50. Dobbiamo parlare

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- Mi dispiace, Hermione, sono stato un idiota, ma ti amo, per favore torniamo insieme. 

Theodore lo guardò con occhio critico e scosse vigorosamente la testa. - Fa schifo.

Draco gli lanciò un'occhiata truce e prese a girare per la stanza, grattandosi la nuca di tanto in tanto, per stimolare i pensieri. Poi ad un tratto si fermò, alzò il dito indice in aria, con un'espressione fiera in viso. - Hermione, tu sei bellissima, e profumi, torniamo insieme? Mi perdoni?

Theodore si sbatté una mano in faccia e Blaise alzò gli occhi dal pacchetto di patatine che aveva in mano. - Posso dire che mi fai proprio pena? - chiese il mezzo francese all'amico, scuotendo la testa. 

Draco lo guardò minaccioso. - Blaise, ti sembra opportuno infierire? Cazzo, se solo... 

Theodore si mise in mezzo. Draco era particolarmente nervoso quel pomeriggio, e non era sicuro che si sarebbe trattenuto dal fare a botte con uno dei suoi migliori amici solo perché lo stava provocando. - Blaise, taci. E Draco, - disse rivolgendosi al biondo, - dirle che profuma e che è bellissima non centra un cazzo.

Draco incrociò le braccia al petto e batté nervosamente gli occhi. Non sapeva cosa fare. Non sapeva cosa cazzo fare per farsi perdonare da Hermione, proprio non ne aveva idea.

Il biondo alzò le mani al cielo. - Allora dimmi tu cosa dirle! Dimmi tu cosa fare, come comportarmi, come vestirmi, ... - Blaise gli scoccò un'occhiata quasi disgustata, ma Draco lo ignorò.

I lineamenti di Theodore si indurirono e mosse un passo verso l'amico. Gli puntò un dito contro, senza rabbia, ma con espressione seria e irremovibile. - Draco, tu hai sbagliato, almeno ne sei consapevole? Hai fatto una cosa...- storse la bocca e lo guardò schifato per un attimo, durante il quale Malfoy si sentì sprofondare nell'abisso della consapevolezza, - ...hai fatto una cosa orribile, praticamente disumana, per una motivazione estremamente sciocca. Lo sai, ne sei consapevole, o vuoi scusarti con lei solo per potertela scopare di nuovo?

Draco serrò la mascella. - Non osare...

Theo fu più svelto e gli tirò un pugno sullo zigomo, tanto forte che il volto di Draco ruotò quasi di centottanta gradi. Il biondo si portò lentamente una mano alla guancia offesa, e per un attimo Blaise (che si era fermato con una patatina a un centimetro dalle labbra, preso alla sprovvista) pensò che avrebbe risposto alle botte, ma l'amico rimase immobile. Theo scosse la mano su e giù, per alleviare un po' il dolore che l'urto gli aveva provocato alle nocche.

Draco alzò piano lo sguardo su Nott e non disse nulla.

Sapeva di aver sbagliato, sapeva perché aveva sbagliato.

- Sai benissimo che cosa intendo, Draco. - continuò freddo Theodore. Si scambiarono uno sguardo di ghiaccio, odio, e poi Malfoy si girò e uscì da quella stanza, dentro la quale l'aria stava diventando irrespirabile.

***

Draco alzò lo sguardo e si vide riflesso nello specchio sporco e crepato del bagno di Mirtilla Malcontenta. Sfilò il gilet pesante della divisa e si rimboccò le maniche della camicia, portandole a scoprire gli avambracci. Lo sguardo stava per ricadere sul marchio nero quando lui, appena in tempo, si impose di tirarlo nuovamente su, a fissare se stesso e il suo riflesso.

Sei un coglione. Sei un coglione. Sei un coglione.

Lo sapeva, certo che lo sapeva. Quando ne aveva litigato con la Granger ne aveva solo una vaga idea di quanto sbagliato fosse quello che aveva fatto, perché non ci aveva mai pensato troppo, ma durante la discussione (e dopo il pugno) con Theodore la consapevolezza lo aveva schiacciato come un macigno. E ora si ritrovava in bagno, a trattenere le lacrime e a chiedersi come avesse fatto a comportarsi in odo così stupido.

Amava Hermione, l'amava con tutto se stesso, e la consapevolezza di non averla più lo lacerava. E anche sapere quanto male Pansy aveva dovuto sopportare da sola lo distruggeva: bene o male era sempre stata un'amica per lui, e gli amici non voltano mai le spalle. 

Non aveva mai provato amore verso nessuno. Mai, mai. 

Era cresciuto in un contesto familiare freddo, distaccato e violento, nel quale di affetto non vi era nemmeno la più piccola ombra. Il periodo al servizio di Voldemort, poi, aveva praticamente risucchiato tutto ciò che di umano era rimasto in lui, che era già poco. Ed Hermione, invece, era riuscita a riempirlo di felicità, gioia, calore, affetto. Come nessuno prima d'ora.

Draco era sicuro di esserne innamorato, la sua felicità ormai dipendeva sostanzialmente da lei, e per questo decise che doveva assolutamente parlarle. 

Scattò ritto in piedi e quasi corse verso il suo dormitorio, cercando i suoi due amici. Doveva parlare con Lei. Subito.

Arrivò trafelato e rosso in viso nella sua camera, e naturalmente era lo stesso bellissimo, pur essendo sudato e col fiato corto. Era inspiegabile, ma Malfoy riusciva a mantenere la sua bellezza angelica in ogni situazione.

Gemette di frustrazione quando trovò la stanza vuota. Dove diavolo erano andati quei due? Digrignò i denti e cercò di trattenersi dal tirare un pugno al muro, cosa che gli costò un'enorme quantità di autocontrollo.

Si voltò di scatto, deciso ad andarli a cercare, ma urtò contro un'esile figura sulla porta, che per l'urto perse l'equilibrio.

Il cuore di Draco fece un salto, mentre la afferrava al volo, perché aveva subito pensato alla Granger.

- Cazzo, Draco! - sbottò Daphne Greengrass sistemandosi i vestiti. Draco non riuscì a trattenere un'espressione delusa a livelli stratosferici. - Se non mi avessi presa avrei la testa spaccata in due, ora - continuò la biondissima ragazza, indicando lo stipite della porta.

Lo scrutò poi con più attenzione, e si accorse dell'aria mesta che aveva. Inarcò le perfette sopracciglia chiare e gli mise una mano sul braccio. - Va tutto bene?

Draco annuì distrattamente e la prese per la vita, spostandola dalla porta. - Devo andare, mi dici dopo cosa ti serviva. - tagliò corto, superandola bruscamente.

Daphne rimase accigliata e offesa, che aveva Draco? Era venuta a cercare Theodore, il suo ragazzo, e si trovava davanti un Draco tutto strano e di fretta.

Bah.

Ragazzi.

******

- Theodore!

Theo e Blaise si girarono insieme verso l'entrata della biblioteca, dalla quale era provenuto l'urlo. Ed ecco Draco, che correva veloce verso di loro, con le maniche tirate su, a scoprire gli avambracci (il Marchio era evidente, ma in quel momento a Draco non importava), e i primi bottoni della camicia leggermente sbottonati.

- Amico, se non ti conoscessi penserei che stai cercando di sedurmi - ironizzò Blaise guardandolo divertito.

Draco lo guardò con aria di rimprovero e poi si rivolse subito a Theodore. - Theo, devo parlare con Hermione. Subito. Ma ho bisogno del tuo aiuto, non so come fare, non mi vuole nemmeno vedere. Mi odia.

Theodore lo scrutò per qualche secondo, in silenzio, poi decise di dargli una possibilità. Alzò la bocca in un minimo sorriso e gli mise una mano sulla spalla. - Un'idea ce l'avrei, ma devi promettermi che non farai cazzate.

******

Hermione si strofinò le mani contro le braccia, cercando inutilmente di infondersi calore, perché stava a dir poco tremando dal freddo.

Maledetta gonna del cazzo, pensò. Dei pantaloni farebbero più comodo.

Guardò l'orologio, notando che Thodore sarebbe dovuto arrivare a momenti. Quando sentì un fruscio alla sua destra si girò sorridendo, credendo di trovarsi davanti il moro Serpeverde, ma il sorriso sulle sue labbra si ghiacciò all'istante.

Quello davanti a lei non era Theodore, ma Draco.

- Dobbiamo parlare.

Cazzo.

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