34. Quello scervellato di Harry Potter

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* Urgente! Per favore, leggete lo spazio autrice in fondo al capitolo! Grazie :) *

- Mi stai dicendo che non sanno cos'hai? - chiese perplessa Ginny, accomodandosi meglio sul letto e fissandola intensamente negli occhi. - Ma come è possibile?

Hermione scrollò le spalle. Non voleva pensarci, era la cosa più brutta che si sarebbe mai potuta immaginare: essere affetta da attacchi anomali, che le impedivano quasi di respirare, e non avere nessuna diagnosi certa.

- Tu come stai? - chiese dolce Ginny, accorgendosi del suo malumore, scostandole una ciocca di capelli dall'occhio con fare gentile.

- Non ho quegli strani fenomeni da quando sono qui, quindi... - iniziò Hermione vaga, muovendo le mani in aria con movimenti annoiati.

Ginny la fermò con un gesto della mano secco e deciso. - Sai cosa intendo. Tu, come stai?

Hermione sospirò affranta. Era inutile cercare di mentire a Ginny, la conosceva bene come nessuno. Chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare dall'amica. - Non lo so, Gin. Sono stressata, molto stressata, e nervosa. Ho anche paura - ammise. Ginny la guardò impietosita. - Sai, per quanto ne so potrei anche morire tra dieci secondi.

Ginny mutò espressione, facendosi cupa e seria, e fermò le carezze. - Non dire queste sciocchezze! - la redarguì.

- Ma è la verità. Non so quanto potrò resistere con questa cosa. Riflettici: sai quanti altri attacchi potrebbero venirmi prima che i medimaghi scoprano la cura? Magari, appunto, sarò già morta quando questo avverrà.

Ginny sospirò e si sdraiò accanto a lei, picchiettando sulla spalla dell'amica per chiederle silenziosamente di farsi un po' più in là. Si sistemarono una vicino all'altra e guardarono il soffitto, in silenzio.

- Vedrai che non è nulla - la rassicurò dopo un po' la rossa, con tono calmo. - Prima che tu te ne accorga sarai di nuovo ad Hogwarts.

Hermione le sorrise. - A proposito, la McGonagall ti ha dato il permesso di venire qui? - chiese dubbiosa.

- Diciamo che l'ho quasi pregata in ginocchio, ma alla fine me l'ha dato - disse ghignante, sfilando dalla tasca dei suoi jeans una pergamena e sventolandola in faccia alla riccia.

Io, Minerva McGonagall, Preside e Professoressa presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, autorizzo l'alunna Ginevra Molly Weasley, Sesto anno, Grifondoro, a saltare le lezioni per il giorno 30 Novembre.

Minerva McGonagall

- L'ho dovuta far rileggere tre volte a Filch, quell'infido pensava l'avessi falsificata - mugugnò offesa Ginny. Hermione ridacchiò.

In quel momento la porta della stanza si aprì, e le due amiche si voltarono verso il nuovo arrivato.

Hermione sentì Ginny irrigidirsi e scattare a sedere.

Harry era sulla porta, la mano attaccata alla maniglia, e un'espressione di disagio stampata in volto. Anche Hermione tentò di mettersi seduta, ma lo fece più lentamente rispetto a Ginny: le sue condizioni erano ancora precarie.

- Hermione - mormorò Harry guardandola. - Ginny, ciao - balbettò poi rivolto alla rossa. Lei nemmeno lo degnò di uno sguardo.

Si chinò su Hermione e le diede un bacio sulla fronte, per poi dire frettolosamente: - Ciao Hermione, io vado. Torno a trovarti quando riesco -. Poi sorpassò a grandi falcate il ragazzo e uscì.

Harry la guardò mogio mentre gli passava davanti, seguendo attentamente tutti i suoi movimenti, fino a quando lei voltò l'angolo e sparì. Rimase a fissare per qualche secondo il punto in cui era scomparsa, poi voltò lo sguardo verso Hermione, ancora seduta sul letto, e sospirò.

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