53. Ginny è tornata

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- Ginny! - urlò Hermione saltando in piedi e rischiando di perdere l'equilibrio. Una ragazza snella e alta la afferrò appena in tempo, facendo svolazzare di qua e di là i suoi lucenti capelli rossi, mantenendo una compostezza invidiabile nonostante la Granger le fosse appena caduta addosso. 

Ginny Weasley era in carne ed ossa di fronte a Hermione, bellissima come al solito nella sua divisa scolastica.

- Sei già tornata! - esclamò contenta Hermione, stringendo l'amica in un abbraccio. Le era mancata molto. Il fatto che fosse tornata prima delle due settimane accordate con la Preside le fece intuire che si fosse rimessa in forma e che stesse bene, nonostante la recente perdita del padre. 

Ginny ricambiò la stretta. - Mi sono detta che passare le giornate chiusa in camera in pigiama non sarebbero servite a niente. Così ho messo la divisa e la mamma mi ha portato qui dopo aver avvisato la McGonagall. - spiegò sorridente. 

Aveva un accenno di occhiaie, ma niente in confronto a quelle di una settimana prima, e il suo volto era radioso come sempre. Sebbene Hermione sapesse che quella era in parte solo una maschera, era felice che l'amica si fosse ripresa. 

- Come stai? - chiese cauta, con leggerezza. Sapeva di toccare un tasto dolente e voleva andarci piano, per evitare di turbare eccessivamente l'amica.

Ginny prese un grosso respiro. - Bene. Non ho voglia di parlarne. Facciamo come se non fosse successo nulla, okay?

Hermione sorrise mesta e annuì. Poi ingigantì il sorriso e prese Ginny sotto braccio. - Mi sa che devi andare a fare una visitina a Blaise. Non faceva altro che pensare a te. - le sussurrò divertita all'orecchio, e Ginny arrossì.

- Ti dispiace se vado ora? - chiese stampandole  un bacio sulla guancia.

- Al contrario, vai pure. Stavo per andare al corso di francese. Sai, ho perso un po' di lezioni. - rispose scuotendo la testa.

Ginny inclinò la testa di lato, e le due amiche si guardarono in silenzio per un po'. Il bene che si volevano da anni non era paragonabile a niente. C'erano sempre l'una per l'altra, e se una soffriva l'altra stava male per lei.

- Che anno bizzarro, eh? - ironizzò Ginny forzando una risatina triste. Era cambiato tutto, dopo la guerra: niente Harry e Ron a scuola, niente liti con i Serpeverde, niente Arthur, e in compenso permanenze in ospedale e nuove relazioni amorose.

Non era il momento di farsi prendere dalla tristezza però. - Su dai, che Blaise ti aspetta. - disse Hermione dandole una gomitata nelle costole, per farle alzare lo sguardo nel momento in cui il ragazzo in questione faceva il suo ingresso in Sala Grande con dietro un bel po' di libri.

Ginny sorrise radiosa e corse incontro al ragazzo, mentre Hermione scuoteva divertita la testa e usciva dalla Sala Grande, diretta al corso di francese.

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Hermione affiancò Cormac, sedendosi nel banco vicino al suo, e rivolgendogli un grosso sorrisone sincero. Il recentissimo ritorno di Ginny aveva avuto la capacità di sparare a mille il suo entusiasmo ed ora era felice come una Pasqua. 

- Mademoiselle! - esclamò il professore di francese. Era esattamente come Hermione se lo ricordava: alto almeno due metri, magro, vestito in modo colorato ed estremamente stravagante. 

Quel giorno indossava uno smoking verde foglia (di quelle appena nate, primaverili, per intenderci) con sotto una camicia rosso acceso e un papillon fucsia. Era un vero e proprio pugno negli occhi guardare il complesso, ma il caldo sorriso che l'uomo le rivolse la intenerì. 

- Mi chiedovo quando sarobbe tornota - le disse, posando una mano sul fianco e inclinando la testa di lato. Era veramente strano quell'uomo, ma non di uno strano inquietante... solo strano. - Sono feloce di avorla di nuovo tra di noi! Ma ora bosta chiacchiore, si inozia la lezione!

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