11. Cose proibite? La Granger

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Cormac McLaggen era in piedi davanti all'ufficio della Preside. Le mani in tasca, la schiena appoggiata al muro, l'espressione dura che lanciava occhiate di fuoco a qualcuno a pochi metri da lui.

Draco Malfoy, anche lui in piedi, braccia incrociate, l'espressione scocciata, spazientita, e un cipiglio da snob stampato in faccia.

Mancavano circa due minuti alle nove. I due ragazzi erano arrivati quasi allo stesso momento, pronti a scontare la loro punizione, ma l'anziana Preside non si era ancora fatta viva.

E ora erano lì, a debita distanza l'uno dall'altro, a lanciarsi sguardi truci.

- Vedo che il tuo labbro è rotto, McLaggen - constatò gongolante Malfoy, - Ho fatto un ottimo lavoro. Spero tu abbia capito che non ti conviene metterti contro di me - disse, e non si preoccupò neanche di nascondere che era una minaccia.

- Sei così fiero di avermi pestato, stupida Serpe? Mi pare che non fossi l'unico a perdere sangue oggi - sibilò.

- Non mi hai fatto quasi nulla, e di sangue ne ho perso davvero poco - replicò annoiato il biondo.

- Parlavo di Hermione - soffiò Cormac tra i denti, in una specie di ringhio.

Ah. Draco non rispose; mantenne la sua espressione dura e spostò lo sguardo sul grande gargoyle di pietra di fronte a lui.

- Io non picchio le donne - disse Draco dopo qualche attimo di silenzio. - Sai benissimo che quel colpo era destinato a te. Piuttosto non avresti dovuto offrirle il tuo mantello. Che idiota.

Cormac si accigliò. - E come mai, scusa? Aveva freddo, e sono stato cortese, cosa che credo tu non sappia nemmeno cosa voglia dire.

Draco fece un ghigno di scherno. - Pensi davvero che lei abbia bisogno della tua protezione?

- A giudicare da quanto la fai soffrire, Malfoy, si.

Una stilettata colpì a pieno il cuore di Draco. Stava per ribattere, quando d'improvviso il gargoyle si mosse, ruotando su se stesso, e rivelando una scala a chiocciola.

Cormac la raggiunse, dopo aver lanciato un ultimo sguardo di fuoco a quel biondo che odiava tanto, e senza preoccuparsi che lo seguisse si avviò verso l'ufficio della Preside.

Quando anche Draco lo raggiunse trovò la McGonagall e McLaggen seduti alle due estremità di una grande scrivania in mogano.

- Oh, Signor Malfoy, ben arrivato. Si sieda - disse sbrigativa la Preside.

Draco spostò la sedia più lontano possibile da Cormac, cercando di farlo sembrare un gesto involontario, e poi si sedette.

- Bene. Anzi, dovrei dire, male. Ho saputo di ciò che è successo oggi tra una lezione e l'altra. Sono rimasta molto delusa da voi due, Signori, e mi auguro che la punizione di oggi vi basterà per ricordarvi che le risse, in questa scuola, sono proibite.

Proibite. Quante cose erano proibite, pensò Draco. Le risse, l'alcool, la droga.

La Granger.

- Pulirete tutte e quatto le Sale Comune delle Case. Insieme - disse, perfida, la McGonagall.

Draco e Cormac incassarono la batosta in silenzio, e l'ultimo forzò un sorriso tirato che risultò quasi una smorfia.

- Andate - tuonò la Preside, - e vedete di lavorare bene! In caso contrario verrete entrambi sospesi dagli allenamenti di Quidditch per due settimane. Sono stata chiara? E ora sparite!

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