45. Porca vacca, Theodore

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- Oh, porca vacca - disse Theodore Nott, alternando lo sguardo da Hermione, appoggiata al muro e col fiato corto, al corpo a terra di Dylan Sprouse. Blaise Zabini aveva le sopracciglia aggrottate. 

Draco, davanti a loro, era muto, come se avesse perso le parole, e guardava Hermione con gli occhi colmi di rabbia. - Ti ha... cosa è successo? Stai bene? Tu ti sei fatta male? - chiese d'improvviso, quasi avesse appena re-imparato a parlare. Raggiunse a grandi falcate Hermione e la prese per le spalle. Fu un tocco delicato, ma deciso e fermo allo stesso tempo. 

- Io... sto bene, è tutto okay, devo... sedermi - balbettò la ragazza, e Draco la accompagnò apprensivo verso il letto, senza lasciarle le spalle nemmeno per un momento. Hermione si prese la testa fra le mani e prese un grosso respiro. - Sto bene - ripeté, e Draco fece un silenzioso sospiro di sollievo. 

Hermione era riuscita a fermarlo in tempo, ma la paura, il terrore di quello che sarebbe potuto accadere se non avesse avuto la fermezza di agire la attanagliavano con una morsa ghiacciata. Morse con forza il labbro, mentre un brivido di rabbia le scuoteva il corpo. 

Rabbia, perché tutto questo doveva finire. Quel ragazzo le aveva dato fastidio più di una volta, l'aveva molestata, palpeggiata e violentata psicologicamente già in passato. 

Hermione si alzò in piedi, spaesando leggermente Draco. 

- Devo vedere la Preside - annunciò. Nella sua voce ogni traccia di debolezza o paura era svanita, e al loro posto regnava solo un'immensa ira. Quasi tremava di rabbia, aveva i pugni serrati e lo sguardo alto e sicuro. 

Draco, per quanto ammirasse la forza di Hermione, intervenne, cercando di rimetterla seduta. - Hermione, devi stare tranquilla, - le disse con dolcezza. Blaise e Theodore, sentendo che l'aveva chiamata per nome, e che le aveva parlato con tenerezza, si scambiarono uno strano sguardo. - Ti portiamo da Madama Chips, in infermeria. Per sicurezza. Parlerai dopo con la Preside.

Hermione oppose resistenza alla spinta che le mani di Draco, sulle sue spalle, esercitavano per rimetterla seduta. Scosse la testa, spingendo via il ragazzo per il petto. - No, no, lasciami andare dalla McGonagall, - ripeté a bassa voce. - Devo vederla, devo parlarle subito. 

Draco aprì la bocca per ribattere, ma non ne uscì alcun suono. Aveva imparato che quando Hermione si metteva una cosa in testa era impossibile impedirle di farlo. Non era stupido, aveva capito cosa era successo, e improvvisamente la Granger gli era sembrata così debole e forte allo stesso tempo. 

Avrebbe voluto saltare addosso a quel ragazzo a terra e riempirlo di botte, pestarlo a sangue, non gliel'avrebbe mai perdonato. 

Ma Hermione, ora, era la sua priorità. - Va bene, ma vengo con te. - accordò guardandola negli occhi. - E poi ti porto da Madama Chips, che tu voglia o no. 

Hermione annuì piano, bagnandosi le labbra e poi mordendole di nuovo. 

Blaise Zabini e Theodore Nott erano rimasti in silenzio fino a quel momento, rigidi sull'uscio della camera, confusi e leggermente tesi. Avevano assistito allo scambio tra Hermione e Draco con attenzione, senza perdersi nessuna parola o sguardo o espressione del viso. 

- Porca vacca - sussurrò Theodore, in modo che solo Blaise lo sentisse. 

Non erano stupidi nemmeno loro, e avevano capito che tra i due qualcosa c'era. Avrebbero voluto entrambi chiedere, fare domande e prendere un po' in giro Draco, ma sapevano che la situazione era abbastanza delicata, e cercarono invece di rendersi utili. 

- Granger, se possiamo fare qualcosa per aiutare... - disse finalmente Blaise, facendo un passo avanti. Guardò Draco, che ricambiò il suo sguardo, e lesse nei suoi occhi un "grazie" sentito. Sorrise appena.

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