23. Una terribile cotta per la Granger

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Hermione aprì gli occhi ma li richiuse subito di scatto. La testa le faceva male e le girava vorticosamente.

Tentò di nuovo, e stavolta riuscì a tenerli aperti un po' più a lungo. Vedeva delle macchie verde scuro e una cosa rossa attorno a lei, ma non riusciva a distinguerne i contorni. 

Sentiva la schiena che poggiava su qualcosa di morbido e tremante.

Chiuse di nuovo gli occhi quando un lieve senso di nausea si impossessò di lei. Percepiva dei movimenti confusi nello spazio che la circondava e dei suoni ovattati. Piano piano che la nausea passava le sue orecchie presero a ristabilirsi meglio ed Hermione riuscì finalmente a sentire ciò che prima le arrivava confuso e lontano.

- Weasley, cazzo, falla respirare!

- Flint, idiota, è solo preoccupata! - ruggì una seconda voce. Zabini forse?

- Ha aperto gli occhi, quindi si sta riprendendo, datele un attimo -. Voce sconosciuta.

- Cazzo, non volevo colpirla, ma sono scivolato! -. E questo chi era?

Hermione stropicciò gli occhi e tentò di riaprirli.

- Fate silenzio, maschi idioti! - li zittì secca Ginny, riportando il silenzio e l'attenzione sulla sua amica. Ah, ecco cos'era quella macchia rossa che le occupava il campo visivo. Piano piano Hermione cominciò a mettere a fuoco ciò che aveva davanti, e si ritrovò Ginny più vicina di quanto pensasse. Era china, talmente preoccupata che stava appiccicata all'amica, e quest'ultima potè quasi contarle le lentiggini sul viso.

- Hermione, come ti senti? Stai bene? - sussurrò preoccupata la rossa all'amica.

Hermione cercò di mettersi a sedere, tirandosi su con le mani, e rendendosi conto che poco prima era stata appoggiata alle gambe di Ginny. I ragazzi della squadra di Quidditch di Serpeverde erano attorno a lei; non vicini come Ginny, ma abbastanza da dimostrare di sentirsi un minimo preoccupati, o almeno colpevoli.

- Che cos'è stato? Un bolide? - chiese Hermione strascicando appena le parole. Ginny aprì la bocca per parlare, ma un'altra voce la precedette.

- Ci è sfuggito, Granger - intervenne Malfoy cupo. - Ci dispiace - disse dopo un po'. Storpiò leggermente l'ultima parola, non essendo per nulla abituato a dirlo, ma Hermione colse il tono realmente dispiaciuto del ragazzo e sorrise.

- Non importa, sto bene ora, deve essere stato solo lo spavento - tranquillizzò lei. - Gin, aiutami ad alzarmi, per favore. Mi gira un po' la testa. Da sola non ci riesco.

Aggrappandosi all'amica Hermione si tirò su, ma non appena tentò di tenersi su da sola la gamba sinistra fu colpita da un dolore lancinante e la riccia cadde in ginocchio, incapace di reggersi. - Ahia! - gemette addolorata, portandosi le mani alla gamba tentando di alleviare il dolore.

- Cazzo, forse te la sei rotta - sussurrò Ginny, precipitandosi da lei. - Devi andare in infermeria, ora ti porto - provò a sollevarla, ma pur essendo comunque forte, non ci riuscì del tutto.

- Aspetta, Weasley, così cadrete entrambe - la riprese Malfoy, senza troppa cattiveria. Piuttosto sembrava preoccupato, ma cercava di mascherarlo. - Granger, rilassa i muscoli, se no non riesco a prenderti bene - la avvisò, e subito Hermione si sentì sollevare da terra e si trovò tra le braccia del biondo Serpeverde, che quasi senza alcuno sforzo cominciò ad incamminarsi verso Hogwarts. La testa riprese a girarle lievemente, ma non seppe se per il dolore o per la vicinanza a Malfoy. Ginny li seguì, e così anche Blaise, Theodore e il resto della squadra.

Hermione si sentiva tremendamente in imbarazzo. Non sapeva dove poggiare gli occhi: le sul volto di Malfoy, se sul castello, se sui suoi stessi piedi. Era a disagio e allo stesso tempo pensò fosse la cosa più bella al mondo. Alla fine si decise, e fissò lo sguardo sulle mano che il ragazzo le passava sotto le sue gambe per reggerla.

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