52. Morsi sul collo e brividi assicurati

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Hermione si svegliò la mattina dopo con un peso caldo e morbido spalmato addosso. Aprì gli occhi e vide Draco che, sdraiato su di lei e tenendola avvinghiata con le braccia attorno alla vita, la guardava con un vago sorrisino sulle labbra.

Hermione non fece nemmeno in tempo a pensare a quanto dovesse essere brutta da quella prospettiva (appena sveglia e soprattutto con un probabile doppio mento non troppo celato) perché Draco si sporse e la baciò.

- Se avete finito, vorrei avvisarvi che c'è la colazione tra dieci minuti. - li interruppe Blaise, sbucando da chissà dove. Solo in quel momento Hermione realizzò che si trovavano nella camera di Draco, e che il moro era probabilmente entrato senza bussare nemmeno.

Draco trucidò l'amico con lo sguardo e lasciò un bacio sul collo di Hermione. - Vado a vestirmi, aspettami qua - le sussurrò all'orecchio, lambendole volontariamente il lobo con la lingua per farle un dispetto. Il corpo di lei ebbe un brivido.

Draco batté una pacca sulla spalla di Blaise e scomparve dietro la porta del bagno. Il moro guardò Hermione, sbuffò divertito e si sedette alla base del letto.

- Così, avete risolto? - chiese passandole una felpa da una poltrona lì vicino quando la vide battere i denti per il freddo mattutino di dicembre. - O avete scopato e basta e tornerete a odiarvi?

Hermione alzò gli occhi al cielo. - Non abbiamo scopato. - ribatté infilando l'indumento che il ragazzo le aveva passato e scoprendo che aveva l'odore di Draco impresso addosso. - E sì, abbiamo chiarito. Thodore ha fatto venire lui al suo posto ieri sera, e...

- Guarda che lo so questo. - la interruppe ridacchiando Blaise, e le fece l'occhiolino mentre Hermione gli mostrò elegantemente una bella linguaccia.

La risata di Blaise andò scemando e il ragazzo abbassò lo sguardo, facendo inarcare un sopracciglio ad Hermione, che si chiese se ci fosse qualcosa che lo turbava. Blaise si grattò la nuca a disagio e poi la guardò, risollevando il volto alla sua altezza.

- Volevo parlarti di una cosa - le confessò a voce bassa.

Hermione si fece più vicina a lui. - Cosa? - chiese, curiosa e stupita allo stesso tempo.

- Riguarda Ginevra - anticipò lui, ed Hermione prese un grosso respiro. - Vedi, ieri sera mi è arrivata una sua lettera dove diceva che suo padre era mancato. Mi è dispiaciuto molto. E lei mi manca.

Hermione si addolcì subito e gli prese la mano nella sua. - È un periodo un po' difficile per Ginny. Quando ero in ospedale era molto preoccupata, immagino che... - si interruppe e riprese un attimo fiato. - Immagino che avesse seriamente paura di perdere di nuovo una persona che amava. Sai, come Fred.

Blaise abbassò lo sguardo, colpevole.

Hermione continuò. - Io sono viva e sto bene, ma il suo peggior incubo si è appena avverato, e Arthur non c'è più. Non so cosa si provi, sinceramente, perché i miei genitori sono vivi, anche se in Australia. Quindi ti confesso che nemmeno io so bene come aiutarla.

Blaise annuì piano. - Lei mi piace. - sussurrò lasciandosi cadere all'indietro con la schiena e sprofondando nel piumone bianco del letto. - Lei mi piace moltissimo.

- Le piaci pure tu, lo sai, vero? - chiese Hermione sorridendo. - È felice con te.

Gli occhi di Blaise si illuminarono gli occhi mentre faceva un grosso sorrisone che gli fece risplendere il volto e che gli scaldò il cuore. In quel momento Draco uscì dal bagno e si bloccò a fissare l'amico, stranito.

- Perché Blaise sta sorridendo come un idiota?

*********
- Ancora uno. - si lagnò Draco, trattenendo Hermione per un braccio quando lei tentò di sgattaiolare via. Le prese il volto fra le dita e col delicatezza la spinse verso le sue labbra, baciandola con passione e togliendole il fiato. La ragazza, che si era alzata dal letto, fu trascinata di nuovo sotto le coperte.

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