37. Alla mia bellissima stella

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Hermione picchettò nervosamente le dita sulla coscia, creando uno strano ritmo, nel tentativo di rilassarsi.

- Devi stare ferma - la ammonì la medimaga. - Altrimenti potresti alterare le analisi.

Hermione si fermò e ritrasse la mano.

Cercava di guardare ovunque tranne che verso il suo braccio destro. Era comprensibile, dal momento che le stavano facendo un lungo prelievo del sangue, e che quindi aveva un'enorme ago infilato nella carne.

- Ho... ho bisogno di distrarmi. Gli aghi mi mettono ansia - cercò di dire guardando la lampada appesa al soffitto.

La donna parve sentirla poco. - Stai ferma o altererai le analisi, te l'ho già detto - ribadì annoiata mentre sfilava la fialetta e ne attaccava un'altra.

Hermione soffiò addolorata: le grasse mani della donna avevano la leggerezza di un Troll.

- Quanto ne dovete prendere, ancora? - chiese titubante Hermione.

La donna neanche alzò lo sguardo su di lei. - Un po'.

Non disse nient'altro, e Hermione capì che aveva finito di parlare.

Fece una smorfia infastidita. Erano tutti davvero antipatici, i medimaghi. Ti trattavano con freddezza, quasi come fossi un peso per loro. Come se si annoiassero a curare i pazienti.

Ma d'altra parte, dopo aver fatto la lieta conoscenza del dottor Medlock, Hermione non si aspettava chissà cosa dagli altri infermieri.

Chiuse gli occhi e strinse denti, quando sentì che la medimaga stava cambiando un'altra fialetta.

Ne aveva già riempite sei.

- Lei ha studiato ad Hogwarts? - domandò Hermione in un impacciato tentativo di fare conversazione con la Donna Troll.

La medimaga scosse la testa rigidamente e non disse nulla.

Hermione si trattenne dall'urlare un faccia quanto fosse maleducata. - E dove? - chiese sforzandosi di risultare gentile.

- Durmstrang - disse la donna. Poi staccò malamente un'altra fialetta, e la rimise assieme alle altre. Senza preavviso, a mani nude, senza guanti, sfilò l'ago dal braccio di Hermione.

Lei soffiò come un animale ferito.

Durmstrang, riflettè indignata Hermione, sfornava davvero gente come lei? Quella donna aveva delle mani pesanti come sassi e la gentilezza le mancava del tutto. Un giretto a Beauxbatons, con Madame Maxime, non le avrebbe fatto male.

- Ho finito. I risultati ti arriveranno domani, mentre tra poco dovremmo avere quelli delle analisi di ieri. Arriverà un collega a portarteli, io ho di meglio da fare - disse la donna raccogliendo le fialette.

- Oh, okay. Grazie allora - rispose Hermione. Quella donna era insopportabile, ma la sua buona educazione la portava a comportarsi bene con tutti.

La medimaga nemmeno la salutò, aprì la porta e scomparve.

Hermione rimase sola. Abbassò finalmente lo sguardo sul suo povero braccio e inorridì vedendo che, dove poco prima c'era l'ago, ora troneggiava un bel livido viola.

- Un Troll, ecco cos'è quella donna - ringhiò tra sé e sè, coprendosi il braccio con la manica della camicia da notte.

Per caso gli occhi le caddero sull'altro avambraccio.

Il cuore iniziò a battere un po' più velocemente, mentre allungava la mano e tirava su la manica.

Mudblood.

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