7. Espressione apatica, occhi stanchi

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Ginny Weasley camminava a passo spedito in direzione della Torre di Corvonero.

Aveva notato anche lei, come Hermione, lo stato di salute di Luna, ed essendo profondamente legata alla bionda aveva deciso di andarla a trovare. Non era l'unica ad aver perso qualcuno di importante durante la guerra. In un certo senso, aiutare Luna avrebbe aiutato un po' anche lei.

Ginevra era sempre stata una ragazza forte, determinata e sicura di sé. Non si era mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, ragazza o ragazzo che fosse, ed era il tipico esempio di ragazza che "non aveva bisogno di essere salvata". In poche parole, da molti era descritta come una la Principessa Guerriera. Principessa perché sì, Ginny era molto bella. La pelle chiarissima, spruzzata qua e là da piccole lentiggini, i lineamenti fini e delicati, gli occhi blu e le labbra sottili e rosse. E guerriera perché, durante la Seconda Guerra Magica la rossa era stata fantastica. Coraggiosa e combattiva.

Mentre oltrepassava l'aula di Incantesimi, un gruppetto di ragazzine del quarto anno che chiacchieravano nel corridoio le lanciarono occhiate ammirate. In molte la ammiravano profondamente, ma come sempre c'era un gran numero di persone che provavano invidia nei suoi confronti. Non era un segreto, infatti, che Ginny avesse avuto numerosi pretendenti durante i suoi anni precedenti ad Hogwarts. Li aveva tutti respinti, gentilmente e con classe, perché in fondo si era sempre saputo che il suo cuore apparteneva ad Harry Potter.

La sinuosa figura della ragazza, giunta alla fine della lunga scala a chiocciola, si trovò dinnanzi alla porta del dormitorio blu-argento. Una volta Luna le aveva spiegato come funzionava: il batacchio a forma di aquila, una volta bussato alla porta, avrebbe posto una domanda. Solo rispondendo correttamente si sarebbe riusciti ad entrare. Fortunatamente Ginny era anche dotata di intelligenza, e senza farsi troppi problemi batté il batacchio tre volte.

Una voce femminile, dolce e incredibilmente reale, parlò. - Vuoi tu qui dentro entrare? Allora, mia cara, rispondi senza esitare - disse, e Ginny annuì. - Cos'è che entra in acqua rosso e ne esce nero?

Ginny rifletté. Entra in acqua rosso... un oggetto, magari. Rosso... caldo! Un oggetto caldo, che entra in acqua rosso e ne esce nero. Pensa, Ginny, pensa, si disse la ragazza. Poi... ma certo!

- Un ferro - annunciò fiera, - un ferro rovente.

Si udì un sonoro scattare di serrature, poi il silenzio. Ginny non perse tempo, aprì la porta ed entrò nella sala. Era, come la ricordava, illuminata, spaziosa, ma molto fredda, a causa di un solo camino presente nella stanza. Non perse tempo e si diresse verso i dormitori femminili.

Sapeva dove andare, era già stata a fare visita a Luna prima di allora, e per questo non faticò a trovare la porta della camera dove dormiva l'amica. Bussò e attese una risposta dall'interno, che non tardò ad arrivare.

- Avanti! - si sentì, e la rossa entrò. Luna era seduta sul suo letto, con un libro in mano, e vicino a lei Cho Chang si stava pettinando i capelli seduta ad un tavolino munito di specchio. Luna la salutò calorosamente e la invitò a sedersi, chiudendo il libro. Cho, invece, si mosse, leggermente a disagio, sulla sedia. Anche Ginny era piuttosto imbarazzata con lei. Si sapeva che Cho ed Harry erano stati assieme per qualche tempo, e ora che Ginny era la ragazza del moro le due erano abbastanza a disagio nel parlarsi. Dopotutto Cho era l'ex di Harry, e Ginny, da brava fidanzata, si teneva a debita distanza da lei.

- Ehm, ciao - disse Cho. - Ciao, Ginevra, io... io vado, vi lascio sole. A dopo - e uscì dalla stanza, lasciando le due amiche sole.

Ginny si voltò verso Luna e la scrutò preoccupata. - Luna. Ciao.

La bionda sorrise mestamente, nel modo più caloroso che riuscì a fare. - Ginny, come stai? Sei bellissima, come ricordavo - disse, caratterizzata dalla sua solita dolcezza. - Come mai qui?

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