41. Cattive notizie

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La mattina dopo Hermione si svegliò tutta intorpidita e assonnata. Sentiva come un peso sulla pancia, che la schiacciava e non poco, quindi aprì gli occhi.

Ciò che vide la fece sorridere: Draco era completamente sdraiato su di lei, la teneva stretta, come un cuscino, e dormiva beatamente.

Hermione portò una mano tra i suoi capelli e prese ad accarezzarlo dolcemente e in modo leggero, per evitare di svegliarlo. In risposta, lui la strinse involontariamente di più.

Era bello pure mentre dormiva: aveva le labbra leggermente arricciate in una dolce smorfia, e i capelli spettinati gli donavano un'aria bambinesca. Il suo respiro caldo batteva lieve sulla pelle di Hermione, provocandole dolci brividi.

Continuando a coccolarlo, Hermione si sporse verso il comodino, per controllare l'ora, e sussultò sorpresa: la sua sveglia segnava le dieci e un quarto! Nel giro di quindici minuti sarebbe passato il Signor Verny a portarle la colazione, e di certo non sarebbe stato consono mostrarsi nuda a letto con un ragazzo altrettanto svestito.

Riportò lo sguardo su Draco e, con delicatezza, fece scivolare la mano fino alla guancia, che accarezzò facendo un po' di pressione, nel tentativo di svegliarlo.

Il ragazzo mugolò qualcosa di incomprensibile e strinse il corpo di Hermione con forza, affondando il volto assonnato nel suo petto. Rimase immobile per qualche secondo, poi alzò lo sguardo sulla ragazza e sorrise assonnato.

- Giorno stellina - biascicò con una voce talmente roca che fece venire i brividi a Hermione.

- Tra poco arriva il Signor Verny, Draco - sussurrò Hermione chinandosi a baciargli la fronte con premura. Draco biascicò qualche minaccia poco comprensibile rivolta al Signor Verny e, stiracchiandosi, si alzò dalla ragazza, liberandola.

- Quell'uomo è inutile - borbottò Draco alzandosi dal letto controvoglia e strizzando gli occhi alla luce del giorno, infastidito. Hermione corrugò la fronte e lo guardò senza capire.

- Draco, quell'uomo mi ciba - disse ovvia e stupita. - Lui mi tiene in vita - continuò aprendosi in un sorriso divertito.

Il ragazzo sbuffò e iniziò a girare per la stanza, in cerca dei suoi boxer e dei pantaloni. Chissà dove diavolo erano finiti, pensò. Quando li ebbe trovati li infilò e tornò a guardare Hermione, aprendosi in un sorriso involontario ammirandone la pura bellezza.

- Non potevano darti infermiere donne? - sbuffò di nuovo Draco, appoggiandosi una mano al fianco e guardando la fidanzata di sbieco.

Hermione, sorprendendo in ragazzo, scoppiò in una cristallina e spontanea risata che le scaldò il cuore e per un attimo le fece dimenticare di essere in ospedale. - Draco! Tu sei geloso! - lo accusò sempre più divertita. - Sei geloso di un uomo infermiere!

E rise ancora. Draco, dal canto suo, mise il broncio. Sì che era geloso! E ci mancherebbe!

Infilò la camicia, dando le spalle ad una Hermione che ormai rideva a crepapelle senza fermarsi, e solo allora si ricordò che la sera prima non era venuto a mani vuote: frugò frettolosamente nelle tasche della giacca e ne estrasse un pesante tomo.

- Hermione, se smetti di ridere ho una cosa da darti - annunciò alla ragazza. Lei sorrise e la sua risata si spense. Draco si maledì un po' di averle dato quell'ordine, perché la sua risata era una cosa troppo bella da sentire. Si morse la lingua e avanzò verso il letto, dove lei era seduta. - Tieni - disse porgendole un libro.

La ragazza lo prese tra le mani, sorridente, ma quando lesse il titolo i suoi occhi brillarono ancora di più. - Ma questo è il mio! Per Merlino, credevo di averlo perso! - esclamò radiosa, rigirandoselo fra le mani.

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