette sotto un albero, ammirando il paesaggio che la circondava. Era sempre lo stesso paesaggio, e sempre lo stesso Lago Nero, ma ogni volta che Hermione ci tornava sembrava sempre più bello.

La prima giornata di lezioni era terminata e mancava circa mezz'ora al pranzo, per questo la riccia aveva deciso di rilassarsi un po'. Si era già portata avanti con i compiti, quindi non aveva nulla di cui preoccuparsi. Dopo aver tirato fuori Orgoglio e Pregiudizio si mise tranquillamente a leggere, indisturbata, fino a quando delle voci lontane non attirarono la sua attenzione.

D'istinto Hermione tese l'orecchio per capire di chi si trattasse. Non riuscì però a catturare molte parole della conversazione tra i due sconosciuti, a parte scassacazzo, lenzuola e Pansy.

Alla parola Pansy Hermione tese ancora di più l'orecchio; quella conversazione ormai aveva la sua completa attenzione. Mano a mano che i secondi passavano le voci si facevano più vicine, e ciò permise a Hermione di distinguere tre voci, al posto di due; fino a quando la riccia sentì dei fruscii da qualche parte dietro di lei. Svelta si nascose tra dei cespugli, per non farsi vedere, mossa da chissà quale istinto.

La ragazza riconobbe i proprietari delle voci qualche secondo prima che questi si rendessero visibili. Draco Malfoy, Blaise Zabini e Theodore Nott.
La voce interiore di Hermione imprecò in quindici lingue diverse.

- ... non ci vado - stava dicendo Malfoy. I tre ragazzi camminarono fianco a fianco fino alla riva del Lago, posizionandosi a circa dieci/quindici metri dal nascondiglio di Hermione, che per fortuna era ben nascosta. - Quel vecchio rimbambito l'ha fatto apposta, ci potrei giurare - continuò Malfoy, ed Hermione capì che si riferiva a Lumacorno e ai gruppi di studio. - Vuole farci fraternizzare... con i Grifoni! Non so come faremo, Blaise.

Zabini emise uno sbuffo. - La Granger non è male, no? Basta farle fare tutto il lavoro, dopotutto lei ha paura di noi.

Tutti e tre scoppiarono a ridere dopo quelle ultime parole.
L'orgoglio di Hermione, ferito, strillò silenziosamente. Lei non aveva affatto paura di loro! Ma chi si credevano di essere, a parte tre stupidi, viziati, bastardi... purosangue? Ah, ecco. Purosangue è migliore di Sanguesporco.

- Tu chi hai in gruppo, Theo? La Bulstrode? - chiese poi Zabini all'amico, che tirava sassi nel Lago, facendoli rimbalzare una, due, tre volte. Cavolo, pensò Hermione, mordendosi la lingua, io questo non lo so fare.

- No amico - rispose Nott, - peggio. Ho Pansy e quell'oca... com'è che si chiama? Quella che stava con Lenticchia - disse, schioccando le dita più volte nel tentativo di ricordarsi il nome. - Lavanda Browl?

- Brown, credo - lo corresse Malfoy. - Al terzo anno abbiamo dovuto fare un compito assieme. Un inferno amico, ti assicuro.

Blaise Zabini ghignò scoccando un'occhiata all'amico, che gemette. - E che cazzo, però - si lamentò, - voi avete la Granger e io due oche del cavolo!

Malfoy alzò un sopracciglio. - Meh, forse preferirei Pansy alla Granger. Insomma, la Granger... sembra una suora.

Zabini e Theodore annuirono. - Mh-mh - disse il primo, dandogli ragione, - ma secondo me dici così anche perché non è purosangue.

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