26. Troooppo sdolcinato

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- Hermione, ciao, dove vai? - chiese Neville spuntando dal nulla e provocando a Hermione un bello spavento. - Oh, scusami. Non volevo spaventarti.

- Neville, ciao. Non preoccuparti. Sto... sto tornando nella mia camera - disse Hermione tentando di risultare il più convincente possibile. Era ancora arrabbiata con Ginny ma non ne capiva nemmeno lei stessa il motivo, e questo la faceva solo innervosire maggiormente.

Neville la scrutò diffidente. - Va tutto bene? - chiese cauto.

- Certo! - squittì Hermione con voce incredibilmente acuta. Cercò di farla sembrare una cosa normale, ma così facendo si impastò e la parola le uscì abbastanza storta. Neville la guardò inarcando un sopracciglio con discrezione e alla fine scrollò le spalle. - Va bene. Vado, Hannah mi aspetta. Ci vediamo in giro, Hermione - la salutò con la mano e poi si allontanò.

Quanto era cambiato Neville. Era diventato incredibilmente alto, il fisico era diventato più asciutto, il volto aveva perso quella forma rotondetta che tanto lo aveva reso insicuro durante i primi anni. Aveva perso gran parte dell'aria da fanciullo, e dopo tutto Hermione non se ne sorprendeva più che tanto. A parte il fatto che fosse naturalmente cresciuto e che avesse diciassette anni, Neville era in realtà cresciuto in fretta e molto prima degli altri. Fin da piccolo aveva fatto visita ai suoi genitori in ospedale, al San Mungo, e questo non gli aveva permesso di vivere un'infanzia come le altre. Era diventato adulto troppo in fretta, e più volte ne aveva sofferto, ma dietro l'aria impacciata, timida e insicura di Neville si nascondeva un giovane uomo estremamente forte. Più della maggior parte degli studenti lì a Hogwarts.

Hermione sorrise un poco a questi pensieri, per poi mutarsi di nuovo in "Hermione Granger Arrabbiata, Versione Originale". Indossò la maschera arrabbiata e indifferente a marciò verso la sua camera. Grazie a Merlino era singola, così avrebbe potuto evitare di incontrare Ginny.

Entrò nel castello e passò davanti alla Sala Grande, cercando di superare la folla urlante e confusionaria che si accalcava davanti alla Bacheca delle Comunicazioni, e imboccò il primo dei tanti corridoi che l'avrebbero portata al dormitorio dei Grifondoro. Il rumore dei suoi passi si condondeva con quello degli altri ragazzi; c'era chi passeggiava con amici senza una meta precisa, chi si affrettava a sgattaiolare in segreto nelle cucine per sgraffignare del cibo, chi camminava spettegolando e lanciando occhiate superficiali agli altri. Hermione notò con disprezzo che Lavanda Brown rientrava nell'ultima categoria.

Quella sottospecie di ragazza camminava sculettando e guardando acida gli studenti che le passavano accanto, facendo smorfie di disgusto e sussurrando cose presumibilmente poco carine a Parvati Patil e un'altra ragazza: alta, secca e con i capelli rossi. Hermione intuì che si trattasse di Susan Bones. Non la conosceva di persona, ma non le era mai stata particolarmente simpatica.

Alzò gli occhi al cielo quando Lavanda Brown la notò e le si avvicinò con un sorriso falso sulle labbra. - Hermione... ciao, dove vai? - chiese in tono dolce che a Hermione fece venire la nausea.

- In camera mia - tagliò corto Hermione, e le superò senza più degnarle di una parola o di uno sguardo. Mentre si allontanava sentì di nuovo Lavanda sbuffare e dire qualcosa tipo "Quella stronza". Ghignò appena e continuò a camminare, evitando Dean e Seamus nascondendosi dietro un angolo e alzando gli occhi al cielo quando intravide Pansy Parkinson farsi strada tra i corridoi spintonando malamente gli studenti che le ostruivano il passaggio. 

- Granger, piacere di vederti - ironizzò non appena se la trovò di fronte.

- Parkinson - disse atona a mo' di saluto la riccia fissandola negli occhi. - Sono felicissima di vederti pure io - la sfottè. Pansy fece una smorfia fintamente dolce e aprì la bocca per parlare, ma fu interrotta da una voce maschile.

- Pansy, eccoti. Andiamo?

Draco Malfoy arrivò passando un braccio attorno alle spalle dell'amica e solo allora si accorse della Granger, che lo fissava con una strana espressione che non decifrò. - Oh, Granger - disse. Il tono della sua voce era improvvisamente duro. - Come mai sola? Non c'è McLaggen che ti protegge oggi? - chiese acido. Hermione si stupì di quella frase e anche Pansy si girò a guardarlo lievemente confusa. Lui ignorò entrambe e proseguì. - Guarita la gamba? Suppongo che l'amore del tuo coso biondo abbia aiutato, sì? Oh, come sono felice per te... - ghignò e assomigliò più a una smorfia. - Pansy, andiamo - terminò sbrigativo e con il braccio fece pressione sulla schiena dell'amica per invitarla a camminare.

Solo per un attimo Hermione e Pansy dimenticarono di essere Hermione e Pansy e si scambiarono un'occhiata confusa, prima che la Grifona riprendesse a camminare, più nervosa di prima, e che la Serpeverde venisse trascinata via dal biondo Malfoy. Entrambe tornarono nei loro panni e si allontanarono senza più una parola.

Finalmente Hermione arrivò in camera e si chiuse dentro utilizzando cinque Alohomora. Si buttò sul letto a faccia in giù e reagì con un grugnito al dolore che le colpì il naso dopo aver sbattuto contro il materasso. - Ma cazzo - mugugnò massaggiandoselo.

Si mise a sedere e cominciò a guardarsi intorno in cerca di qualcosa che avrebbe potuto smaltire la sua rabbia e le si illuminarono gli occhi quando l'enorme tomo de Persuasione di Jane Austen occupò il suo campo visivo. Lo appellò con un incantesimo non verbale e subito si tuffò nelle sue pagine che sapevano di quell'inebriante odore di libro antico. Il suo profumo preferito in assoluto.

Non alzò lo sguardo da quel libro per quasi un'ora e mezza. Poi si rese conto (quando sentì scrocchiare la sua schiena) che avrebbe dovuto fare un po' di moto prima di cena, così si alzò, infilò le scarpe e il mantello con tanto di sciarpa e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Verso il breve tragitto che separava camera sua dal salotto della Sala Comune incrociò Cormac e Alisha.

Hermione si bloccò a disagio, ma Cormac le sorrise gentile. - Hermione, ciao - disse felice di vederla . - Alisha, lei è Hermione. Vi siete già viste... Herm, tu sai di noi, vero? - chiese un po' in imbarazzo. Hermione gli sorrise rassicurante.

- Certo, Ginny mi ha detto tutto - lo tranquillizzò. - Siete così teneri! - disse ed era vero. Lo pensava veramente, nonostante l'idea che non fare sesso per luuungo tempo non le piacesse poi così tanto. Alisha arrossì un poco, ma si sentì subito a suo agio con Hermione.

- A dir la verità Cormac sei un po' appiccicoso... - commentò ironica. Ma il ragazzo non la colse e si rabbuiò subito, facendo scoppiare a ridere Hermione e Alisha.

- Da-davvero? - balbettò tristemente. Alle due ragazze si strinse il cuore. Alisha allora si mise in punta di piedi e lo baciò dolcemente. - Scherzavo - sussurrò a un millimetro dalle sue labbra per poi baciarlo di nuovo, con più foga di prima.

Hermione cominciò a sentirsi decisamente a disagio.

- Okay, io vado - disse frettolosamente. I due parvero non sentirla nemmeno e continuarono a mangiarsi la faccia come se nulla fosse. Mentre Hermione si allontanava sentì Cormac dire ad Alisha: - Sei la cosa più bella che io abbia mai visto - per poi riprendere a cibarsi delle sue labbra e a scambiarsi liquidi corporei.

Bleah. Troooppo sdolcinato.

Potrei vomitare.


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Capitolo breve ma intenso (Hermione mood LMAO)

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