46. Don't turn away, dry your eyes

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Alla povera mia fragilità Tu guardi senza dire una parola

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Alla povera mia fragilità
Tu guardi senza dire una parola.
Tu sei marmo, ma io canto
tu -statua, ma io -volo.

So bene che una dolce primavera
Agli occhi dell'Eterno, è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
Se leggera è la legge che mi governa.

Il suono di qualche sirena in lontananza

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Il suono di qualche sirena in lontananza. Il buio incompleto per via della luce lunare che occhieggiava timida dietro le tende tirate a metà, illuminando delicatamente la stanza con il suo tocco etereo, il profumo fresco delle lenzuola che sapevano troppo di lui per non riconoscere esattamente il luogo in cui si trovasse.

Era un luogo che sapeva di protezione, e di perdizione, e mai il confine tra le due cose era stato più labile di così.
Un'alcova in cui avrebbe potuto essere felice per il resto delle sue giornate, o anche solo per un attimo -il più splendente di tutti.

E poi le braccia di Harry, reattive e toniche: le aveva addosso, ancora coperte dal tessuto della camicia, e le circondavano il corpo, contratte nello sforzo muscolare che compivano nell'atto di sorreggerla, che le rendeva meno accoglienti di un abbraccio rilassato, ma indubbiamente più virili e provocanti.
Se la portava con sé avanzando tacito in mezzo alla stanza, con le sue movenze da belva elegante.

Quando si accorse che stava schiudendo gli occhi, la fece adagiare sul letto con una mossa che non fu propriamente delicata.
«Ciao, bella addormentata

Di contrasto al suo portamento fiero, il verde dei suoi occhi vacillava di lapilli ipnotici.
«E meno male che ero io che volevo bere. Penso di non averti mai vista così ubriaca.» Ridacchiò dal fondo del suo corpo, le fossette ancora più evidenziate da un gioco di chiaroscuri, mentre la aiutava a togliersi le scarpe.

Lei rimase immobile sul letto con la testa sul cuscino e lo sguardo piazzato sul soffitto, cercando di mettere insieme i pezzi dell'ultima frase di Harry, mentre lui la raggiungeva lentamente camminando carponi sul materasso, e poi le si rovesciò accanto, cercando di distendere le membra seriamente sfiancate.
«Non sono ubriaca. Sono solo un po' brilla.»

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora