29. Ritorno di fiamma, più o meno (pt.2)

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- Ron - sussurrò.

Il ragazzo fece un timido saluto con la mano. Aveva le orecchie completamente rosse, segno che era più imbarazzato che mai.

A Hermione sembrava addirittura più alto di prima. Il volto aveva ora perso qualsiasi traccia di fanciullezza. Una lieve barbetta rossa spuntava sul mento e sulla mandibola, i capelli erano spettinati, gli occhi erano stanchi e un livido violaceo spiccava sulla sua pelle chiara sullo zigomo sinistro.

- Hermione... ciao. Tu... tu sei qui - disse sorridendo un po' da ebete mentre la guardava a disagio. Aveva sempre pensato che Hermione fosse bellissima. L'aveva amata tanto, davvero tanto, prima di capire una cosa che gli aveva cambiato davvero la vita.

Ginny alzò gli occhi al cielo. - Perspicace, Ronald, davvero perspicace - si complimentò ironica con suo fratello, che divenne rosso e la fulminò con lo sguardo.

- Hermione, ti... ti va di fare un giro? - chiese poi rivolto alla riccia.

Lei tentennò. Ron l'aveva ferita in precedenza, ma ora era sicura di non provare più nulla per lui oltre a pura amicizia. Annuì piano senza staccare gli occhi dai suoi e un timido sorriso comparve sul volto del rosso. 

- Ginny, ci vediamo dopo, ok? - chiese all'amica, che annuì sorridendo. Hermione si gettò fra le sua braccia un'ultima volta, troppo felice di non averla persa, e poi seguì Ron fuori dalla camera. Uscirono dal dormitorio e si diressero verso i giardini. Erano circa le sei di pomeriggio, l'aria era fredda, la luce del Sole era ormai tenue, e le lanterne nei parchi erano già accese. Entrambi i ragazzi erano bardati in giacconi e sciarpe, appositamente fatti comparire da Hermione, e fortunatamente non patirono il freddo.

 - Come stai, Hermione?

Lei si strinse nelle spalle. - Abbastanza bene. Ultimamente sono solo un po' stanca, anche se non capisco perchè, dato che le ore di sonno perse le recupero con la giratempo...

Ron ridacchiò e la fissò divertito. - La cara vecchia giratempo... - commentò, alludendo al terzo anno e alla loro avventura con Sirius Black e Remus Lupin. Hermione fece uno sbuffetto divertito e si strofinò le mai tra loro cercando di scaldarle.

- Tu invece? E Harry? Non... non ci sentiamo da molto - commentò distogliendo lo sguardo e abbassando la testa. Anche Ron chinò il capo lievemente a disagio.

- Stiamo... stiamo bene. L'allenamento è duro, ma ormai sono abituato, e anche Harry se la cava.

Sollevò lo sguardo su di lei, che continuò però a tenere il suo fisso in un punto indistinto in lontananza. - Harry ha sbagliato, Hermione. E anche io, lo so. Mi dispiace. Ci dispiace - ammise a bassa voce sincero. - Dovresti scrivergli, è da tanto che mi dice che vuole farlo lui, ma poi non se la sente. Sa di essersi comportato da codardo.

- Neanche tu mi hai mai scritto - gli fece notare lei leggermente acida.

Ron sospirò. Aveva ragione, e lo sapeva. - Hermione, mi dispiace. So di aver sbagliato, me ne rendo conto e non lo nego. Ma avevo bisogno di parlarti. E di persona, non via lettera. Perchè è una cosa importante.

Solo allora Hermione si voltò verso di lui. Lo fissò e silenziosamente lo invitò a continuare.

Ron sembrò cercare le parole adatte e non parlò per qualche minuto. - Mi sei sempre piaciuta, Hermione. Dico davvero, fin dal primo anno ho avuto una cotta per te. E poi quella cotta è diventata amore. Ti ho amata davvero tanto, 'Mione.

Hermione rimase in silenzio ad ascoltare.

- Siamo cresciuti assieme e sei stata una delle persone più importanti della mia vita. Dico davvero. Poi però il mio amore verso di te ha cominciato ad affievolirsi, circa verso il sesto anno, e mi sono allontanato gradualmente, perchè io... io non volevo ferirti, Hermione. Non l'ho mai voluto.

La riccia fece una piccola smorfia e sospirò.

- Ronald. Non ha più importanza. Mi hai ferita, ma ora... - scrollò le spalle delicatamente. - Sto bene. Dico davvero.

Ron aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse. Rilassò le spalle e spostò lo sguardo verso i confini di Hogwarts.

Rimasero per un po' in silenzio, entrambi, godendosi quel momento. La loro amicizia si era appena restaurata. Senza bisogno di parole, senza bisogno di pensieri o contatto fisico, semplicemente ora erano di nuovo loro: Ron ed Hermione. Migliori amici da sempre.

Ron sembrava pensieroso. Una piccola rughetta gli solcava la fronte e sembrava assorto. Hermione si girò a guardarlo.

Lui non se ne accorse; rimase con gli occhi lontani. Poi si girò velocemente verso di lei.

- Sono innamorato, Hermione. - disse tutto d'un fiato.

La ragazza non se lo aspettava. Aprì la bocca, stupita, ma la richiuse subito per paura di ferire l'amico. cercò di tornare impassibile (ma non eccessivamente). - Oh - disse non sapendo come reagire. Ron la guardò come aspettandosi una reazione migliore e parve un po' deluso. Hermione si affrettò a rimediare. - La... la conosco? - chiese guardandolo negli occhi. Dio, che begli occhi aveva. Li aveva sempre ammirati.

- No. No, non credo. Credo di no. No.

Hermione fece un timido risolino divertito per il modo in cui l'amico aveva risposto imbarazzato.

- Mi dai un indizio? - chiese sorridendo, con tono gentile. Non voleva forzarlo.

Ron sembrò vacillare appena. Distolse lo sguardo e lo puntò di nuovo lontano; sembrò perso per qualche attimo. Cominciò a torturarsi le mani. Hermione, preoccupata, lo fissò con fare insistente. Che succedeva? Cosa aveva Ronald?

- Non è una ragazza - disse poi il rosso, talmente veloce che l'amica dovette sforzarsi per riuscire a distinguere le parole. L'aveva detto di getto, mangiandosi le lettere. Era imbarazzato e a Hermione fece talmente tanta tenerezza che di slancio lo abbracciò. Lui si lasciò stringere.

Finalmente l'aveva detto a qualcuno. Si era liberato. Quella cosa lo stava mangiando dentro da troppo tempo, non aveva ancora avuto il coraggio di confessarlo a nessuno. Ma ora c'era di nuovo la sua Hermione, e Ron smise di preoccuparsi.



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Ciao. Ho appena letto che Helen McCrory, l'attrice della nostra Cissy, è mancata. Aveva il cancro e purtroppo non ce l'ha fatta. Mi dispiace moltissimo. 

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