40. Sesso, parole, azioni

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Hermione sentì letteralmente lo stomaco venire riempito da milioni di farfalle, dopo aver udito le parole del biondo. Il cuore prese a battere all'impazzata, come se stesse cercando di scappare dalla gabbia toracica; le guance si tinsero di rosso.

Era senza parole. Le aveva detto che era innamorato di lei, ma non sapeva se fidarsi. Lui era Draco Malfoy, rinomato donnaiolo, sapeva veramente cosa fosse l'amore?

L'amore, quello vero, che ti fa ardere come un tizzone ardente, e che ti dà carica come nessuna droga. Hermione non l'aveva mai provato, e non sapeva se questa volta amava il ragazzo.

Draco la guardò andare a fuoco e desiderò non aver mai detto niente. Lo sapeva... Sapeva che non avrebbe dovuto aprirsi così tanto.

Gli sembrò che Hermione, a parte arrossire e rimanere in silenzio, non avesse avuto la reazione che lui si aspettava.

Che poi, cosa si aspettava? Un abbraccio? Un bacio? O, addirittura, un "Ti amo"? Sciocchezze. Si era sbagliato di nuovo. Mai nessuna avrebbe potuto amare ciò che era.

In un impeto di rabbia improvviso si alzò in piedi, sotto gli occhi spaesati di Hermione, con il desiderio di rompere tutto ciò che aveva davanti. Afferrò un vaso di fiori, che ancora aveva attaccato un bigliettino (Per Hermione, da George), e lo scagliò lontano, contro il muro.

L'urlo di Hermione fu spezzato dal fragore del vetro rotto; mille sottili frammenti esplosero, inondando il pavimento e ferendo Draco alle gambe.

Lui non ci fece quasi caso, si girò, cercando qualcos'altro da distruggere per attenuare la sua rabbia folle.

Le aveva detto che era innamorato di lei, dannazione, ed era stata zitta. Non ricambiava, era evidente, e questo feriva il biondo più delle schegge che aveva ora nelle gambe.

Perché era caduto nella trappola dell'amore? Perché lui, Draco Malfoy, si era lasciato ingannare da quell'infido sentimento?

Quel bastardo, subdolo, maligno, maledetto sentimento!

Un bicchiere seguì il vaso e ne fece la stessa fine.

Hermione era nuda, nel letto, che piangeva, e urlava a Draco di fermarsi. Ma lui non la ascoltava. Sapeva che era tutta colpa sua, ma non si sarebbe mai aspettata che lui le confidasse quello. Le sue urla disperate non avevano effetto, così infilò la biancheria e scese dal letto, in panico.

Come poggiò a terra i piedi pestò una scheggia di vetro, che le penetrò la carne, facendola urlare di dolore. Saltò indietro, soffiando come un animale ferito, e si rannicchiò sul letto, piangendo lacrime più pesanti che mai.

Draco si risvegliò all'udire il suo urlo di dolore, e si girò di scatto verso di lei, vedendola sul letto, con il volto rigato dalle lacrime. I suoi occhi, seppur quasi accecati dalla rabbia, riuscirono a catturare un particolare che gli fece rizzare i peli sul corpo.

Rosso. Un liquido rosso gocciolava dal piede destro di Hermione, che aveva anche una mano sporca.

Qualcosa scattò in lui, perché anche se la ragazza gli aveva appena dato il più grande dispiacere della sua vita, rimaneva comunque colei che, purtroppo per lui, amava. Vederla su quel dannato letto, ricoperta di quel dannato sangue, gli ruppe qualcosa all'altezza del petto.

Era colpa sua. Tutta colpa sua!

Si precipitò da lei, facendo sparire le schegge di vetro da terra, e allungò le mani per accarezzarla. Toccarla, sentirla.

Ma lei si ritirò soffiando, letteralmente. Si schiacciò contro la parete alle spalle del letto. Non staccava gli occhi dai suoi; quegli occhi tanto belli e unici, ora erano velati da lacrime e iniettati di sangue.

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